Al via la 26esima edizione del Parma Film Festival
Come ogni novembre la città torna a illuminarsi di storie e incontri, tutto grazie alla settima arte. Innumerevoli sono gli appuntamenti in programma e non mancano all'appello anteprime, il concorso documentari, le retrospettive e gli incontri con esperti del settore. Tutto questo dall'11 al 20 novembre!
Si è tenuta ieri mattina al Cinema D’Azeglio la Conferenza Stampa dedicata alla presentazione della 26esima edizione del Parma Film Festival, presentata da Primo Giroldini (presidente del Circolo del Cinema Stanley Kubrick), dalla professoressa Sara Martin, dal critico cinematografico Filiberto Molossi, dal vicesindaco e Assessore alla Cultura Lorenzo Lavagetto e da Valentina Ricciardelli, presidente della Fondazione Bernardo Bertolucci.
L’incontro non è stato solo un momento di presentazione del ricco programma che caratterizzerà il Festival dall’11 al 20 novembre, ma è stato anche e soprattutto un amarcord di ciò che è Parma per il cinema.
Amarcord di Parma come culla della settima arte
“La nostra città ha una storia e una relazione con il cinema molto forte (…) siamo arrivati alla 26esima edizione del festival, che cresce in maniera rilevante ogni anno sia in termini di pubblico che in termini di proposta”, così Lorenzo Lavagetto inizia l’amarcord di Parma come epicentro dell’incontro tra cinema e città; discorso in cui si inserisce Primo Giroldini, che ricorda il convegno sul neorealismo che si è tenuto a Parma nel 1953; infatti “quest’anno ricorre il 70esimo anniversario delle giornate del cinema neorealista che furono organizzate a Parma nel 1953; tre giorni incredibili in cui i più grandi registi, sceneggiatori, critici cinematografici affollarono Parma per discutere questi temi”; prosegue il discorso sottolineando come Cesare Zavattini, Attilio Bertolucci, i fratelli Marchi e Luigi Malerba siano state le menti che hanno realizzato questo incontro. In seguito, è stato ricordato come l’amore per il cinema risalga ancora più indietro, precisamente agli anni ’20 in cui “Pietro Bianchi, Attilio Bertolucci e Cesare Zavattini hanno iniziano ad interessarsi di cinema” per poi sottolineare anche il ruolo del critico Baldassarre Molossi, padre di Filiberto, nel dare importanza a queste giornate non solo per Parma, ma anche per il cinema. At last but non least, Giroldini richiama alla mente la prima edizione del Festival, che si è tenuta ormai 26 anni fa, durante la quale il sindaco era proprio Stefano Lavagetto, padre dell’attuale Assessore alla Cultura.
Insomma, una storia tramandata letteralmente di padre in figlio.
Legame emblematico, quello tra Parma e la settima arte, rappresentato anche e soprattutto dalla figura di Bernardo Bertolucci che, in un modo o nell’altro, ha reso Parma internazionale. Quest’anno tra le numerose novità, infatti, c’è anche la presenza di una nuova collaborazione, con la Fondazione Bernardo Bertolucci (nata del 2021), che “siamo riusciti con grande felicità a portare nella nostra città”, come sottolinea Giroldini.
Valeria Ricciardelli, presidente della Fondazione, ha sottolineato la felicità di aver intrapreso questa collaborazione, e di come, già durante l’evento I like Parma (tenutosi tra il 30 settembre e l’1 ottobre) i cittadini siano stati entusiasti di entrare negli spazi di questa. Oltre a ciò, ha voluto sottolineare come quest’anno sia di particolare importanza non solo per la Fondazione, ma anche e soprattutto per Parma, dal momento che “il Parma Film Festival cade contemporaneamente a due ricorrenze speciali, che sono il trentennale di Piccolo Buddha e i 5 anni dalla morte di Bernardo, che è avvenuta il 26 novembre del 2018”. Il film, che quest’anno, pertanto, compie 30 anni, è l’ultimo capitolo della trilogia orientalista iniziata con L’ultimo imperatore (1987) e poi proseguita con Il tè nel deserto (1990), che quindi “chiude un momento importante della storia del cinema di Bernardo”. La celebrazione di queste ricorrenze è rappresentata dalla presenza del Premio Oscar Jeremy Thomas, grande amico di Bertolucci, che presenterà il film sabato 25 ottobre al Teatro delle Briciole.
