Back to Black: la storia di Amy Winehouse rivive sul grande schermo
Sam Taylor-Johnson porta al cinema la vita, i successi e gli eccessi dell’indimenticata cantautrice inglese, scomparsa nel 2011 a seguito dei suoi problemi con l’alcool.
Approdato recentemente nelle sale cinematografiche, Back to Black è il nuovo film made in UK della Focus Features.
La pellicola, diretta dalla regista britannica Sam Taylor-Johnson (nota al grande pubblico per l’adattamento cinematografico del chiacchieratissimo “Cinquanta Sfumature di Grigio”) è il racconto biografico di Amy Winehouse, volto noto della musica inglese che ha fatto parlare molto durante la sua breve ma intensa carriera; sia dal punto di vista musicale che da quello personale.
Un ritratto studiato nei dettagli
Ambientato nella Londra degli inizi del ventunesimo secolo, il film (il cui titolo riecheggia una delle più celebri canzoni dell’artista d’oltremanica) è il racconto romanzato della vita di Amy, dagli inizi in età adolescenziale al fianco dell’amatissima nonna paterna Cynthia (da cui ha preso la passione per la musica) ai successi globali, in una carriera segnata non solo dai trionfi internazionali ma anche dai numerosi problemi personali e dal rapporto col padre, fondamentale nel suo percorso artistico. Non manca, inoltre, il riferimento alla storia d’amore con Blake, un ragazzo tossicomane che Amy conosce in un pub a Camden e che la porterà su una strada di eccessi.
Nelle due ore di film, la giovane attrice britannica Marisa Abela – nota nella sua giovane carriera anche per un piccolissimo ruolo nel film campione d’incassi “Barbie” – non presta solo il volto per l’interpretazione di Amy, ma anche la voce: nel film, infatti, alcune delle più note canzoni come “Valerie”, “Tears dry on their own”, “Love is a losing game”, “Rehab” e la stessa “Back to Black” prendono vita con un’eccellente prova non solo dal punto di vista interpretativo ma anche canoro, in grado di convincere ed emozionare.
Amy Winehouse: una vita di trionfi ed eccessi
“Back to Black” è un ottimo film che racconta una voce – quella di Amy Winehouse – che ha rivoluzionato con stile ed eleganza e una sonorità jazz mista ai ritmi urbani la musica inglese degli anni duemila.
Dal suo esordio, avvenuto nel 2003 con la pubblicazione dell’album “Frank”, la cantautrice comincia a riscuotere successi tra pubblico e critica, affermandosi quattro anni dopo con il secondo album “Back to Black” con cui riesce a scalare le classifiche internazionali e a vincere cinque Grammy Awards nel 2008 per la migliore registrazione, canzone e artista esordiente oltre per il miglior album pop vocale e l’interpretazione vocale pop al femminile.
Ritenuta dal magazine Times Online come parte della nuova generazione del blue-eyed soul, Amy Winehouse si ritrova a dover fare i conti con una vita segnata anche dagli eccessi: durante la sua breve esistenza, infatti, sono stati diversi i problemi legati all’abuso di droga e alcool e a un disturbo dell’alimentazione, a seguito dei quali la pubblicazione del suo terzo album “Lioness: Hidden Treasures” ha subìto continui rinvii ed è stato pubblicato poco dopo la sua morte, avvenuta il 23 luglio 2011.
La sua famiglia, che fin dagli esordi l’ha sostenuta grazie alla continua passione per la musica, continua oggi a raccogliere la sua eredità con la Amy Winehouse Foundation, realtà che dalla sua fondazione (avvenuta poco dopo il decesso della cantante) ha dato vita a progetti improntati all’organizzazione di centri di accoglienza per giovani donne e all’educazione musicale nei contesti di disagio giovanile. Inoltre, a livello di omaggi editoriali e cinematografici, nel 2012 è uscito nelle librerie per Harper Collins UK “Amy: my daughter” (portato in Italia da Bompiani Editore come “Amy, mia figlia”), scritto dal padre Mitch, un ritratto molto intimo della cantante; nel 2015 arriva nelle sale britanniche il documentario “Amy” (diretto dal regista inglese di origine indiana Asif Kapadia) al cui interno viene raccontata la vita della cantante, con interviste e brani inediti.
Perché vedere “Back to Black”?
Sono stati molti i commenti, sia positivi che negativi, in merito a questo film.
Perché accomodarsi davanti al grande schermo per godersi la pellicola? Se ne può apprezzare la veridicità della storia: infatti, ogni dettaglio riferito alla sfera personale è ampiamente documentato da libri, biografie e testi delle sue canzoni. Non manca, inoltre, tra i punti a favore l’interpretazione sia canora – lavorata dalla stessa attrice con lezioni di canto giornaliere e un contatto con il produttore discografico Giles Martin – che scenica con il trasferimento dell’attrice da Brighton al quartiere di Camden Town a Londra, durante il quale ha potuto vivere a stretto contatto con la realtà vissuta da Amy.
Di Rebecca Alessi
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