Ma che cos’è mai questa Teoria del Gender? Chi si oppone, come e perché?

Al convegno di Uaar Parma la ricercatrice in Sociologia Sara Garbagnoli fa un'attenta analisi della crociata, lanciata dal Vaticano e ripresa da una parte della politica, contro il concetto di genere, svelando infine l'infondatezza del termine di ideologia gender

Il 24 febbraio si è tenuto presso il Complesso di San Paolo il convegno di UAAR Parma (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) dal nome “Ma che cos’è mai questa ‘teoria del gender’? Chi vi oppone, come e perché?”. Ospite dell’evento era Sara Garbagnoli, ricercatrice in Sociologia nel Laboratoire d’Etudes de genre et de sexualité all’Università di Paris 8.

La tematica principale di questo convegno, come è intuibile dal titolo scelto, è la tanto criticata “Teoria gender“. Garbagnoli svela quindi il sorgere del discorso anti-gender, il suo arrivo nelle piazze, la sua internazionalizzazione e istituzionalizzazione.

Presente all’incontro anche l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Parma, Caterina Bonetti, che ha espresso nel suo discorso di apertura al convegno la sua preoccupazione riguardo alla comparsa di manifesti anti-lgbt in città. Bonetti auspica che ci possano essere sempre più eventi come quello in questione per “aprire la testa, allargare i propri confini e accogliere tutte le comunità presenti a Parma“.

Origine del discorso anti-gender

Mi sono interessata alle questioni di genere dal 2005. L’effetto di precocità è legato alla mia traiettoria di vita: sono una donna lesbica italiana” spiega Sara Garbagnoli che poi riflette su una particolarità del Bel Paese: “In Italia si sente spesso parlare il Papa in tv, e le televisioni pubbliche fanno da cassa di risonanza al Capo dello Stato vaticano” . All’epoca, nel 2005, il Papa era Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), uno dei pochi personaggi della scena pubblica a parlare esplicitamente di genere.

Le campagne anti-gender sono un insieme di attacchi alle politiche che lottano contro le discriminazioni subite da donne e membri della Lgbtqia+, ma anche attacchi contro i saperi che presentano il sesso e la sessualità non come categorie naturali ma come qualcosa che ha a che vedere con la storia e la politica” spiega Garbagnoli, che definisce infatti due tipi di specificità che caratterizzano queste campagne: di forma e di politica appunto. Nel primo caso vengono attaccate quelle che loro chiamano “gender, teoria gender o ideologia gender”, nel secondo caso, il discorso viene abbracciato da esponenti politici conservatori provenienti da diverse nazioni.

Ma quando nasce effettivamente questa necessità di attaccare i diritti delle donne e della comunità Lgbtq+? “Nel 1995, ONU organizzò la Conferenza Mondiale sulle donne a Pechino e il Vaticano segnalò la sua preoccupazione per una categoria fastidiosa” afferma Garbagnoli. Successivamente, nel 2003 viene pubblicato Lexicon, a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che include gli scritti di diversi esperti su pericoli che derivano dall’uso della categoria di genere.

“Il Vaticano reagisce perché c’è una politicizzazione delle questioni sessuali” spiega Garbegnoli, aggiungendo che questo sarebbe stato un problema per tutti coloro che avrebbero voluto esprimere omotransfobia e sessismo. “Il concetto di genere afferma che le norme che definiscono le relazioni tra uomini e donne non si basano su un ordine naturale, ma su processi di naturalizzazione che fanno apparire queste relazioni naturali“.

Lotte per i diritti, rivendicazioni, riforme come quella del matrimonio egualitario, studi su sessualità, diritti delle donne, vengono tutti uniti sotto l’ombrello del termine Ideologia gender“.

Strategia anti-gender

Per bloccare l’apertura della società all’uguaglianza e al rispetto reciproco, la Chiesa e altri agenti mettono in atto una diabolizzazione del concetto di genere e una eufemizzazione del proprio discorso. “Creano un ‘loro’ (i nemici) e un ‘noi’. Il discorso deve arrivare ad un numero più variegato possibile, perché si vuole federare al di là dei cattolici, riprendendo un’idea di senso comune secondo la quale uomini e donne sono per natura diversi e le coppie eterosessuali sono le uniche naturali. Si presentano come difensori dell’umano e utilizzano la parola transumani per coloro che non abbracciano il loro discorso” spiega Garbagnoli.

