La scomparsa di Emanuela Orlandi: verità nascoste
La storia di una famiglia che chiede giustizia per la propria figlia rapita nel 1983 e mai più ritrovata
Vatican girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi, è una docu-serie diretta dal regista Mark Lewis visibile sulla piattaforma di streaming Netflix, composta da quattro episodi di circa un’ora ciascuno, dal 20 ottobre 2022.
La serie nasce con lo scopo di raccontare e dare un senso alla tragica vicenda svoltasi all’interno delle mura Vaticane, dando l’occasione di parlare proprio ad alcuni dei protagonisti della vicenda.
La storia della scomparsa tra cronaca e documentario
Tutto comincia il 22 giugno 1983, quando Emanuela Orlandi, dopo essersi recata ad una lezione di musica, non fa più ritorno a casa. Lo stesso giorno, Papa Giovanni Paolo II arriva in Polonia e le immagini del suo arrivo prendono il loro posto all’interno delle case degli italiani. La famiglia di Emanuela per prima si ritrova davanti alla televisione, ignara della tragedia che sta per colpirla. Da quel giorno i genitori e i fratelli della ragazza non si danno pace, ne denunciano la scomparsa, la cercano per le strade di Roma e quando comprendono di non star ricevendo l’attenzione che Emanuela merita, si conquistano uno spazio sui muri cittadini, imprimendo per sempre il volto sorridente della ragazza nella mente degli italiani.
Il fratello, Pietro, si fa portavoce della storia di Emanuela, mettendosi in gioco, andando in televisione e aprendo un blog dedicato alla sorella. Lo fa anche in questa docu-serie, presentandosi come narratore principale della vicenda, come guida speranzosa senza mai indietreggiare anche quando ripercorre i momenti più dolorosi vissuti dalla sua famiglia. La storia di Emanuela risulta da subito molto più complessa di un “semplice” rapimento.
Dopo la pubblicazione di un annuncio sul giornale da parte della famiglia, iniziano una serie di telefonate, spesso da parte di persone che non sanno nulla della vicenda ma che comunque vogliono entrare a farne parte. Queste telefonate assumono inaspettatamente un ruolo importantissimo in momenti differenti della vicenda, portando alla luce piste nuove, ma sempre più complesse.
La storia di Emanuela, già fortemente legata a quella del Vaticano in quanto sua cittadina, viene catapultata all’interno di un altro fatto di cronaca recente: l’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Come se non bastasse, il rapimento della giovane ragazza viene ricondotto a piste legate allo spionaggio internazionale, alla banda della Magliana (organizzazione criminale mafiosa che operava in Lazio, nello specifico nella città di Roma), a persone ai vertici del Vaticano, ma anche al rapimento di un’altra ragazza, Mirella Gregori, italiana e scomparsa poco tempo prima, il 7 maggio 1983.
Più le indagini procedono, più aumentano le piste che riportano al Vaticano che, tuttavia, non collabora con la polizia. Vengono trovati indizi che spesso si rivelano errati o addirittura fasulli e vengono mandate soffiate all’avvocato di Pietro Orlandi, che però si rivelano sbagliate.
Dopo anni di ricerche, di intrecci e di dolore, la verità resta celata dietro un muro di silenzio, ma la storia di Emanuela riecheggia nelle menti di tutti coloro che hanno vissuto questa vicenda e, grazie a questa docu-serie, anche in coloro che sono troppo giovani per ricordare i fatti, rendendo la sorridente ragazza un volto famigliare carico di attesa.
Perché vedere la docuserie:
La presenza in prima persona di molti dei protagonisti della storia è fondamentale per la narrazione, in quanto aiuta lo spettatore ad avvicinarsi alla vicenda in modo intimo, come se la si stesse sperimentando insieme a famigliari, giornalisti ed investigatori.
Si vedono numerose testimonianze all’interno della serie, anche se ci si accorge subito che alcune figure specifiche e fondamentali per la risoluzione della storia mancano. Questa assenza viene spiegata alla fine, anche se risulta comunque chiara la possibile motivazione. Molto importante è anche la presenza di professionisti che spiegano in modo chiaro e concreto quali azioni vennero fatte, aiutando la comprensione dello spettatore che si interfaccia per la prima volta a questa tipologia di docu-serie.
La trama scorre piuttosto velocemente, senza mai tralasciare dettagli ed entrando sempre nello specifico della vicenda. Ritroviamo spesso delle ripetizioni e delle riprese di eventi di cui si è già parlato. Questo aspetto della serie può senza dubbio risultare un possibile elemento di fastidio, un tentativo di riempire dei vuoti tra una pista e l’altra. In realtà non è così, in quanto, si insiste su alcuni argomenti, date e piste specifiche per rimarcare, in modo quasi impercettibile, la loro importanza, portando lo spettatore a ragionare su esse, facendolo quasi diventare un detective che lavora al caso.
Nella sua totalità, la docu-serie è impeccabile, dai contenuti alla fotografia. Accompagna lo spettatore dentro ad uno dei casi di cronaca più famosi d’Italia, stimolando la curiosità e incoraggiando a non dimenticare Emanuela e la sua storia. Gli interventi scelti, i protagonisti della vicenda e i reperti giornalistici di archivio si incontrano e incastrano alla perfezione, creando un racconto lineare e chiaro, totalmente in grado di tenere lo spettatore incollato allo schermo e con il fiato sospeso.
Se non si è soliti guardare questo genere di programmi, ma si vuole iniziare, “Vatican girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi” è un ottimo punto di partenza per avvicinarsi al mondo true crime. Il grande punto di forza si trova proprio nella delicatezza con cui si avvicina alla vicenda, senza “spettacolizzare” il dolore della famiglia, ma anzi, dandogli totale controllo sulla storia da raccontare.
La serie racconta e omaggia Emanuela, la rende attuale e importante, richiama l’attenzione di tutti verso la sua storia e punta il dito verso chi sa, ma non parla.
di Annachiara Barotti
La serie Netflix è particolarmente complessa, date le numerose piste d’indagine che si ripercorrono e grazie alle considerazioni finali di questo articolo ho colto altri punti di vista importanti. Complimenti.