L’arte del ‘900 nella campagna Parmense: La Fondazione Magnani-Rocca presenta la mostra su Felice Casorati e il focus su Fellini
Ingresso ridotto per gli studenti dell’università con la possibilità di vedere i grandi maestri del secolo scorso e molti altri artisti
Ingresso ridotto per gli studenti dell’università con la possibilità di vedere i grandi maestri del secolo scorso e molti altri artisti
La Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo, provincia di Parma, ospita una vasta collezione di opere d’arte. Ad oggi, fino al 2 luglio, presenta Felice Casorati ne: “Il Concerto della Pittura” e lo fa incontrare idealmente con il regista Federico Fellini. Idea e allestimenti sono curati da Stefano Roffi, che insieme a Giorgina Bertolino e Daniela Ferrari portano l’arte del ‘900 nella campagna del parmense. L’ingresso è ridotto a 5€ per gli studenti dell’università di Parma con student card.
Com’è nata l’idea di una mostra su Felice Casorati?
“La fondazione ha già dedicato varie mostre ai grandi del ‘900 italiano come De Chirico e Burri. In questa indagine non poteva mancare Casorati, in quanto è un esponente eccelso di questo periodo”, ha dichiarato Stefano Roffi.
Alla Magnani-Rocca sono esposti anche grandi maestri dell’arte del passato. Pittori come Van Dick, Goya e scultori come Canova, rendono questa villa di campagna una delle più grandi collezioni private d’Italia. Riguardo la mostra su Felice Casorati, Roffi continua: “Abbiamo poi pensato di metterlo in comunicazione ideale con la figura di Luigi Magnani, il fondatore della Magnani-Rocca. Non si sono mai conosciuti, ma presentano due anime così affini che sembrava interessante ospitare una mostra su Casorati in questa villa. Il tema della musica e la passione per artisti come Cézanne li unisce idealmente. Probabilmente se si fossero incontrati sarebbero entrati in sintonia, cosa che abbiamo cercato di fare in questa mostra”.
“Il Concerto della Pittura” quando la musica incontra il colore
Accostare la pittura alla musica per certi versi è rischioso, due arti così vicine eppure così diverse, modi di espressione poliedrici e quasi sacri nei loro confini. In Casorati però questi due mondi finiscono per fondersi. “Questo deriva dalle sue vicissitudini personali. Da bambino era estremamente appassionato di musica. La sua passione lo porta ad impegnarsi talmente tanto da avere problemi di salute, la classica follia per l’arte. Il medico gli impedisce di dedicarsi alla musica. Il padre, per compensare, gli regala una scatola di colori per dipingere. Poteva essere un passatempo temporaneo per un bambino malato, ma Casorati si appassiona alla pittura, senza però lasciare la musica. Per questo in ogni sua opera c’è un riferimento musicale”
Non a caso, il quadro simbolo dell’esposizione si chiama: “il Concerto”. Rappresenta una figura femminile in pose diverse che suona la chitarra e proprio l’armonia musicale pervade tutta la tela. Un’armonia che fa ballare l’occhio dell’osservatore e lo stupisce con i ritmi delle pose e del colore.
Manuale per un buon visitatore: a cosa fare attenzione quando si guarda un dipinto di Casorati
Trattandosi di un artista molto prolifico, possiamo vedere che il suo stile evolve nel corso della carriera. Felice Casorati però continua, nonostante i cambiamenti nelle sue rappresentazioni pittoriche, ad essere fedele a sé stesso. Così il curatore, Stefano Roffi ci spiega a cosa dobbiamo fare attenzione. “Cambiano i colori, le impostazioni e le tematiche. Però mantiene sempre fede alla propria personalità originaria. È molto curioso e sorprendente. In alcuni quadri ha una resa naturalistica e altre volte più artificiosa, con la ricerca di effetti che fanno pensare al surrealismo. Credo che il pubblico resterà piacevolmente sorpreso da queste evoluzioni, che non intaccano però l’autenticità originaria dalle prime opere”.
“Le Signorine”, il dipinto con il maggior successo
All’interno della mostra, specialmente durante ore di punta, c’è una particolare affluenza di persone attorno al quadro de “Le signorine”.
“Quattro figure femminili, enigmatiche e intriganti, presentano ai loro piedi una minuziosa e studiata collezione di oggetti, animali e nature morte. I particolari sorprendenti di questo quadro lasciano spazio a un mistero dietro queste quattro donne. Non si capisce cosa Casorati voglia costruire mettendole vicine. Quello che sappiamo è che i loro nomi evocativi fanno da sfondo ad una misteriosa tela alla quale il visitatore deve solo lasciarsi trasportare”.
Un mistero dietro i volti delle protagoniste, un puzzle di oggetti e animali e un carosello di emozioni dal cupo al gioioso, rendono questo quadro di Casorati un capolavoro da osservare con estrema attenzione per non lasciarsi sfuggire alcun particolare.
Felice Casorati e Federico Fellini, due maestri del ‘900 in un unico film
Una piccola inquadratura, momentanea e forse sfuggita all’occhio degli spettatori, è stata la scintilla che ha unito il genio di Federico Fellini a Casorati. Alla Fondazione Magnani-Rocca viene infatti proposto un focus sulla figura del regista. Nei suoi film non lasciava niente al caso e proprio in uno dei suoi capolavori, “La dolce vita”, inquadra uno dei dipinti di Casorati.
La scelta di unire questi due grandi artisti del ‘900 viene spiegata dal curatore della mostra, che evidenzia i temi che sia Fellini che Casorati, hanno voluto trattare nelle loro opere.
“Nel film La dolce vita, che ha consacrato Federico Fellini nel mondo, viene inquadrato un dipinto di Casorati presente in mostra, “Le due sorelle, libro aperto e libro chiuso”. Attraverso questa inquadratura Fellini ha voluto forse dare una chiave interpretativa del film. Tra gli anni 50 e 60 del ‘900, la figura femminile cambia. La donna passa dall’essere relegata a pochi ruoli a diventare un caleidoscopio di soggetti. Fellini rappresenta questo cambiamento nella società anche attraverso il quadro di Casorati. Una donna, la stessa, viene dipinta nuda e vestita, un libro aperto e un libro chiuso. Un simbolo di rinnovata coscienza sociale in cui si esprime la duplicità e le nuove possibilità di cui la donna diventa protagonista. Al tempo stesso è quindi un libro aperto, di facile lettura, ma resta ancora un libro chiuso, misteriosa ed enigmatica”.
La Fondazione Magnani-Rocca è un piccolo gioiello immerso nel verde della provincia di Parma, a Mamiano di Traversetolo. Qui si ha l’occasione di osservare da vicino grandi capolavori, allestimenti e mostre. Ma soprattutto per gli studenti dell’università di Parma è la possibilità di promuovere e vivere la cultura poco distante dal centro città ad un prezzo abbordabile.
di Giulio Zecchin
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