Il primo raduno organizzato per trasmettere il loro messaggio è il Family Day del 2007 a Roma (con portavoce Eugenia Roccella, attuale Ministra per le pari opportunità e la famiglia) e Madrid. In quella occasione, spiega Garbagnoli, “Angela Pellicciari, storica vicina agli ambienti neocatecumenali, scrisse un libro riguardante il futuro del movimento anti-gender, che a sua detta doveva diventare un progetto di contro-egemonia culturale (citando Gramsci) e diventare lo spettro che aleggia per tutta Europa (citando Marx)”.

“Un decennio dopo sono diventati uno spettro che si è diffuso in tutta Europa e non solo. Dal 2010 assistiamo inoltre a centinaia di manifestazioni che hanno avuto luogo in diversi paesi”, come quelle scoppiate in Francia nel 2012 continua Garbagnoli. “Queste collettivi si chiamavano Manif pur tous e invece di opporsi semplicemente alla proposta sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, affermano di scendere in piazza per difendere i bambini, che hanno il diritto di avere un papà e una mamma“: un esempio di eufemizzazione del discorso appunto.

Questi gruppi dicevano di rappresentare la vera resistenza contro il totalitarismo gay, usando anche la figura di Ghandi e invocando l’aiuto dei caschi blu. Nonostante le proteste, però, il matrimonio venne approvato, ma alcune riforme, come i programmi educativi contro gli stereotipi di genere, vennero bloccate e tutt’ora lo sono.

Italia

Nel 2013 scoppiarono delle proteste anche nel nostro paese, col nome di Manif pour tous Italia. Erano organizzate contro le proposte di legge per la lotta all’omofobia, l’introduzione delle unioni civili e di programmi educativi non sessisti.

“Il movimento anti-gender italiano è legato a Citizengo, una piattaforma spagnola fondata da Ignacio Arsuaga, attiva in più di 50 paesi e che alimenta campagne contro l’uguaglianza di genere e sessualità. Altre connessioni internazionali tra movimento italiano e organizzazioni transazionali è il Congresso delle famiglie (riunito nel 2019 a Verona), fondata negli anni ’90 da evangelisti americani e ortodossi russi, sempre contro diritti delle donne e della comunità Lgbtqia+” spiega Garbagnoli.

Le azioni organizzate per diffondere il messaggio anti-geder erano principalmente due all’epoca: le conferenze anti-gender, organizzate in parrocchie e auditorium e presiedute da presunti esperti in realtà vicini ad associazioni antiabortiste e tradizionaliste; e le sentinelle in piedi, attivisti che si presentano come cittadini apolitici e areligiosi che lottano per la libertà di parola, col fine di impressionare il pubblico e vittimizzarsi.

Ci sono poi stati i Family Day del 2015 e del 2016, in cui a differenza di quelli del 2007, erano presenti anche figure politiche (come Mario Adinolfi) e in cui l’Europa veniva definita “Gayropa” o “Gaystapo“. Queste manifestazioni, dice Garbagnoli, hanno avuto molto successo perché hanno portato alla nascita della teoria gender come termine giornalistico, e alla nascita di termini come eterofobia oltre a paragoni tra aborto e femminicidio.

Infine, nel 2018 e nel 2022, si è assistito alla istituzionalizzazione del discorso, con la salita al potere di Matteo Salvini e Giorgia Meloni e la minaccia dei diritti al divorzio, all’aborto e all’educazione. “I partiti di estrema destra, inoltre, si oppongono alla grande sostituzione – idea cospirazionista secondo la quale ci sarebbe un processo di sostituzione etnica della popolazione europea con un conseguente crollo della civiltà – sostenuta dalla ‘lobby omosessuale’. Vogliono naturalizzare le frontiere tra i sessi, le frontiere dell’occidente, attaccando i diritti delle donne e della comunità Lgbtq+” spiega Garbagnoli.

Per concludere, la teoria gender non è altro che un’invenzione cattolica per evitare l’allontanamento della società dagli ideali su cui si fonda la Chiesa stessa. Non a caso, questa finta ideologia, raggruppa concetti che non hanno a che vedere gli uni con gli altri, raffigurandoli come pericolosi. Il vero pericolo però è pensare che due persone che si amano siano innaturali.

di Gabriele Scarcia

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