“Vedere Oltre”: anche Parma ricorda Luigi Ghirri, maestro della fotografia italiana
Con "I labirinti della visione" si rende omaggio all'artista che con i suoi scatti ci porta nelle varie sfaccettature del paesaggio culturale italiano
La città di Parma conserva, valorizza, rende omaggio, ringrazia l’arte e la mette in mostra. Al Palazzo del Governatore di Parma fino al 26 febbraio 2023 è presente la mostra “Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991“. L’iniziativa, curata da Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, è promossa dal Comune di Parma in collaborazione con CSAC – Cento Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma – e Archivio Eredi Luigi Ghirri, in ricorrenza del trentennale della scomparsa del fotografo di Scandiano.
Fa parte del calendario eventi del progetto “Vedere Oltre” promosso dalle città di Reggio Emilia, Modena e Parma, alle quali Luigi Ghirri era particolarmente legato e fondamentali per la sua produzione artistica, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e di APT Servizi Emilia-Romagna.
Luigi Ghirri è un importante fotografo originario di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Inizia le sperimentazioni fotografiche nel 1969 durante i numerosi viaggi in Italia e in Europa. Espone per la prima volta nel 1972 nella Hall del Canalgrande Hotel di Modena per circolo Sette Arti Club e per tutti gli anni settanta si concentrerà sulla consolidazione della sua visione: l’immagine naturale e quella artificiale, l’ambiguità del paesaggio contemporaneo, la citazione della storia, l’immaginario del consumo. Nello stesso periodo inizia la sua collaborazione con lo CSAC di Parma e soprattutto con Arturo Quintavalle; ad oggi lo CSAC conserva la più ampia raccolta di suoi vintage-print, a cui dona periodicamente aggiornamenti. Parallelamente all’attività di ricerca Ghirri si dedicò anche a quella di promotore e curatore di iniziative culturali collaborando con il Comune di Modena, di Ferrara e di Reggio Emilia. Il 1979 è l’anno dell’importante antologica presso l’Università di Parma, a cura di Massimo Mussini con un testo di Arturo Carlo Quintavalle, prima occasione di riflessione approfondita sulla sua ricerca, che raccoglie tutti i lavori realizzati fino a quel momento, riorganizzati in serie e commentati in catalogo dallo stesso Ghirri.
Luigi Ghirri muore improvvisamente il 14 febbraio 1992. La casa-studio di Roncocesi ne custodirà la memoria attraverso le numerose stampe e la sua ricca biblioteca di saggistica e di fotografia mentre l’Archivio della sua opera viene custodito nella Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.
La mostra a Palazzo del Governatore di Parma
L’esposizione di oltre 200 opere fotografiche delinea e restituisce la moltitudine di influenze che l’artista ricevette nel corso della sua carriera artistica: quelle documentarie di Dorothea Lange e Walker Evans, i paesaggi in chiave post-Bauhaus di Bruno Stefani, Carlo Naya, e le riflessioni sul paesaggio dei fratelli Alinari.
Parte della mostra – 153 fotografie – ripropone la caratteristica cornice di colore nero, rifacendosi allo stile usato da Ghirri per il mockup del volume “Viaggio dentro un antico labirinto” realizzato e curato con Carlo Arturo Quintavalle e pubblicato nel 1991, l’ultima monografia prima della scomparsa del grande fotografo nel febbraio del 1992.
L’intero percorso è arricchito da citazioni provenienti dalla raccolta stessa e collaborati di Ghirri per approfondire e intensificare questa fantastica esperienza.
La mostra è arricchita da un calendario di eventi in itinere, tra cui laboratori di fotografia per bambini, oltre alla presenza di esperti e studiosi dell’opera ghirriana e sul grande impatto che questa ebbe sulla cultura del secondo novecento.
“Penso di essere un fotografo solo come seconda parte, per la prima sono una persona, come tale penso, e il pensiero è l’elemento fondamentale di quello che faccio” cita il trailer del film-documentario “Infinito – L’universo di Luigi Ghirri” dedicato alla vita del fotografo emiliano, proiettato in una sala della mostra stessa.
