Quale futuro?

ESAMI FINITI. LAUREA IN VISTA. E POI?

A volte mi domando che ne sarà di me. Quale futuro ho davanti, cosa succederà dopo la tanto attesa laurea.

Più ci penso e meno riesco a darmi risposte. Da bambino ti chiedono tutti cosa vorrai fare da grande: c’è chi risponde l’astronauta, il pompiere, il calciatore, la parrucchiera, la principessa…Io ho sempre risposto che avrei voluto fare la contadina. Non l’agricoltore, il contadino. Che poi tutta ‘sta grande differenza tra i due non c’è, però da bambini la parola agricoltore non si sa nemmeno cosa voglia dire. Il contadino, invece, ha un fascino diverso: è l’idea del contatto con la natura, del profumo dell’erba fresco appena tagliata, del latte caldo appena munto. In realtà anche oggi, quando mi chiedono cosa vorrei fare, rispondo ancora il contadino. A volte sogno, guardo i bandi, gli incentivi, i fondi per i giovani agricoltori…poi mi rendo conto che mi manca la materia principale che è la terra, lo spazio, l’azienda. E mi manca l’aiuto, perché di certo – nonostante la grande forza di volontà – una donna oggi da sola non può fare la contadina.

Quando ho scelto l’università sono stata indecisa: una parte di me avrebbe voluto fare veterinaria, ma mica quella dei piccoli animali…No, avrei voluto curare le mucche, i cavalli. Mi sono fatta scoraggiare dal test d’ingresso, dalla mia incapacità di fare cose matematiche e scientifiche: non ci ho nemmeno provato, tanto – mi sono detta – non l’avrei passato. Eppure, quel rimpianto di non averci provato non me lo sono mai levata di dosso.
Oggi penso ad un agriturismo, ad una via di mezzo tra la natura e il commercio, ma anche qui non trovo la spinta giusta, la strada da seguire, l’aiuto e l’appoggio che mi servirebbe. Sempre più giovani ritornano all’agricoltura: non vedo perché non dovrei farcela io, ma non vedo nemmeno perché dovrei essere proprio quella che ce la farà. E rimango lì, nel limbo. Tra mille dubbi.

Il giornalismo mi piace, ma più cerco le offerte di lavoro e meno ne trovo. Mi accontenterei anche di fare l’addetto stampa a qualche società sportiva dilettantistica, magari di collaborare con qualche comune per qualche evento speciale. Mi piacerebbe un ufficio di comunicazione: ma poi, chi mi cercherebbe? Oggi internet ci permette di fare tutto da soli, chi ha ancora bisogno di qualcuno che gli controlli la posta, che faccia newsletter o che aggiorni Facebook? Certo, questo è quello che ho studiato io e in fin dei conti mi piacerebbe avere l’opportunità di farlo. O almeno di provarci.

La soluzione migliore sarebbe poter conciliare le due cose: collaborare con un giornale, scrivere, fare l’addetto stampa e tenere il tempo per seguire gli animali; non dico una stalla, perché quella richiede un impegno a tempo pieno, ma almeno qualche piccolo animale da cortile, conigli, galline, tacchini, capponi…un bell’orto, alberi da frutto. Sarebbe tenermi quel po’ di spensieratezza e relax che solo la natura può darti. Non so se ci riuscirò, a volte la buona volontà non basta e la nostra società ci obbliga anche a fare scelte che non sempre ci piacciono. Chissà, magari i miei sogni svaniranno come quelli di tanti miei coetanei che, nonostante la laurea, nonostante la buona volontà, nonostante tutto, lavoro non ne trovano. Chissà magari alla fine finirò chiusa tra le mura di un supermercato.

Chissà, cosa sarà. Quando sarà. Come sarà.

di Chiara Corradi

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