Elon Musk conquista anche Twitter: cosa ne sarà del social network

Il visionario del ventunesimo secolo ha fatto il suo ennesimo colpo. Da settimane si vociferava del suo interessamento ad acquistare la piattaforma social fondata da Jack Dorsey nel 2006, e lo scorso 25 aprile la notizia è stata ufficializzata.

Twitter, che si è sempre distinto tra i social come piattaforma di discussione per l’opinione pubblica di personaggi noti e non, è riuscito per anni a rimanere un social network pubblico. Per qualcuno però, a causa dell’acquisizione da parte del miliardario Elon Musk, tutto cambierà. Del resto Twitter non sarà più quotato in borsa e diventerà un’azienda privata dove le decisioni, fino ad oggi prese da tutti gli stakeholders che avevano nei propri interessi quello di mantenere alta la reputazione del social, saranno tutte nelle mani di Musk.

Personaggio sicuramente divisivo, quando fu eletto dal Time “uomo dell’anno” nel 2021, la rivista ricevette più critiche che elogi. Considerato ad oggi l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio che raggiunge 270 miliardi di dollari – superando nell’ultimo anno l’altro visionario d’America, il proprietario di Amazon Jeff Bezoss – ora diventerà anche il proprietario del social più influente fra tutti. A pensarci, un po’ pericoloso potrebbe esserlo, soprattutto in un periodo in cui le manie di potere non fermano dittatori e potenti dal fare le mosse più azzardate.

 ©Twitter

Storia di un imprenditore eccentrico

Sognatore con possibilità quasi illimitate, rispetto ai colleghi imprenditori si è sempre distinto per le sue idee eccentriche e alcune controversie nella sua vita pubblica e privata. È difficile scordare lo scandalo a seguito della notizia della nascita del figlio X Æ A X-II; le teorie cospirazioniste; il turismo spaziale da 35,000 dollari a notte o il Neuralink, l’apparecchio che dovrebbe connettere direttamente il cervello degli umani ai computer per archiviare informazioni e aumentare la potenza di intelligenza dell’umanità.

Più che per uno spirito imprenditoriale, la scelta di acquistare il social è stata dettata più presumibilmente da un interesse personale e, perché no, una sorta di capriccio per rimanere al centro dell’attenzione. Il valore in borsa di Twitter, sommando tutte le azioni prima dell’offerta di Musk, non superava i 40 miliardi di dollari, una cifra davvero irrisoria rispetto ad esempio ai 500 miliardi di Meta (nuovo Facebook). Il multimiliardario è sempre stato particolarmente attivo sul sociale, aprendo discussioni, pubblicando meme e tweet sugli argomenti più disparati. Con 300 milioni di utenti, Twitter non sarà popolare quanto Instagram o profittevole come TikTok, ma è a tutti gli effetti il social più influente nel dibattito politico e finanziario. È bastato un tweet di Donald Trump nel 2021 per creare la più grande insurrezione degli Stati Uniti al Campidoglio, e pochi post pubblicati dallo stesso Elon Musk per scatenare gli azionisti di Tesla, bitcoin e cryptovalute.

 ©AP Photo/Eric Risberg

Come cambierà Twitter

Subito dopo aver reso pubblica la notizia il 25 Aprile, il multimiliardario ha fatto numerosi tweet in cui ha offerto ai suoi 80 milioni di follower -che crescono rapidamente- un’anteprima della sua visione di Twitter e dei suoi progetti per il futuro. I punti fondamentali di Musk sono riassumibili nella difesa del libero pensiero, “che è la base del funzionamento della nostra democrazia”, rendere l’algoritmo del sito opensource e autenticare tutti gli esseri umani, tentando di eliminare gli account spam anonimi.

https://twitter.com/elonmusk/status/1518677066325053441?cxt=HHwWgsCyrduvtpMqAAAA

Parlare di libertà di espressione assoluta sulla piattaforma di notizie più in mostra di Internet, non è tuttavia cosa semplice. Ci sono innanzitutto complicazioni che variano da paese a paese, come ad esempio le nuove regole europee contro la disinformazione online, dove talvolta la tutela dell’onore e della reputazione personale superano il concetto di libertà di espressione vigente in America. Molti si domandando quale sarà il destino di tutti quegli account bannati dalla piattaforma, come quello dell’ex presidente degli USA Donald Trump; ai tempi in cui venne bannato, Musk aveva criticato la scelta della piattaforma, autoproclamandosi un “assolutista della libertà di pensiero”. Seguendo questa linea, potrebbero benissimo venir rintegrati account di molestatori oppure di cospirazionisti, così seguiti e purtroppo creduti.