Le anteprime, i premi, le masterclass e il concorso:
Il ricco e vasto programma di anteprime è stato presentato, invece, dal critico e giornalista Filiberto Molossi (Gazzetta di Parma) che, invece, ha voluto sottolineare come la scelta dei titoli sia stata influenzata dalla volontà di creare una rassegna che “fosse uno sguardo sul mondo, come può essere solo il cinema; cinema che è anche uno sguardo sull’uomo” e ancora come la scelta sia stata indotta dalla “persistenza del sentimento; che ora è uno dei concetti importanti, soprattutto del cinema odierno”, sentimento che sembra farsi più labile, ma che poi, soprattutto questa estate, è ritornato in tutta la sua potenza. La stessa locandina di Leo Ortolani, che richiama il fenomeno estivo del Barbienheimer, sottolinea questo ritorno dell’amore per le sale e di come, appunto, la gente sia tornata al cinema. E quindi, sono presenti anteprime come quella di Perfect Days di Wim Wenders, del nuovo film di Aki Kaurismaki, The Old Oak di Ken Loach; l’anteprima dell’ultimo Allen Coup de Chance, Misericordia di Emma Dante, Lubo di Giorgio Diritti. Tra i numerosi film, però, il vanto di questa edizione è rappresentata dall’anteprima mondiale di un film realizzato a Parma: Il paese del melodramma, scritto e diretto da Francesco Barilli con Luca Magri e Luc Merenda.
Ancora Molossi ha ricordato i premi: premio Schiaretti (“dedicato ad un nostro caro amico, critico della Gazzetta di Parma, Maurizio Schiaretti”) che quest’anno andrà a Linda Caridi, cui si aggiunge un altro premio, per la miglior serie televisiva della stagione, che va a Lino Guanciale per Un’estate fa.
Poi è stato il momento delle masterclass, presentate dalla professoressa Sara Martin che, dopo aver ringraziato gli studenti tirocinanti “senza i quali tante cose non verrebbero bene come vengono”, ha presentato gli ospiti di questa edizione. In particolare, Emma Dante che “è una regista teatrale e cinematografica, che racconterà il suo mestiere agli studenti”, cui seguirà Alberto Crespi “grande critico cinematografico” e per finire, ma non meno importante, Daniele Orazi. Quest’ultimo, risulta essere di particolare interesse dal momento che svolge un mestiere sconosciuto ai più, ma che risulta essere di particolare importanza nel mondo del cinema, infatti “fa l’agente, colui che si mette in mezzo tra l’attore e il regista, le altre figure del cinema e la produzione cinematografica”; soprattutto tramite la sua figura, pertanto, la professoressa sottolinea come il desiderio del festival sia quello di “far capire e conoscere agli studenti che cos’è la filiera cinematografica, che non è fatta solo di attori e registi, ma anche di tante cosiddette maestranze che fanno davvero il cinema”.
La docente ha poi presentato la Consulta Universitaria del Cinema, Workshop che si terrà il 13 novembre alla Casa della Musica, in cui i dottorandi e le dottorande di tutta Italia presenteranno le proprie ricerche.
Per ultimo è stato presentato il Concorso dei Documentari che, come gli anni precedenti, vedranno partecipare registi under 40. In totale sono state selezionate 7 opere che saranno proiettate al Cinema D’Azeglio e che verranno giudicati da ben tre giurie: La giuria del Festival (che quest’anno è presieduta da Valeria Ricciardelli), affiancata dalla Giuria degli studenti Universitari di UniPr e da una Giuria composta dal Gruppo Argento Vivo e dei Volontari della Cultura di Parma.
Oltre a ciò, come sempre, anche il pubblico cittadino sarà coinvolto in una votazione, in cui verrà scelta l’anteprima che è più piaciuta.
Il programma non finisce qui, pertanto vi lasciamo il link da cui potete scaricarlo e consultarlo.
Tra gli appuntamenti, non vanno dimenticati né il PRE-Festival (che si terrà giovedì 9) e un POST Festival.
Insomma, come ogni anno il cinema torna a far rivivere la città.
Non perdetevi questa edizione!
di Erika V. Lanthaler
crediti immagine iniziale: Parma Film Festival
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