Esprimersi liberamente sui social: utopia o realtà?

Il miliardario si proclama paladino della libertà di parola

Foto presa dal profilo Facebook di: The Logical Indian

25 aprile 2022. Svolta epocale per l’universo dei social network. Il proprietario di SpaceX e di Tesla, Elon Musk, ha ufficializzato l’acquisto di Twitter per una somma di circa 44 miliardi di dollari. La scelta di questo investimento risiede nel fatto che per Elon la piattaforma debba trasformarsi in una sorta di “agorà”, libera da censure. Già il 24 marzo di quest’anno, come si legge su ilPost, il miliardario sudafricano aveva postato un tweet nel quale (attraverso un sondaggio) chiedeva ai suoi follower se era il caso di rendere accessibili gli algoritmi del social azzurro. Secondo Elon, così facendo, si poteva iniziare a rendere più trasparente il network. Tutto questo anche per consentire a più persone di raggiungere le tendenze. “È veramente importante che le persone abbiano la percezione e la possibilità di essere in grado di parlare liberamente nei confini della legge. […] Penso in generale che i rischi per la civiltà diminuiscano man mano che possiamo aumentare la fiducia verso Twitter come una piattaforma pubblica”, aveva dichiarato Musk.

In molti, però, si sono chiesti se effettivamente Twitter diventerà un social che tutelerà la libertà d’espressione, o se invece si trasformerà in un luogo nel quale ognuno è libero di dire quello che vuole senza conseguenze. Elon ha ribadito che bisognerà comunque rimanere entro i limiti della legge del proprio Stato, ma penso che forse si sia dimenticato che ogni Paese ha le sue regole, che non sono uguali per tutti. Per cui se io, per esempio, sono un cittadino di una nazione autoritaria (supponiamo la Corea del Nord), non penso che avrò gli stessi diritti e libertà di un ragazzo che vive in un territorio appartenente all’UE. Inoltre, il fatto che il miliardario di Tesla abbia deciso di rimuovere dalla quotazione in borsa Twitter, mi fa sospettare che lui voglia più che altro avere pieno controllo sul social network, come se fosse il suo piccolo regno da governare.

Piccole comunità online a rischio?

Su Twitter esistono tantissimi sottogruppi e categorie di utenti che rappresentano una minoranza all’interno del social ma che si sono uniti per difendere i propri diritti. Per esempio molto famosi possono essere Gay Twitter, Black Twitter, Trans Twitter o Twitter femminista. Come si legge su Wired, la scrittrice del Los Angeles Times, Erika D. Smith, ha citato alcune cause legali contro Tesla per problemi di pregiudizi etnici come motivo di preoccupazione riguardo ciò che ha in mente di attuare Elon. Per esempio, famoso fu il caso di un lavoratore nero, Owen Diaz. Come si legge su npr, in una intervista alla giornalista del sito citato, Camila Domonoske, si leggono le sue parole sui problemi legali in California, in uno stabilimento di Tesla: “rapporto di 39 pagine elenca esempio dopo esempio. È solo una pagina dopo l’altra di accuse: uso abbondante di insulti razzisti, tra cui la parola N, graffiti razzisti, lavoratori neri e solo lavoratori neri assegnati a strofinare il pavimento con le mani e le ginocchia, ai lavoratori neri negate le promozioni, puniti più severamente di colleghi ed essere oggetto di ritorsioni. Non si tratta di una singola persona o di un incidente(…)C’è una lunga storia di razzismo e molestie sessuali negli stabilimenti automobilistici e Tesla è stata accusata di entrambi. Ma la cosa più rilevante per questo caso, Tesla ha affrontato molteplici cause legali sul razzismo. Il più famoso è stato quello di Owen Diaz, che ha parlato con me questa settimana. Ha lavorato presso Fremont nel 2015 e nel 2016. Ha citato in giudizio, citando insulti e graffiti razzisti. Dice di essersi lamentato di un supervisore che lo ha molestato e che Tesla non lo ha protetto” . Tesla ha sempre negato la faccenda, addirittura spostando l’attenzione sul fatto che siano avvenimenti ormai lontani. Certi avvenimenti hanno destabilizzato le persone che ritengono questo evento spaventoso per quanto riguarda tutte le libertà che potranno avere utenti razzisti o xenofobi verso le minoranze. Come ha dichiarato anche Gilad Edelman su Wired Uk: “consentire di dire qualsiasi cosa sia legale significherebbe esporre Twitter al razzismo, all’antisemitismo, all’omofobia, all’incitamento alla violenza espliciti, e a cose peggiori ancora. (…) significa che non ha dedicato tempo a riflettere in modo serio sulla libertà di espressione prima di tentare di acquistare Twitter in nome della libertà di espressione”. Tutto questo mi fa pensare che account sospesi per motivi razziali, possano ben presto ritrovare la luce. Chissà, magari un tweet del vecchio caro presidente Usa, Donald Trump che reciterà: “Guess who’s back”.

