Martina e Francesco: onore e responsabilità di chiamarsi Accademia Teatro alla Scala

"LA MOTIVAZIONE VIENE DA NOI STESSI": VITA DA GIOVANI ARTISTI AL FESTIVAL VERDI

Martina e Francesco, Accademia Teatro alla Scala - foto di Roberto RicciSalgono sul palco del Teatro Regio di Parma i ballerini della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. I giovani talenti portano in scena al Festival Verdi 2014 lo spettacolo SempreVerdi. Tra loro Martina Arduino e Francesco Leone: due ballerini che, a soli diciotto anni, con dedizione, fatica e passione, lavorano per realizzare i loro sogni.

Come vi siete avvicinati al mondo della danza?

Martina: “Mia madre accompagnava mia sorella a lezione di danza quando ero piccola e ho voluto provarci anch’io, e da lì non ho più smesso.”
Francesco: “Più o meno come è successo per Martina, mia madre accompagnava mia sorella a lezione e io mi sono buttato.”

Nel vostro ambiente il Festival Verdi é un festival importante? È un traguardo per voi?

Martina: “Festeggiare duecento anni dalla nascita di Verdi danzando sulle sue note è una cosa molto bella, emozionante, una nuova esperienza.”

Facendo i ballerini, siete riusciti a conciliare danza e studio?

Martina: “È stato difficile per me. Ho fatto una scuola privata e sono riuscita a diplomarmi un anno prima per poter fare questo ultimo anno in Accademia concentrandomi solo sulla danza.”

 

Quando avete capito che la danza sarebbe stata la vostra strada?

Martina: Mi è sempre piaciuta, crescendo ho acquisito una certa maturità.
Francesco: Anche vedendo i ballerini in teatro ho capito che questo é il mio mondo. E’ quello che voglio fare da grande.

C’è mai stato un momento in cui avete pensato “basta, mollo tutto”?

Francesco: “Le difficoltà ci sono, ma non così grandi da pensare di lasciare tutto.”
Martina: “Difficoltà sicuramente ne abbiamo incontrate ma lavorando siamo riusciti a superarle.”

La spinta ad affrontare il tuo percorso viene solo da te stesso o agiscono anche fattori esterni?

Francesco: “La motivazione viene da noi stessi ma ricopre un ruolo fondamentale anche l’insegnante, che ci sprona a fare sempre meglio.”

C’è un coreografo con cui vorreste lavorare?

Martina: “Mi piacerebbe molto lavorare con Nacho Duato, spero di averne la possibilità. In occasione del Festival Verdi stiamo lavorando alla coreografia Serenade di Balanchine, quindi abbiamo avuto l’onore di lavorare con Patricia Neary, la sua assistente.”

La vita di un ballerino come si svolge?

Francesco: “Difficile trovare tempo per divertirsi. Usciamo di casa per le sette e trenta del mattino, poi le lezioni di riscaldamento e le prove, fino al tardo pomeriggio. Il liceo è dalle 16 alle 21,30.”

Far parte della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala è una grande soddisfazione. Cosa significa per voi?

Francesco: “È un onore, considerando che, da questa scuola, sono usciti grandi ballerini.”
Martina: “È un’opportunità grandissima che abbiamo avuto.”

Il balletto classico attrae una grande fascia di pubblico, ma non tra i giovanissimi. Perchè?

Francesco: “La danza non è per tutti. Molte persone vorrebbero fare i ballerini ma non tutti hanno questa possibilità, a causa di diversi fattori, primo tra tutti il fisico.”
Martina: “Per andare a vedere uno spettacolo bisogna essere appassionati.”

Se non aveste intrapreso questa carriera cosa avreste voluto fare “da grandi”?

Martina: “Da piccola ho sempre sognato di fare la farmacista, entravo in farmacia ed ero attratta da questo buon profumo.”
Francesco: “Io avrei voluto fare il militare, in famiglia ho avuto molti esempi che si sono arruolati nelle forze dell’ordine.”

 

di Alice Caro, Francesca Perconti, Iosetta Santini, Silvia Palmieri

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