NBA, tanti scandali quante star. Ma la Lega fa abbastanza?
Josh Giddey, giocatore degli Oklahoma City Thunder, è al momento indagato per presunti rapporti sessuali con una quindicenne: ennesimo caso di comportamenti inadatti o illegali da parte di cestisti dell’NBA
Josh Giddey, talentuosissimo cestista australiano classe 2001, si è ritrovato al centro delle polemiche dopo una serie di foto che lo ritraggono in situazioni fraintendibili con una ragazza che – dalle prime ricostruzioni – sembrerebbe avere avuto 15 anni al momento degli incontri.
La situazione esula dalle riviste di gossip ed entra di diritto nella cronaca giudiziaria dal momento che nello stato dell’Oklahoma l’età minima del consenso sessuale è di 16 anni. Nonostante le prime indagini a riguardo facciano emergere che la giovane potrebbe aver mentito ripetutamente sulla propria età – addirittura arrivando a mostrare un documento falso – i risvolti legali per Giddey potrebbero essere molto gravi: da 1 a 15 anni di carcere se fosse dimostrato che ha avuto relazioni con la ragazza prima che compisse 16 anni.
Inoltre, già diversi sponsor sembrano essersi allontanati dal giocatore, tra cui Weet-Bix, un marchio di cereali australiano di cui era testimonial già da un paio di anni con un contratto che arrivava a garantire 40 milioni di dollari. Ad averlo rimosso dai propri social, oltre alla citata società alimentare, è stato anche Chet Holmgren, suo compagno di squadra e amico molto stretto. Un danno di immagine non trascurabile quindi, ma se siete suoi fan non temete, l’NBA, nonostante voglia diventare leader mondiale in materia di diritti ed educazione, tende a perdonare comportamenti ben più gravi.
Le sospensioni di Miles Bridges e Ja Morant
Di solo un anno fa, infatti, è il caso di Miles Bridges. Il giocatore classe ’98 degli Charlotte Hornets ha saltato tutta la scorsa stagione per problemi con la legge, poi risultati in una condanna a 3 anni di libertà vigilata con la condizionale. Il motivo? Ha picchiato sua moglie davanti ai figli. Il risultato di una violenza domestica perpetrata da un atleta di 201 cm per più di 100 kg di peso è facilmente immaginabile, ma nel dettaglio: “Fratture a naso e polso, timpano lacerato, ferite al collo dopo un tentato strangolamento fino a una commozione celebrale”.
Viene agevole pensare che un’organizzazione apparentemente così vicina ai diritti delle donne e dichiaratamente sfavorevole a ogni forma di violenza com’è la National Basket Association abbia a sua volta penalizzato pesantemente il giocatore, no? No. Trenta partite di squalifica, venti per la scorsa stagione, dieci per quella ora in corso. Nemmeno la metà delle 82 stagionali e nella parte di stagione che meno conta.
Se non bastasse, di poche settimane fa è la notizia che l’ala degli Hornets ha anche violato la libertà vigilata andando per ben due volte a casa dell’ex moglie, minacciandola e danneggiandole prima l’auto, poi l’abitazione. Autodenunciatosi, ha risolto il problema pagando solo 1000 dollari di cauzione (il suo contratto da giocatore ci parla di 7.9 milioni di dollari annui). L’NBA ha invece totalmente evitato di commentare il fatto. La storia a lieto fine per Bridges si è poi conclusa con l’ovazione riservatagli dai suoi tifosi nel giorno del ritorno il campo, il 18 novembre.
Pressocchè le stesse partite di squalifica – cinque in meno – sono state assegnate alla superstar dei Memphis Grizzlies Temetrius Jamel Morant – per tutti Ja Morant – per la recidività nell’aver mostrato in varie dirette Instagram di portare con sé una pistola. Sommando questa sospensione alle otto giornate assegnate la prima volta che aveva mostrato l’arma in una live il risultato è di 33 partite fuori dal campo, più di quelle che ha dovuto scontare Bridges per un caso ben diverso.
L’esclusione di Kevin Porter Junior
Al settembre di quest’anno risale un altro caso di violenza domestica, presunta, perpetrato da un giocatore della Lega. Kevin Porter Junior, ventitreenne che prima dello scandalo giocava negli Houston Rockets, è stato accusato di aver aggredito e strangolato la propria fidanzata Kysre Gondrezick, ex giocatrice di basket nella WNBA. Il caso è tutt’altro che chiuso dato che Porter Jr rifiuta ogni tipo di patteggiamento e le accuse per aggressione di secondo grado sono al momento decadute, ma non quelle di violenza domestica.
Nel frattempo, la carriera cestistica del ventitreenne rimane congelata dopo che il suo contratto è stato tagliato dagli Oklahoma City Thunder in seguito a uno scambio con Houston. Tuttavia, qualora KPJ risultasse colpevole viene difficile immaginare che l’NBA gli possa riservare un trattamento diverso dal collega Bridges, riproponendo nel caso 30, o poche più, partite di sospensione.
Quante giornate per Giddey se colpevole?
Dunque, qualora Josh Giddey abbia realmente avuto rapporti sessuali con una quindicenne, andrà sicuramente incontro a una pena legale e a una sospensione dal campo. Ciononostante, valutate le sospensioni degli altri due casi più recenti, viene intuitivo pensare che l’australiano non possa – in caso di colpevolezza – ricevere una squalifica di più di 20/25 giornate.
Però, nonostante il piacere nel veder giocare atleti di questo calibro, possiamo realmente essere indifferenti al fatto che un’organizzazione seguita da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo sanzioni allo stesso modo azioni così dissimili tra loro? Che consenta certi comportamenti ai suoi giocatori e ai suoi spettatori? Ma soprattutto, che certi tipi di violenza meritino solo poche decine di partite di sospensione?
di Cristiano Guagliardo
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