La lunga tradizione dei Goliardi di Parma: istituzione secolare dello svago universitario
Nelle giornate del 13,14 e 15 aprile si è tenuta l’antica Festa delle Matricole in Piazza Garibaldi, organizzata dal Ducato di Parma per tutti gli studenti universitari. Abbiamo intervistato il Duca di Parma, Francesco Francesconi, per spiegarci radici e usanze dei Goliardi
Quest’anno si è celebrata la 132esima edizione della Festa delle Matricole, organizzata dai Goliardi di Parma, portatori della più antica tradizione dell’Università di Parma; per questo motivo, abbiamo interpellato il Duca di Parma, Francesco Francesconi, nonché capo dei goliardi parmensi, per scoprire le origini e le usanze di questa istituzione secolare.
Difatti, la goliardia ha radici medievali, come spiega Francesconi: “Nata da coloro che chiamavano clerici vagantes, ovvero quelle persone che di fatto facevano parte del clero e giravano le neonate università, proprio per apprendere nozioni che spaziavano dalle arti liberali alla medicina e in diversi campi del sapere”.
“Noi affondiamo le nostre radici in quella tradizione, – continua l’intervistato – poi la goliardia per come la conosciamo oggi ha una matrice di fine Ottocento, tanto che la prima Festa delle matricole a Parma è stata organizzata nel 1892. È perciò una delle più antiche tradizioni universitarie, e sicuramente una delle più antiche presenti a Parma, che lega fortemente l’università ai suoi studenti e alla città stessa”.
Un altro aspetto che avvalora questa tesi dello stretto rapporto con i goliardi e Parma si è potuto osservare nel 2020, quando durante l’emergenza Covid-19 hanno aperto una raccolta fondi per l’Ospedale Maggiore, perché anche la goliardia si è sentita in dovere di contribuire a questi aspetti della società.
Tuttavia, Francesconi spiega che “la questione della raccolta fondi, realizzata dal mio predecessore Venia, è stata una parentesi legata a quel preciso periodo storico; noi ci occupiamo, oltre a portare avanti la tradizione goliardica parmigiana, di aspetti legati in senso più ampio alla cultura cittadina, ad esempio realizziamo operette goliardiche grazie al prezioso contributo di Unipr. L’ultima che abbiamo messo in scena si è svolta ad Europa Teatri, ma abbiamo preso contatti con il Teatro Regio per cercare di ampliare il nostro raggio d’azione, soprattutto perché nell’Ottocento gli universitari festeggiavano proprio all’interno del Teatro Regio; per questo, sarebbe semplicemente un ritorno alle origini, riuscire a far collimare questi aspetti: la goliardia, la sua storia e il tessuto sociale della città”.
Mantelli, feluche e anzianità goliardica: le tradizioni ancora in auge
Per i Goliardi, altrettanto importanti per mantenere la tradizione storica sono le insegne che indossano: “La feluca rappresenta l’anima del goliarda, per estensione dall’inizio del Novecento è stata adottata come copricapo degli studenti universitari, quindi tutti loro hanno il diritto di portare una feluca, che viene concessa dal Duca di Parma, cioè da me”, ci racconta l’intervistato.
“In questo senso, i mantelli e le placche rappresentano il tuo status gerarchico nel momento ‘qui e ora’, su ciò che rappresenti all’interno della goliardia”; questo stesso status gerarchico viene ben definito, scegliendo il Duca di Parma (da due anni a questa parte Francesco Francesconi), ovvero il Capo Supremo che, di conseguenza, sceglie il suo Governo. Ci sono poi i Capi Ordine degli Ordini Vassalli, “perché il Ducato di Parma è l’Ordine Sovrano, – specifica il Duca – e sotto di questo ci sono degli Ordini Nobili e Vassalli che amministrano le mie terre e battezzano nuovi giovani goliardi, ovvero i miei Feudatari, con i quali costruiamo il presente e il futuro della goliardia”.
La fratellanza e l’anzianità sono infatti due delle componenti principali di questa istituzione: la prima, già sentita nell’Ottocento quando si riunivano i Goliardi di molte università europee, è alla base dello spirito goliardico, perché “la goliardia è condivisione di momenti, – continua il Duca – della venerazione di Bacco, Tabacco e Venere, del percorso di studi e anche delle asperità che ci troviamo davanti mentre percorriamo questa strada”; mentre la seconda vuole essere una forma di rispetto e omaggio a chi li ha preceduti, perché “noi siamo qui perché qualcuno è stato prima di noi”.