Foto presa dal profilo Facebook di: While Black

Influenze sulla politica

Purtroppo per Elon, la sua politica integralista che riguarda la libertà d’espressione, non è stata priva di conseguenze. Come già avevo anticipato, se tu permetti su un social di essere totalmente libero di dire ciò che pensi, non tenendo conto che ci sono leggi diverse per i vari Paesi, succede poi un piccolo problemino. Quale? Per esempio, come si legge su Wired, il ritorno di tanti account legati a partiti di destra. Voi penserete “che problema c’è? Tanto devono comunque rispettare la legge, non diranno cose spregevoli”. Ed è qua che vi sbagliate. Proprio così. Perché nel caso non lo sappiate, in Paesi come gli Usa, ma anche l’Italia, non ci sono norme precise che riguardano il cosiddetto “hate-speech”. Per cui, bentornati insulti razziali! Tutto ciò è iniziato fin dalla prima notizia di acquisto di Twitter da parte di Elon. Infatti, Joe Mulhall, direttore della ricerca di Hope Not Hate, un gruppo britannico che si occupa di campagne contro il razzismo e il fascismo ha notato che sulla piattaforma avevano iniziato a spuntare nuovi account creati da individui e gruppi di estrema destra che erano stati precedentemente sospesi, tra cui l’attivista politico inglese con posizioni anti-islamiche Tommy Robinson e Britain First, un partito fascista britannico. Inoltre, non sono mancati insulti razziali verso alcuni dipendenti di Twitter. E’ il caso di Vijaya Gadde, responsabile legale di Twitter e immigrata negli Stati Uniti. Elon è dell’idea che avere su una piattaforma tanti utenti con valori ed idee opposte tra loro, possa aiutare il dialogo e la visione di nuovi punti di vista. Una idea un po’ troppo utopica, caro Musk. Abbiamo già visto su una miriade di social cosa significhi lasciare carta bianca alle persone. Commenti offensivi su YouTube, insulti alla persona su Instagram, offese razziali su Facebook quando si parla di politica e si scatena la guerra sinistra-destra. Tutti questi network, proprio per evitare ciò, hanno iniziato a controllare e sospendere account sospetti di incitare comportamenti non leciti. Il fatto che Elon, invece, voglia tornare ad uno stadio primordiale, nel quale ognuno è libero di fare ciò che vuole, fa paura. L’uomo più influente del mondo al momento, che controlla una delle piattaforme più usate, soprattutto in Usa.

Alcuni pensieri su questo avvenimento e conseguenze su alcuni profili

Sono in tanti i personaggi di rilievo che hanno commentato la situazione che si è creata dopo l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk. Ci sono personaggi a favore e altri che non lo sono. Per esempio, come si legge su Esquire, l’ex ceo di Reddit, Yishan Wong, ha dichiarato: “Quando Musk dice libertà di espressione, pensa a un’età mitica del web, durata più o meno fino al 2005-2010, in cui la rete era il simbolo di una fioritura dello spirito umano. Non lo fa apposta, per così dire: è nato nel 1971 ed è cresciuto con quella mentalità, frequentando la Silicon Valley ultra-idealista dei primordi, e ai suoi tempi il concetto di censura esisteva soltanto in relazione a gruppi conservatori e religiosi che volevano rimuovere contenuti sessuali o violenti dalle maglie di internet. Oggi la parola evoca tutt’altre associazioni, tutti sono di fatto a favore della censura, e tutti, a vario titolo, se ne sentono vittime. La destra è convinta che gli alti prelati di Twitter siano estremisti di sinistra dediti alla gender theory e al bavaglio ai conservatori, mentre la sinistra è certa che si tratti di cripto-fascisti che prendono di mira le minoranze e il popolo più progressista“. Anche l’attivista Shaun King ha criticato l’acquisto di Elon. “Apple e Google rimuoveranno Twitter dai rispettivi App Store se la piattaforma non modererà e rimuoverà i discorsi di odio sotto la gestione di Elon Musk”, ha dichiarato l’americano. I conduttori di Fox News Tucker Carlson e Mark Levin, invece, sono tornati attivi dopo periodi di ban. Carlson è stato sospeso da Twitter a marzo mentre Levin aveva lasciato Twitter a gennaio del 2021 per protestare contro il fascismo di Twitter. “Grazie alla nuova proprietà, ho deciso di tornare!”, ha twittato Levin. Anche alcuni personaggi di destra, come già citato in precedenza stanno cercando di riattivare i loro account. Curioso, infatti, anche il movimento di follower che ha generato questa situazione. Un account che ha guadagnato follower questa settimana è quello della parlamentare statunitense Marjorie Taylor Greene. Prima dell’annuncio di acquisizione di lunedì, la deputata della Georgia aveva 539.000 follower; martedì sera il numero dei suoi follower è salito a 632.000. Anche il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro nelle 24 ore successive all’annuncio dell’acquisizione ha guadagnato oltre 90.000 follower. D’altro canto, l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha perso oltre 300.000 follower mentre la cantante Katy Perry, che è la terza persona più seguita su Twitter, ha perso oltre 200.000 follower. Curioso, dunque, come sembra essersi trasformata subito in una “agorà” di destra questo social. I personaggi di sinistra perdono seguaci, mentre dall’altra parte ne acquistano. Penso che forse Elon non abbia considerato bene le conseguenze della sua azione.

