La notte più luminosa e attesa dell’anno: Oscar 2024
Tra momenti toccanti, tanti interventi interessanti e la performance di Ken, la notte tra il 10 e l’11 marzo è andata in onda la serata più importante della stagione cinematografica.
Ogni anno la si attende con il fiato sospeso, con grande trepidazione e curiosità: è la serata degli Oscar, il momento più alto e interessante relativo ai film usciti nel corso dell’anno precedente. Registi, attori, attrici, costumisti, sceneggiatori, tecnici del suono e molti altri si riuniscono in un’unica serata a Los Angeles, nel Dolby Theatre, per celebrare ancora una volta le meraviglie della settima arte.
Ovviamente, si conoscono già i vincitori e gli snobbati, soprattutto se si è fatto la notte in bianco solo per poter vedere in diretta la cerimonia che, si deve ammettere, è stata insolitamente piacevole e senza particolari eventi sconvenienti (a parte John Cena nudo sul palco in stile Adamo che, al posto della foglia di fico, a coprire le gioie aveva con la busta contenente il vincitore per la categoria del miglior costume … trovata geniale o cringe?).
Tra i favoriti di quest’anno spiccano Oppenheimer di Christopher Nolan (con 13 nomination), seguito da Povere Creature! Di Yorgos Lanthimos (con 11 nomination) e al terzo posto Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese (con 10 candidature).
Tuttavia, chi e in quali categorie ha vinto?
Una serata stellare tra vincitori e discorsi importanti
Inutile non dire che la serata degli Oscar, quest’anno, ha visto brillare una stella più luminosa delle altre e non poteva che essere quella di Christopher Nolan e del suo film.
Oppenheimer, infatti, ha conquistato non solo il pubblico ma anche l’Academy, vincendo ben 7 statuine su 13 nomination per regia, montaggio, colonna sonora, fotografia, miglior film, miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista.
La storia del padre della bomba atomica (tratta dal libro Premio Pulitzer Oppenheimer – trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica di Kai Bird e Martin J. Sherwin) presenta chi e come si è arrivati alla creazione dell’ordigno e le conseguenze che ne derivano. Con regia sapiente (come sempre e solo Nolan sa fare), il regista ha creato una storia in cui sonoro, fotografia e un cast eccezionale, portano sullo schermo la tragicità e il dramma di quelle persone. Un capolavoro cinematografico che difficilmente verrà dimenticato, non solo perché vincitore di Oscar, ma anche e soprattutto per la storia che racconta.
Il premio per la miglior regia è stato consegnato nelle mani del regista anglo-americano da Steven Spielberg, e questo scambio (quasi un passaggio di testimone) ha rappresentato un momento toccante e indimenticabile in cui due generazioni di autori si sono abbracciate.
Grandi emozioni anche per Ludwig Göransson, che vince il secondo Oscar per la miglior colonna sonora (il primo vinto nel 2019 per la colonna sonora di Black Panther); per Jennifer Lame, che vince la sua prima statuetta per miglior montaggio di un’opera meravigliosa (a conti fatti, senza di lei, il film non sarebbe riuscito così com’è); anche la fotografia di Hoyte van Hoytema si aggiudica la vittoria, dopo quella mancata nel 2017 per Dunkirk.
Passando agli attori, Cillian Murphy e Robert Downey Jr. si aggiudicano rispettivamente il premio per miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista. Nonostante per entrambi gli attori questo sia il primo Oscar, per Cillian Murphy arriva dopo un lungo sodalizio con Nolan e l’averlo vinto per questo film come protagonista, lo rende ancora più importante. Un evento che rende ancora più preziosa e toccante quella piccola nota di Nolan sul copione dell’attore irlandese: “Carissimo Cillian, Finalmente, la possibilità di vederti al comando… con affetto, Chris”.
Al ritiro del premio, Murphy ha speso qualche parola di ringraziamento al regista e alla produzione, aggiungendo “Abbiamo fatto un film sull’uomo che ha creato la bomba atomica e nel bene e nel male viviamo nel mondo di Oppenheimer, quindi, vorrei dedicarlo ai pacificatori di tutto il mondo”.
Grande soddisfazione anche per Robert Downey Jr., alla prima collaborazione con Nolan, con una performance tutt’altro che banale; questa vittoria sancisce il momento più altro della carriera dell’attore, lasciando dietro di sé i vecchi incubi di un periodo buio in cui la droga e il carcere avevano messo a repentaglio la sua vita: “vorrei ringraziare la mia terribile infanzia e l’Academy, in questo ordine […] mi ha salvato mia moglie”.
