Mensa, qualità al giusto prezzo? Il parere del gastronomo

TRA PASTA ALLE VONGOLE E FLAN DI ZUCCHINE, A TAVOLA DI UNA DELLE MENSE PIU' COSTOSE DELLA REGIONE

MensaLa diatriba sulla buona alimentazione prima o poi finisce con l’arenarsi sul compromesso tra prezzo e qualità, fatto risaputo, e non si esime da questo confronto nemmeno la mensa dell’Università degli studi di Parma, la più costosa della regione. Ma al di là del prezzo, come si mangia?

I MENU – La varietà dell’offerta è la prima cosa che spicca quando si entra nei locali della mensa: sì va dal classico menu completo con primo, secondo, contorno combinabili con frutta, bibita o dessert a 7,00 €, ai 4,40 € del menu con insalatona o pizza margherita e bibita da 0,200 l. Ingredienti, piatti vegetariani, ingredienti surgelati sono tutti segnalati in comode legende vicino alle pietanze. C’è anche la possibilità di mangiare un tris di primi a 6 € frutta compresa, mentre l’acqua, frizzante o naturale, è disponibile illimitatamente, cosa non molto comune.

IL SERVIZIO – Tipico delle mense universitarie il servizio, comunque spartano e semplice, con code abbastanza scorrevoli e personale tendenzialmente disponibile. Inevitabile ogni tanto qualche svista nel fare le porzioni: le vongole che condiscono le farfalle in alcuni piatti si contano sulle dita di una mano, in altri la fanno quasi da padrone, mettendo a rischio anche le amicizie più durature. Bellissima invece la complicità tra i ragazzi e alcune dipendenti, che hanno seguito l’intera carriera universitaria dei clienti più affezionati, senza mai rinunciare ad un sorriso o una battuta. In generale il clima è molto sereno, con i lunghi tavoli del locale in via Grossardi che invitano al pranzo in compagnia e alle nuove amicizie.

SOTTO I DENTI – Si arriva finalmente al punto focale di tutta la faccenda: “Si mangia roba buona?” C’è chi dice che dipende daiInsalatone piatti e dai giorni, quello che è certo è la qualità mediamente alta dei manicaretti. Le farfalle alle vongole, ad esempio, contano su una porzione abbondante e un sugo dal sapore deciso, ricco di aglio, prezzemolo e olio, peccando però in cottura, difficile in effetti quando si tratta di quantità così elevate, e una leggera avarizia nelle vongole, come già accennato, che non sono quasi mai spartite equamente nei piatti. Tra gli altri primi ci sono diversi tipi di pasta con ragù o burro e parmigiano, anche se l’offerta comunque varia molto settimanalmente. Tra i secondi più di successo ci sono sicuramente i flan, che hanno conquistato i cuori degli studenti fedeli alla mensa: zucchine, cipolla, uovo, ricotta, formaggio, pangrattato e un’altra manciata di ingredienti lo rendono un piatto sicuramente meritevole di un assaggio. L’arrosto non colpisce altrettanto bene, seppur saporito e condito da un buon sughetto, risulta comunque un po’ stopposo. Le verdure di contorno non sono male: broccoli, carote e fagiolini, da condire su un tavolo defilato, non risultano troppo cotte e rimangano decisamente saporite. A proposito di frutta e verdura, è piacevole notare che in praticamente tutti i menu frutta e contorni sono compresi, il che guida lo studente meno diligente verso una dieta equilibrata, aggirata facilmente nel caso si mangino patate fritte o si sostituisse la frutta con un dessert più goloso.

IMG_20151130_125502ALTRI PARERI – “Ho mangiato pasta con le vongole, salsiccia di secondo e patate di contorno – racconta Maira, studentessa dell’Università di Parma – ma non è la stessa cosa che mangiare a casa.” Sembrerebbe che siano più gli studenti nativi del sud Italia a sentire la differenza con i pasti di casa loro. “Dipende dai giorni – aggiunge un’altra ragazza – a volte riscaldano cibo avanzato da altri giorni” subito smentita da una collega che invece si trova bene “per l’ampia scelta, tra primi, secondi e contorni, tutti di buona qualità”. Chi ha frequentato diverse università prova a lanciarsi in qualche confronto, dove la nostra mensa risulta sconfitta dal punto di vista dal costo, ma vittoriosa sul fronte della qualità e della scelta, due parametri che incidono inevitabilmente sul prezzo finale. In fondo si tratta sempre si trovare il giusto compromesso, e le soluzioni per i ragazzi più parsimoniosi fortunatamente non mancano in città.

 

di Matteo Buonanno Seves e Giuseppe Mugnano

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