L’umanità sullo Snowpiercer, terza parte
Vecchie storie e nuovi inizi
2026, Lo Snowpiercer e la Big Alice cavalcano ancora le rotaie infinite che circumnavigano il mondo e che rappresentano, allo stesso tempo, l’arca di salvezza per l’umanità. Dopo il ritorno del signor Wilford (avvenuto nella seconda stagione) e la dipartita di Melany, i destini delle due locomotive sembrano essersi separati, o così sembrava alla fine della seconda stagione. Infatti, mentre lo Snowpiercer (capeggiato da Ben, Layton, Bess, Alex e Josie) si era staccato dal treno madre per potare avanti la ricerca di dati sull’abbassamento delle temperature esterne, la Big Alice aveva ripreso il controllo dell’intero treno, senza però tener conto della Resistenza (fazione laytoniana) che si prega nel ritorno dello Snowpiercer.
Ancora una volta la lotta è più accesa che mai, quale delle due fazioni l’avrà vinta?
Il terzo capitolo, tra nuovi inizi e ridondanze di trama:
Che lo Snowpiercer fosse l’arca di salvezza dell’umanità, l’abbiamo capito. Che ci fossero due fazioni (laytoniani e wilfordiani), pure. Così come che il signor Wilford avesse manie di grandezza e che fosse una doppia faccia… ma allora che cosa ci porta la terza stagione?
Di “nuovo”, semplicemente un’unica speranza: la possibilità di trovare davvero l’Eden, il cuore caldo della terra dove poter ricominciare a vivere fuori dal treno. È un sogno a occhi aperti o un miracolo tangibile?
A parte questo, la trama è sempre un po’ uguale a sé stessa: scontri tra le due fazioni; menzogne e mezze verità che vengono proposte ai passeggeri per poter far credere a loro ciò che più aggrada a una delle due parti; il mistero del cambiamento climatico e la dipartita di Melany (è ancora viva?).
Forse l’unico personaggio che si salva (e che si è salvato fino a ora) è Ruth. Lei che è cambiata tantissimo dalla prima stagione e che è andata incontro a una crescita personale profonda, che in nessun altro personaggio è così tangibile e manifesta. Ruth che crede alla possibilità di un nuovo inizio, ma che ha sempre a cuore il destino dei passeggeri del treno, così come da regole dell’ospitalità; Ruth che antepone a sé stessa gli altri e che rischia la vita per la salvezza del treno e delle persone che ama.
A parte lei, gli altri personaggi per lo più non evolvono, se non che alcuni peggiorano e diventano ciò che loro stessi condannavano all’inizio (per esempio Layton).
Insomma, una terza stagione di transizione, che porta con sé un po’ di ridondanza, ma allo stesso tempo la speranza di poter ricominciare e portare a termine il viaggio con una quarta stagione.
di Erika V. Lanthaler
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