La ricerca “Ghirriana”
Ghirri restituisce agli occhi una malinconica visione di spazi, architetture, nature pure e paesaggi, celebrazioni di colori tenui e di sconfinati sguardi. I suoi scatti dimorano nell’incontaminato, negli scorci dove gli occhi non arrivano. L’esposizione tra i corridoi del Palazzo del Governatore permette di osservare lo studio attento e al contempo libero dei suoi scatti, preserva un viaggio silenzioso e al tempo stesso caratterizzato dal baccano delle nostre riflessioni.
L’esposizione intende anche ricordare come il rapporto tra Ghirri e Parma sia stato molto influente e fecondo.
Nel 1984 Ghirri fu membro del Comitato Esecutivo della Sezione Fotografia CSAC, contribuendo a partire dalla prima metà degli anni Settanta a raccogliere fotografie storiche per le sue raccolte, oltre ai laboratori fotografici che tenne presso l’università di Parma. Riferimenti fotografici a questo periodo si ritrovano negli scatti della Certosa di Parma (del 1985) e del Teatro Farnese (del 1986).
Importante per la ricerca “Ghirriana” fu anche la riflessione sulle immagini “New Photofraphy USA” esposte nel 1972 allo CSAC di Parma, insieme alle immagini del paesaggio italiano di Bruno Stefano esposte, invece, nel 1977.
Quello che Ghirri percepiva e catturava nei propri lavori era il fascino dell’imprevisto, l’immediatezza che abitava lungo i margini dei fossi, tra le case diroccate della pianura padana, lungo i viali intrisi di solitudine.
Il percorso dei ‘Labirinti della visione’
All’interno delle sale del Palazzo del Governatore vanno delineandosi diversi contesti, contrapposizioni concettuali della fotografia, esperienze che aiutano a riflettere sulla vasta conoscenza di tecniche e nuove forme che fuoriuscivano dall’arte ghirriana.
All’interno del primo spazio espositivo troviamo le raccolte bibliografiche di Luigi Ghirri conservate allo CSAC di Parma; alle pareti si ammirano le opere fotografiche provenienti dai numerosi viaggi in Italia dell’artista, alla ricerca della propria forma paesaggistica: spiagge, mari in posa che raccolgono il senso del limite, le coste del sud, e ancora l’Emilia Romagna, le ville modenesi, i monumenti e le architetture antiche, la ricca flora di campagna accompagnata dai suoi vividi colori.
L’esposizione nella sala seguente consente di intuire quali sono state le influenze dell’opera di Ghirri grazie a confronti fotografici significativi. Le opere del fotografo americano Walker Evans sono state alla base di tutte le sue future interpretazioni personali e professionali, ritenuto l’artista più amato dal fotografo emiliano. Nell’esperienza immersiva tra le fotografie di Ghirri si palesa, inoltre, una significativa passione e avvicinamento con l’arte pittorica di Giorgio Morandi.
Il fotografo era affascinato dallo studio e dalla disciplina della disposizione degli oggetti, dalla luce, dalla contemplazione degli oggetti comuni, dalla postura delle cose. Ghirri affermava che “nel fotografare, la cosa più importante è la postura, la posizione del corpo e quello dello sguardo, perchè ogni cosa deve essere vista a suo modo“.
Nella sala conclusiva della mostra è rappresentata l’esperienza d’oltralpe di Ghirri. Invitato ad Amsterdam dal presidente della Polaroid International, Manfred Elting, realizzerà delle grandi stampe con ritagli di giornale, giocattoli per bambini e soprammobili.
“Per fotografare bisogna guardare, bisogna scoprire, bisogna confrontarsi con diverse realtà. Il viaggio è stato il suo modo di vedere il mondo, gli occhi mai nascosti dall’obiettivo ma sempre in prima linea per catturarne l’essenza voluta” sosteneva il fotografo.
Informazioni utili
La mostra è visitabile a Palazzo del Governatore, a Parma in piazza Garibaldi, fino al 26 febbraio 2023.
Orari di apertura: Da mercoledì a domenica e festivi dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso 18.30)
Per informazioni:
IAT R – Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica di Parma
Tel. 0521-218889
Info: turismo@comune.parma.it
www.parma2021.it
di Pradama Caputo
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