Antonio D’Aloia, dall’Università di Parma a Palazzo Chigi

IL DOCENTE DI DIRITTO NOMINATO CONSIGLIERE GIURIDICO AL DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE EUROPEE

Antonio D'AloiaLa giurisprudenza parmigiana a Roma per partecipare ai tavoli interministeriali. Resa pubblica negli ultimi giorni, ma già circolante da circa un mese, la notizia della nomina a consigliere giuridico per gli affari legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Sottosegretario di Stato alle Politiche e agli Affari europei, per Antonio D’Aloia, ordinario di Diritto costituzionale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Parma.

Il professore vanta anche una precedente collaborazione, durante il secondo governo Prodi, al fianco di Emma Bonino, allora ministro degli Affari comunitari. La scelta, come spiega lo stesso d’Aloia, è ricaduta su di lui assecondando quei naturali rapporti di fiducia e reciproca stima che si creano fra colleghi nel corso degli anni. Si tratta quindi di un incarico onorario.

NON C’E’ TEMPO DA PERDERE: L’AGENDA DI D’ALOIA –  In cima alla lista dei progetti europei del nuovo consigliere ci sono le operazioni di sicurezza delle trivellazione in mare per la ricerca di nuove risorse energetiche e minerarie. Si tratta di un tema di straordinaria rilevanza dal punto di vista economico, ma queste operazioni possono avere un impatto ambientale altrettanto rilevante. Quindi è chiaro che ci può essere, tra il Ministero dell’Industria e dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Ambiente, un punto di vista differente o, nel peggiore dei casi, completamente in contrasto. “Il mio compito è e sarà quello di mantenere ordine ed equilibrio fra le parti – spiega D’Aloia – e l’obiettivo è quello di raggiungere una risoluzione comune per il bene del Paese. La singola amministrazione dello sviluppo economico o quella del trasporto e dell’ambiente sa che bisogna rispettare le politiche europee del Governo, che riguardano interessi trasversali, non una singola materia o un singolo oggetto. Si cerca di far funzionare la macchina italiana al ritmo delle direttive comunitarie facendo lavorare insieme ogni componente politica ed amministrativa”. Grazie alla disponibilità a discutere da parte di ogni membro nelle riunioni, il neo consigliere D’Aloia, non ha ancora  trovato controparti e rappresentanti troppo rigidi e dalle opinioni irreversibili, perchè si cerca “di remare tutti nella stessa direzione per il bene collettivo”.

Altra tematica toccata dal Dipartimento delle Politiche europee riguarda, ad esempio, le vittime di reati  che non trovano giusto risarcimento. “L’Unione Europea – spiega D’Aloia – ci obbliga a tenerne conto e a modellare la nostra legislazione su questa figura, oltre a quella dell’imputato, del quale si parla già molto”.  E ancora la circolazione di organi umani, argomento di non facile armonizzazione all’intero della legislazione internazionale dato il tema etico e le distanze tra le varie tradizioni sociali e culturali.

LA MANSIONE-  Il Dipartimento nel quale il professor D’Aloia convoglierà le proprie competenze tecniche, ha una funzione legislativa, riconosciuta dalla legge 234 del 2012, con una serie di compiti specifici. Uno su tutti il rapporto del Governo italiano con l’Unione Europea.

Quest’ultimo presuppone diverse fasi: una ascendente, l’altra discendente ovvero il momento in cui le direttive comunitarie devono essere recepite e di conseguenza attuate con normative interne. “E’ importante curare due aspetti fondamentali – ci tiene a sottolineare d’Aloia – i tempi previsti dalla direttiva e la scelta della modalità di attuazione che deve essere il più conforme possibile a quella dettata dall’Unione Europea”. Quella delle tempistiche è una questione assai rilevante perché “l’Italia è uno dei Paesi più discoli nell’attuazione e nel recepimento della normativa europea e per questo spesso soggetta in passato a condanne per delle procedure di infrazione”. “Il recuperare terreno e la tempestività – continua – dovrebbero essere due obiettivi fondamentali”. In una visione più ampia, non solo sul singolo problema, diventa questo un elemento di credibilità e lealtà europea da parte del Paese: “Attuare le direttive significa credere nel lavoro che si sta facendo, la volontà che quel progresso del mercato comune venga messo a regime il prima possibile”.

Il Dipartimento ha inoltre la delicatissima funzione di monitoraggio e coordinamento tra le varie amministrazioni, per favorirne il dialogo e l’intermediazione tra loro ma anche con gli uffici dell’Unione Europea. La parte interessante e affascinante di questa mansione per il professore è anche il vedere come concretamente certi atti normativi nascano dal confronto e  dalle esigenze delle varie amministrazioni. I diversi ministeri, infatti, hanno interessi e punti di vista differenti che vanno raccordati ai tavoli interministeriali ed è proprio questo il compito del consigliere D’Aloia. La funzione del Dipartimento non è quella di intervenire sul testo ma di coordinare, spronare e stimolare alla consegna delle bozze nei tempi e nelle modalità prescritte. D’Aloia afferma inoltre che continuerà il suo lavoro di docente all’Università dato che “non solo è compatibile con il nuovo incarico in termini di impegno, ma posso dire che sia una sorta di completamento di ciò che insegno ai miei studenti” una possibilità di vedere nella pratica il reale funzionamento della materia soltanto studiato nella teoria. Il suo impegno non richiede una presenza prolungata a Roma in quanto può ad esempio seguire le conferenze attraverso un collegamento video, ma come premio “gli studenti più meritevoli del corso potrebbero prendere parte alle riunioni“. “Partecipare direttamente – prosegue D’Aloia – permette infatti di capire meglio la complessità intrinseca dei processi: la semplificazione rischia di essere soltanto uno slogan pericoloso, è necessario il giusto tempo e la giusta mediazione tra i diversi interessi coinvolti”.

CURRICULUM IN PILLOLE –  Antonio D’Aloia, classe 1965, è nato a Napoli dove ha insegnato Diritto costituzionale, Diritto parlamentare e Diritto regionale all’ Università degli Studi di Napoli Federico II.  Nell’ Ateneo di Parma, ha ricoperto l’incarico di direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche nel quadriennio 2002-2006 e ora è professore ordinario di Diritto costituzionale al Dipartimento di Giurisprudenza. E’ stato consulente del Ministero della Funzione pubblica dal 1999 al 2000, del Ministero delle Politiche europee dal 2007 al 2008 e nello stesso periodo anche componente della segreteria tecnico-scientifica del Ministero delle Comunicazioni. Dal 2000 al 2007 ha ricoperto il ruolo di consulente legislativo dell’Assessorato Affari istituzionali enti locali e Sicurezza della regione Lazio e dal 2008 è componente del Nucleo interno di valutazione dei dirigenti del Consiglio regionale della Campania.  E’ autore o curatore di oltre 90 pubblicazioni e collabora alle principali riviste giuridiche italiane.

 

di Greta Bisello, Mariasilvia Como e Francesca Ponchielli

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