Sangue loro – Il ragazzo mandato a uccidere

L’ultimo podcast di Pablo Trincia indaga i destini intrecciati di Daria e Hassan

Dopo il successo ottenuto con le inchieste “Veleno” e “Il dito di Dio” e il podcast “Dove nessuno guarda” sull’omicidio di Elisa Claps, Pablo Trincia torna con un nuovo podcast “Sangue loro”, scritto insieme a Luca Lancise e prodotto da Chora Media e SkyTG24.

Quella di Pablo Trincia è una delle voci più apprezzate nel panorama dei podcast italiani, grazie alla sua capacità di raccontare le storie più intricate e torbide della storia recente del paese con grande chiarezza espositiva, ma anche con estremo rispetto delle persone coinvolte. E anche questa volta Trincia torna a scavare nella cronaca italiana, raccontando un attentato terroristico avvenuto poco più di quarant’anni fa di cui quasi tutti sembrano essersi dimenticati.

Al centro del racconto di Trincia c’è l’attentato terroristico noto come la strage di Fiumicino, avvenuta il 27 dicembre del 1985 all’aeroporto di Roma– Fiumicino. L’attentato avvenne a pochi minuti di distanza da un altro attacco che ebbe luogo all’aeroporto di Vienna, entrambi ad opera dello stesso gruppo terroristico palestinese guidato da Abu Nidal. A Roma l’attentato causò 13 morti e 76 feriti, mentre a Vienna ci furono tre vittime e 44 feriti.

Sono le 9.05 del mattino quando i quattro attentatori assaltano i banchi della compagnia israeliana El Al Airlines e dell’americana TWA lanciando bombe a mano e facendo fuoco con dei fucili d’assalto in modo indiscriminato sui civili presenti all’aeroporto in quel momento. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, sono anni di tensione: a Roma e in tutte le altre capitali europee il clima è teso, gli attentati terroristici da parte dei gruppi palestinesi che adoperano lo stragismo per attirare l’attenzione sulla propria lotta contro Israele sono frequenti.

Gli agenti di sicurezza della compagnia israeliana ne sono coscienti: pochi mesi prima, il 25 settembre dello stesso anno, c’era stato un altro attentato lì a Roma, quando negli uffici della British Airways di Via Bissolati un giovane combattente palestinese aveva lanciato una bomba, e non appena l’attentato ha inizio, intervengono subito aprendo il fuoco a loro volta sugli autori del massacro, quattro uomini provenienti dai campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano.

Solo uno degli attentatori sopravvive, ed è col suo funerale che si apre il podcast, con le parole di chi lo ha amato e lo piange. Una scelta fuori luogo, potrebbe sembrare inizialmente, ma che invece cela in sé il senso magistrale del lavoro di Trincia: il giornalista inizia a suggerire quello che col proseguire del racconto sarà presto evidente, ossia che bene e male sono categorie troppo nette, e che il creare una narrazione volta ad individuare dei nemici da disumanizzare è proprio l’atteggiamento che contribuisce a generare il fenomeno del terrorismo.

Pablo Trincia intreccia dunque le vicende di Daria e quelle di Hassan. La prima, Daria Bove, è la figlia di Raffaella Lopardo, la dipendente della British Airways morta nell’attentato di Via Bissolati. Daria aveva solo nove anni quando perde sua madre, e nel podcast racconta del modo in cui quel lutto ha segnato la sua vita e quella di tutta la sua famiglia.

Hassan, invece, è il responsabile di quell’attentato, e all’epoca in cui è avvenuto aveva solo 15 anni. Era stato rapito ancora bambino dal gruppo terroristico Abu Nidal che lo aveva indottrinato per farlo diventare un combattente e un terrorista.

Non giustificare, ma capire”. Questo è l’imperativo categorico che guida il lavoro di Trincia, in un racconto emozionante e accurato che, muovendosi tra diversi piani temporali e geografici, restituisce la complessità di una storia drammatica e intricata.

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