Povere Creature! di Yorgos Lanthimos (l’altro favorito della serata) ha vinto nelle sezioni costumi, scenografia (battendo pure Barbie!) e miglior attrice protagonista, andato a Emma Stone. Quest’ultima, incredula, sale sul palco e, tra lo sbigottimento e la felicità, ritira il premio dalle mani di Michelle Yeoh (vincitrice dell’edizione precedente); un discorso toccante e a tratti divertente (il dettaglio sul vestito rotto e la colpa data alla performance di I’m just Ken ha rotto decisamente il ghiaccio), in cui però spiccano l’emozione e vicinanza alle altre candidate: “[…] Sandra, Annette, Carey, Lily: io questo Oscar lo condivido con tutte voi. È stato veramente un onore grandissimo continuare a fare queste cose insieme a voi”; insomma, un momento di comunione in cui, ovviamente non manca anche il ringraziamento al regista per averle “[…] regalato il ruolo di una vita con Bella Baxter”.
Zona di interesse si è aggiudicato due categorie vincendo la statuetta per il miglior sonoro e come miglior film internazionale. Il discorso di Jonathan Glazer è stato quello più profondo della serata, dal momento che, ritirando il premio e rimanendo in linea con la poetica del suo film, ha speso qualche parola sulle atrocità dei conflitti: “Questa [del film] è una riflessione per il passato, ma soprattutto anche per il presente e il futuro. [I nazisti] sono persone che stanno compiendo un’occupazione che sta avendo un impatto devastante su moltissime persone innocenti. Che siano le vittime israeliane del 7 ottobre o le vittime degli attacchi a Gaza, sono tutte vittime di questa disumanizzazione, da una parte e dall’altra”.
L’Oscar per miglior attrice non protagonista è andato a Da’Vine Joy Randolph (The Holdovers); per miglior documentario è andato a 20 giorni a Mariupol; per l’animazione Il ragazzo e l’airone, (donando la seconda statuetta al sensei Hayao Miyazaki, assente alla cerimonia); miglior cortometraggio è stato Henry Sugar di Wes Anderson (altro assente alla premiazione) e infine, ma non meno importante, il premio per la miglior canzone è andato a Billie Eilish per What Was I Made For (che rappresenta l’unico premio aggiudicato al film Barbie di Greta Gerwig).
Momenti iconici e dove trovarli
Una cerimonia a dir poco indimenticabile, non solo per i candidati e i vincitori, ma anche e soprattutto per la meravigliosa inventiva dei presentatori e delle performance di attori e cantanti.
Inizia tutto con Billie Eilish che con la sua performance di What Was I Made For rappresenta una delle poche, pochissime nomination che hanno portato Barbie agli Oscar. La voce cristallina della giovane cantante ha conquistato il Dolby Theatre, commuovendo ed emozionando i presenti.
A sconvolgere l’equilibrio della serata, è necessario riportare tre eventi: il primo è rappresentato da John Cena nudo (già presentata all’inizio), il secondo memorabile momento è dato dalla fantastica performance di Ryan Gosling per I’m just Ken. Inutile dire che l’attore ha conquistato il pubblico e l’Academy con le sue mirabolanti movenze e la canzone che, come si sa, è ormai un must delle playlist, qui il link alla performance.
Il momento più toccante è stato rappresentato da In memoriam, interamente dedicato agli attori e attrici scomparse nel 2023, tutto accompagnato dal duetto Bocelli (padre e figlio)
Come ogni anno, però, rimangono sempre gli snobbati e quest’anno non è da meno. Tra i tanti film candidati, forse quello che è rimasto con la bocca più asciutta è proprio Killers of The Flower Moon di Martin Scorsese; infatti, nonostante le 10 nomination, un cast fenomenale (in cui spiccano Robert De Niro, Leonardo Di Caprio e Lily Gladstone) e una storia assolutamente necessaria e importante soprattutto per l’America, il film non ha ottenuto nessuna statuetta. Oltre a Killers, anche l’Italia è rimasta senza Oscar e, nonostante il film di Garrone tocchi tematiche imprescindibili, non è riuscito a tenere il confronto con Zona di Interesse di Jonathan Glazer; nonostante ciò, tuttavia, bisogna riconoscere l’importante traguardo del regista e del cast. Oltre a questo, anche Maestro di Bradley Cooper non è riuscito a conquistare nessun oscar, così come anche Nyad di Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi (questi ultimi sono disponibili su Netflix).
Nonostante ciò, questa edizione degli Oscar sarà difficilmente dimenticata, non solo per i vincitori, ma anche e soprattutto per le parole spese e le performance che hanno resa viva la serata stessa. E si, la serata è stata proprio Kenough, ma forse anche un po’ di più.
crediti foto iniziare: medium
Di Erika V. Lanthaler
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