Anche per questo motivo, molto di quello che fanno viene basato sulla storia, partendo dallo stesso nome “Ducato di Parma”, il quale si ricollega alla storia della città; “ma ovviamente il gioco evolve, non è rimasto così dall’Ottocento: la goliardia è tradizione e innovazione insieme, ha sempre un piede ben saldo in quella che è la propria storia, ma è votata al futuro”, spiega Francesconi.
Quest’ultimo ci tiene inoltre a specificare che “questa è una gerarchia, ma è anche uno specchio ironico di quella che è la società; tutto questo viene visto seppur con serietà, alla base della quale c’è l’ironia, uno scherzo con persone che ovviamente sono consapevoli di quest’ultimo e ne prendono parte. Non c’è nessuna prevaricazione, abuso o presa di potere, la goliardia non è questo, e tutto quello che viene fatto si svolge con spirito scherzoso e intelligente”.
Festa delle Matricole: la più antica festa universitaria
La Festa delle Matricole è la più antica festa universitaria della città di Parma, chiamata in questo modo perché viene organizzata dai Goliardi più anziani; ma era tradizionalmente (e, in parte, lo è ancora) la festa ini cui i giovani studenti si facevano battezzare: “Era una festa rivolta alle matricole che entrano alla scoperta di questo mondo, che sia il mondo dell’università o della goliardia”.
L’evento coinvolge l’Ateneo e il Comune, chiedendo i dovuti permessi per poter stare in Piazza Garibaldi per tre giorni, solitamente vicino al periodo delle festività pasquali, perché simbolicamente, per i Goliardi, la Festa delle Matricole è la loro Pasqua.
Come spiega il Duca: “Questa festa è un momento che ci riporta alle nostre radici più profonde, che ci collega in modo viscerale a quella che è la nostra storia e a quello che noi siamo oggi. In un mondo che forse un po’ perde il senso dell’ironia, noi cerchiamo di dare sempre questa visione critica del mondo, di noi stessi, della società che ci circonda e di quello che facciamo, questo credo sia il valore aggiunto della goliardia”.
“Siamo pare integrante della città, andando anche dal sindaco Michele Guerra per la consegna delle chiavi della città e dal rettore dell’Università di Parma per la commemorazione degli studenti caduti durante le guerre, ricordando quindi l’importanza e la centralità dei giovani dell’università in quello che è il tessuto sociale. I cittadini ci conoscono – continua Francesconi – e quando organizziamo la Festa delle Matricole, sono loro stessi a voler rendersi partecipi, contribuendo con generosi oboli all’organizzazione dell’evento”.
Francesconi spiega infatti che “la goliardia, in questo senso, non è slegata dalla vita, è proprio un approccio spensierato, ironico, canzonatorio, critico e satirico che i goliardi applicano anche alla loro vita quotidiana”, e invitando gli studenti a non avere timore di approcciarsi alla goliardia, perché la goliardia stessa esiste grazie agli studenti universitari.
“Per una nuova leva della goliardia parmigiana, – spiega il Duca – ci sono i nostri Ordini Vassalli. Gli studenti possono innanzitutto seguirci su tutti i nostri canali social, Ducato di Parma, per avere uno sguardo generale su quello che facciamo. Poi sicuramente, o il mercoledì o il giovedì, ci trovano al Tapas in Via D’Azeglio; in quelle serate possono venire e bersi una birra con noi (la prima offerta dai Goliardi) e conoscerci. È una cosa molto semplice che avviene in qualsiasi tipo di relazione umana”.
I Goliardi hanno inoltre una sede nel chiostro dell’università in Via D’Azeglio, accanto alla sala ristoro, come ci tiene a specificare Francesconi: “Tutti gli studenti ci possono trovare in queste due sedi; inoltre organizziamo anche passeggiate enoculturali, dando così modo agli studenti di scoprire la storia della città e la lunga tradizione goliardica di Parma”.
di Beatrice Guaita
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