Una cosa è (quasi) certa: Musk, ancora prima di concretizzare l’operazione – poco dopo essere diventato un semplice socio dopo l’acquisto del 9% delle azioni- ha espresso il desiderio di un edit button, l’opzione per modificare i propri tweet, facendo partire anche un sondaggio fra i suoi follower. L’edit button è con poca competizione, la funzione più discussa e desiderata quando si parla di possibili cambiamenti da apportare sulla piattaforma. Per chi la richiede da sempre, rappresenta una soluzione veloce per correggere un errore grammaticale o un refuso senza dover eliminare un tweet , ma il motivo per cui per anni l’azienda non ha mai accontentato i suoi utenti, sono i possibili danni collaterali. Un esempio pratico: un utente potrebbe mettere “mi piace” ad un tweet innocente, con una frase simpatica, magari di un profilo che neanche segue e si ritrova casualmente nella propria tl (timeline, l’equivalente della bacheca di Facebook); la frase potrebbe venir modificata con un’altra in qualsiasi momento, anche con un commento di odio. Nella realtà di Twitter, in cui anche i Mi Piace di una persona rappresentano una dichiarazione di pensiero, un “patteggiare”, un risvolto del genere porterebbe sicuramente caos. In una TED Talk di Aprile, però, Elon Musk ha provato a offrire una soluzione alle eventuali problematiche ipotizzando un periodo molto ristretto di tempo per poter apportare la modifica e il conseguente azzeramento di tutti i retweet e mi piace, anche se a quel punto un utente non avrebbe problemi a eliminare il tweet e rifarne uno nuovo.

Anche i buoni propositi di Musk riguardo la trasparenza dei processi interni al social, a cominciare dall’intenzione di rendere open-source gli algoritmi, avrebbero delle conseguenze discutibili. Un algoritmo opensource renderebbe pubblicamente disponibile il calcolo che determina cosa appaia o meno sul feed di ogni singolo utente. Le modalità in cui certi contenuti piuttosto che altri vengano promossi o meno, servono però a non dare particolare attenzioni agli spammer oppure a dei malintenzionati, così come l’impostazione per decidere chi possa vedere o replicare ai propri tweet. Molti temono quindi che il concetto di libera espressione di Musk equivalga all’eliminazione dei moderatori sulla piattaforma, e al ritorno a ciò che era Twitter fino a qualche anno fa, quando ancora membri dell’Isis, neonazisti o molestatori non avevano particolari ostacoli nel postare tutto ciò che preferivano.

Infine, vi sono speculazioni sulla possibilità che Twitter diventi a pagamento, non essendo Musk particolarmente fan delle sue inserzioni pubblicitarie. Tuttavia, esiste già da alcuni mesi Twitter Blue, un abbonamento mensile che offre agli utenti alcune funzioni premium sulla piattaforma, come la funzione undo (una finestra di 30 secondi in cui è possibile revisionare il tweet prima di pubblicarlo definitivamente- una sorta di prototipo dell’edit button) ma che ad oggi è sperimentabile sono negli Stati Uniti, in Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Il commento del fondatore e la risposta dell’azienda

Jack Dorsey, fondatore ed ex CEO di Twitter, subito dopo la notizia ha rilasciato una serie di tweet, in cui afferma che il suo solo rimpianto è stato aver “lasciato” nelle mani di Wall Street l’azienda per fin troppo tempo e che, anche se la sua opinione è sempre stata quelle di considerare Twitter “un bene pubblico, non un’azienda” che nessuno dovrebbe possedere o gestire, “Elon è l’unica persona di cui mi fido”. Va anche detto che, grazie a questa mossa commerciale, Dorsey, che deteneva il 2,4 % delle azioni della società, guadagnerà circa 978 milioni di dollari. Sicuramente ai piani alti del consiglio di amministrazione, il sentiment non è lo stesso. Più volte Musk aveva cercato di accedervi aumentando il numero delle proprie azioni, e le sue proposte di acquisto sono state ripetutamente respinte. La testata Politico.com ha persino rivelato che l’avvocatessa Vijaya Gadde– dirigente incaricato di gestire questioni delicate come le molestie e i contenuti pericolosi nell’azienda- dopo l’ufficializzazione della notizia è scoppiata in lacrime durante una riunione con i propri colleghi, manifestando preoccupazioni per l’evoluzione della vicenda e su come l’azienda potrebbe cambiare sotto la guida di Musk.

L’attuale CEO, Parag Agrawal, entrato in carica solamente nel Novembre 2021, ha ammesso subito dopo l’acquisizione che il futuro della piattaforma, dei suoi dipendenti e di sé stesso in primis, sono incerti. Ha affermato in un tweet : “Ho accettato questo lavoro per cambiare Twitter in modo migliore e corretto dove ne abbiamo bisogno e migliorare il servizio. Orgoglioso dei nostri dipendenti che continuano a lavorare con concentrazione e urgenza nonostante il clamore”. In conclusione, il mondo, ma soprattutto gli utenti affezionati di Twitter sono divisi fra i curiosi e divertiti da una parte e i preoccupati e pessimisti dall’altra, ma considerata l’imprevedibilità che contraddistingue il futuro proprietario, tutti dovrebbero essere contemporaneamente l’uno e l’altro.

Di Giulia Padova

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*