‘Fitness Hunt’, l’app che migliora la vita degli anziani

UN PROGETTO MADE IN PARMA FINALISTA ALLA STANFORD CENTER ON LONGEVITY DESIGN CHALLENGE

Migliorare la vita degli anziani con il supporto di tecnologie innovative. E’ quello a cui mira Niccolò Mora, ventottenne di Parma, laureato in Ingegneria elettronica e finalista del prestigioso concorso ‘Stanford Center on Longevity Design Challenge‘, una competizione internazionale a cui concorrono progetti di prodotti o servizi volti a migliorare la vita degli anziani. Come spiega Mora, attualmente dottorando del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Parma, “in futuro una parte sempre maggiore della popolazione sarà costituita da persone anziane e sarà quindi fondamentale, quando gli attuali modelli assistenziali non saranno più sostenibili, trovare dei metodi alternativi per motivare gli anziani ad avere una vita più attiva e di conseguenza più sana”.  Proprio in quest’ottica  si colloca il progetto ‘Fitness Hunt‘ proposto da Niccolò  in collaborazione con Laura Boffi (del Copenaghen Institute of Interaction Design), Emiliano Mazzoli (scienziato dello sport) e Sara Traversari (visual designer).

2013.12.25-133IL PROGETTO – L’idea è quella di sviluppare una app che mantenga attive le persone anziane motivandole con una caccia al tesoro casalinga -una fitness hunt, appunto- dove vari oggetti di uso comune possono essere utilizzati per fare esercizio fisico. “Un nipote o un parente può organizzare la caccia al tesoro –spiega il dottorando – nascondendo dei fari con bluetooth low energy, dove ci sono gli oggetti da utilizzare per fare esercizio. Questi fari emettono dei segnali che vengono raccolti dal cellulare e si attivano al passaggio della persona, un po’ nel modo in cui i dispositivi antitaccheggio suonano nei supermercati. A questo punto l’app si attiva e spiega all’anziano come utilizzare l’oggetto per fare esercizio, ad esempio sollevando dei libri o facendo dei piegamenti vicino ad un tavolo”. Un aspetto non sottovalutabile, è che l’applicazione di questo progetto prevede il coinvolgimento di un familiare dell’anziano, favorendo l’interazione intergenerazionale come motivo principale di motivazione.

TECNOLOGIE ASSISTIVE – Quest’app che potrebbe permettere di mantenere una persona anziana attiva, di monitorarla e di darle una presenza aggiuntiva di supporto per ritardare il processo di ospedalizzazione o ricovero, è però solo una parte di un più ampio progetto che il gruppo di ricerca sulle ‘Tecnologie Assistive, coordinato dai professori Paolo Ciampolini e Ilaria De Munarifdi, sta sviluppando da alcuni anni. Le linee di ricerca attive sono il monitoraggio wearable, l’analisi statistica dei comportamenti e le interfacce BCI (cervello-computer), pensate per persone con gravi disabilità motorie.

di Letizia Cicchitto, Alessia Tavarone

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*