La libertà d’espressione totale è davvero un bene?

Questa è la domanda che dovremmo farci, e che io in primis ritengo opportuno chiedersi. Secondo me, come in tutte le cose, esistono due lati della stessa medaglia. Uno sicuramente buono e giusto, perché tutti dovrebbero dire ciò che pensano, l’altro, però, complementare. Ovvero farlo in maniera adeguata, e attraverso un controllo da parte di una organizzazione apposita. Il discorso di Elon Musk sulla libertà di espressione, credo mostri qualche lacuna nel secondo punto. Più volte il sudafricano ha infatti, offeso senza troppi problemi, varie persone. Come si legge su Avvenire, solo qualche settimana fa lo ha fatto con Bill Gates. Ha pubblicato la sua foto con affianco una emoticon di un uomo incinto. Per cui, facendo di fatto body shaming. Inoltre, quattro anni fa, aveva pubblicamente offeso con il termine “pedo guy” uno speleologo inglese impegnato nel salvataggio dei ragazzi rimasti intrappolati in una grotta in Thailandia che lo aveva accusato di volersi fare pubblicità sfruttando l’emergenza. Oltre a questo, non ha mai vietato, anche dopo l’invasione subita dall’Ucraina, la diffusione attraverso i suoi satelliti dei contenuti russi. Credo che questo sia un po’ eccessivo, data la tragedia che è capitata. Elon è anche protagonista di numerosi tweet ironici, ma che sembrano ormai essere al confine tra l’ironia e la realtà. Per esempio, in un tweet del 28 aprile dove si legge: “Il prossimo passo è comprare Coca-Cola e reinserire dentro la cocaina”. Tutto questo secondo lui per eliminare ogni tipo di censura, anche se il problema è che si incita l’odio e discorsi ben più seri, come anche questo legato alla droga.

Foto presa dal profilo Facebook di: Create E-BT

Nonostante l’idea di Elon sia stata pensata in buona fede, probabilmente non sarà attuabile. Quello che penso è che ci possa anche essere un periodo di prova iniziale con meno restrizioni sul social network, solo per osservare le conseguenze che scaturiranno in quel lasso di tempo. Probabilmente questa fase servirà più a Musk che agli azionisti di minoranza di Twitter, che fino a poco fa conoscevano bene la potenza del social. Sarà utile per far comprendere al miliardario sudafricano che la sua idea è molto utopica. Considerare Twitter come “agorà”, nella quale tutti siano liberi di dire ciò che pensano, alimenterebbe odio tra le persone. Il contrario di ciò che vorrebbe il proprietario di Tesla, che ha più volte ribadito come il concetto di “piazza libera” che vorrebbe attuare online, per lui serva per unire le persone. Individui con idee diverse, secondo Musk, che si confrontano, aiutano la comprensione di altri punti di vista su tanti argomenti. Io penso che un nativo digitale della mia generazione sappia da solo che di solito è l’opposto, invece. Chiunque, dietro uno schermo, si sente potente e insuperabile, per cui dare la possibilità di esprimersi senza filtri alimenterebbe solo conflitti tra i vari utenti. Infatti, secondo me, interverrà presto qualcuno per cercare di mantenere un’ordine, una sicurezza, sulla piattaforma. Per evitare diffusioni di fake news, di messaggio d’odio, razziali, e via dicendo. Non ci resta che aspettare e vedere.

A cura di Samuele Piroli

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