Cicli cosmici, potere lunare e forza della terra: l’agricoltura biodinamica

LE TEORIE DEL FILOSOFO STEINER ALLA BASE DI UNA TECNICA DI COLTIVAZIONE SEMPRE PIU' DIFFUSA

Fasi lunari“Tutto ciò che non deve spigare si pianta a luna calante.”

Chi ha parenti o amici agricoltori legati alle antiche tradizioni contadine, avrà di certo sentito pronunciare più di una volta frasi del genere, accettandole come semplice ‘credenza popolare’. Tuttavia i cicli cosmici, il potere lunare e le forze della terra non sono semplice folklore per chi pratica l’agricoltura biodinamica.

LE ORIGINI- Il termine ‘biodinamico’ indica il rispettare le leggi della vita tenendo conto delle forze che agiscono su di essa. Questo tipo di agricoltura nasce dall’idea del filosofo Rudolf Steiner secondo il quale la terra, le piante e gli animali sarebbero in possesso di proprietà specifiche  che possono essere stimolate al meglio tenendo conto del movimento dei pianeti in relazione alle stelle. Il filosofo, nel 1924, con un ciclo di otto conferenze, diede vita a un nuovo modo di coltivare la terra che, prendendo le mosse da quelle pratiche che il mondo contadino ha sempre tenuto in considerazione per la buona riuscita del raccolto, le ha trasformate in una vera e propria scuola di pensiero.

Il sistema di coltura teorizzato da Steiner è privo di fondamento scientifico eppure sono in molti, ancora oggi, a seguire i suoi insegnamenti e a vendere a caro prezzo i prodotti nati secondo i precetti del filosofo. Ovviamente, così come accade per la medicina omeopatica, i pareri sono discordanti: c’è chi trova tali pratiche ridicole, chi le considera migliori rispetto all’uso di pesticidi e fertilizzanti e chi, in prima persona, ha potuto saggiarne il valore.

UN MARCHIO, UNO STILE DI VITA- Oggi esiste una vera e propria Associazione per l’agricoltura biodinamica, con sede a Milano, che quest’anno, tra il 20 e il 22 febbraio, ha organizzato il suo XXXIII convegno internazionale. Come per i prodotti biologici, anche quelli biodinamici hanno bisogno di essere certificati secondo norme precise. A farlo è, dal 1927, la Demeter che, in Italia, ha sede a Parma. “L’agricoltura biodinamica offre metodi alternativi a quella tradizionale per un maggior rispetto della natura. Non è una fede, ma un modello culturale” spiega il dottor Legittimo, agronomo alla Demeter. “Noi crediamo che la pianta abbia due polarità: un polo terrestre e uno cosmico, ha le radici nel terreno e punta verso il cielo.” Oggi si fa molta confusione tra biologico e biodinamico e il dottor Legittimo spiega che la differenza sta innanzitutto nel prezzo, i prodotti biodinamici sono più cari perchè in possesso di due marchi certificati: sia quello Demeter che quello per il biologico. Poi c’è l’uso dei preparati, fondamentali per Steiner: “I preparati rendono migliore il terreno, sono a base di letame, camomilla, valeriana, quarzo; tutte cose naturali”. La visione biodinamica, dagli anni venti del secolo scorso ad oggi, si è ampliata, evoluta, mantenendosi al passo con i tempi.

La Demeter conta un totale di circa 130.000 ettari certificati in tutto il mondo con 3.500 fattorie ed è la Germania a essere in testa tra le 18 Nazioni in cui la società è presente con quasi 70.000 ettari coltivati. In Italia il fenomeno è abbastanza diffuso: si calcola che le coltivazioni biodinamiche occupino quasi 9000 ettari.

Corno letameIL VINO BIODINAMICO- Tra le produzioni maggiormente influenzate da queste ideologie c’è la viticoltura. “Ultimamente i viticoltori hanno scoperto che il metodo biodinamico dà una migliore qualità ai vini. Le maggiori aziende viticole  francesi hanno il marchio Demeter”.
Ma come si ottiene il ‘vino biodinamico’? Secondo gli standard, per la vendemmia è consentita la sola raccolta manuale, è vietata la pastorizzazione ed è consentito solo l’uso di lieviti indigeni. Queste e altre regole permettono al prodotto finale di essere riconosciuto come biodinamico.

“Abbiamo messo a punto diverse analisi per guidare i produttori nel costante miglioramento delle loro vigne. Alcune di queste sono guardate con sospetto dalla scienza meccanicista. Per altre invece usiamo strumenti del tutto convenzionali” spiega il dottor Anello, agronomo e curatore della rivista ‘Viticultura Biodinamica’. Il risultato è un vino che, a detta dell’agronomo, ha differenze sostanziali sia con i prodotti biologici sia con quelli tradizionali, esprimendo pienamente, forse a leggero discapito delle proprietà organolettiche, il terroir di provenienza. “Insomma, un vino in grado di emozionare.”

VISIONI DIVERSE- Alcuni concetti e processi tipici del biodinamico, come la ‘dinamizzazione‘ o la ‘memoria dell’acqua‘, risultano del tutto privi di fondamento a chi non crede nell’omeopatia, a coloro che si basano sulla pura scienza o a chi, semplicemente, non ne ha mai sentito parlare.

Andrea Fabbri, professore di agronomia dell’Università di Parma, si è così espresso in merito all’argomento: “Nasce da una religione: l’antroposofia, è una fede. Prima devi credere, poi fai le cose. Da un punto di vista scientifico non è dimostrato che tutti questi preparati servano a niente; da quello economico, invece, l’esistenza del biodinamico è perfettamente giustificata.”

“Io faccio il contadino da tutta la vita – racconta un piccolo agricoltore – e mio padre lo faceva prima di me, seguiamo le fasi lunari per la semina, ma non so fino a che punto possano influenzare il raccolto. E’ l’attenzione al non usare pesticidi aggressivi nel coltivare i campi e il sacrificio di un lavoro duro che rendono i prodotti migliori di altri.” Il suo lavoro gli permette di trarre dalla terra prodotti genuini che, però, “non sono biologici, perché il biologico funziona solo nei posti freddi dove non ci sono molti insetti, nei posti caldi e umidi è impossibile, si seccherebbe tutto” e, di certo, non sono biodinamici. A proposito del successo che questo tipo di coltivazione ha nelle grandi aziende, sorride e aggiunge: “Una volta chiesi a un vivaista con un grande giro d’affari se, come me, seguiva le fasi lunari, la sua risposta fu: ‘Non ho tempo di aspettare la Luna‘.”

 

di Veronica Rafaniello e Matteo Buonanno Seves

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*