Ue dà il via libera agli insetti a tavola: li abbiamo provati

DAL "CHI ME LO HA FATTO FARE" A "POTREBBERO SOSTITUIRE I POP CORN"

Insetti

Il grillo mi guarda con occhi vitrei dall’involucro di gelatina, immobile e indifferente, mentre medito se sia veramente una buona idea questa moda di essere mentalmente aperti, pensando che in fondo la mia cultura non fornisce molti spunti a riguardo. Ma alla fine cedo, è solo questione di abitudine, anzi, in fondo è solo una questione di numero.
Dal 2018 gli animali a zero, sei e otto zampe si affiancheranno a quelli canonici a due e quattro sugli scaffali dell’Unione Europea. È infatti di questi giorni il via libera definitivo alla circolazione di alimenti a base di insetti, previa approvazione dell’Efsa di Parma. Mangiare insetti in Italia è però ancora un argomento tabù: non sono bastati gli assaggi sperimentali di Expo 2015 per porre la cavalletta accanto al pollo nel menù degli italiani. Basti pensare all’isteria collettiva di qualche mese dopo, quando la sfortunata coincidenza tra le prime notizie dell’accordo concluso in questi giorni e l’allarme sulla carne rossa, fecero scoppiare la paranoia che l’Ue volesse sostituire coattivamente il filetto di manzo col pungiglione d’ape fritto, con tanto di tweet di Salvini: “L’Europa (la Lega ha votato contro) apre alla possibilità di avere in tavola alghe, grilli e insetti. Ma andate a farvi fottere! Io voglio mangiare (e proteggere) latte, riso, carne, pasta, olio, mele e arance! Se questo è il futuro folle che ci prepara l’Europa, andiamocene!!!. Rimane il fatto che gli insetti stanno per arrivare, se lo vorremo, anche sulle nostre tavole.

PER LA SCIENZA! – Da studente di scienze gastronomiche capita abbastanza spesso di essere tirati dentro a tesi sperimentali ai confini del gusto, improvvisandosi cavie umane per un campione rappresentativo (o almeno quella è la speranza) del palato comune. Ed è così che un giorno apri il frigorifero di casa e trovi grilli in gelatina al secondo ripiano, al fianco di maionese e bistecche per intenderci, disposti in formazione su un piatto di plastica. Viene fuori che il coinquilino, nonché collega gastronomo, è in piena fase tesi, sperimentale nel suo caso, in particolare dedicata alla valutazione del fattore disgusto nell’assaggio degli insetti. Tempo qualche minuto e vengo messo al tavolo, modulo da firmare in calce – immagino una liberatoria nel caso quell’insetto mi uscisse dallo stomaco stile Alien -scarabocchio veloce il mio nome e sono pronto a compilare il questionario della degustazione. Mentre ragiono sulla curiosa assonanza tra degusto e disgusto introduco circospetto il mattoncino gelatinoso con cuore di grillo nel mio cavo orale, dove il sapore dolciastro della gelatina verdognola e la sua consistenza sgusciante lasciano il posto dopo pochi morsi a quella croccantezza tipica degli esoscheletri chitinosi, assieme a un sapore vagamente tostato. Non esattamente un boccone di porchetta insomma. Però non così male come un primo assaggio lascerebbe intendere. Certo il dubbio rimane: chi diavolo me lo ha fatto fare?

“CHE SCHIFO” VS “CURIOSO” – Sulla questione si sono espressi 58 diversi studenti, per due terzi femminili, e per 3 quarti oltre i vent’anni: cosa è emerso? Innanzitutto che finora gli insetti sono volati ben alla larga dalle bocche nostrane: soltanto in 12 dicono di aver già gustato la pietanza, soprattutto all’estero, per i fatti propri o per ricerche universitarie. La curiosità però emerge prepotente e oltre metà dei ‘vergini’ vorrebbe sentire lo sgranocchiare di un grillo sul palato, tanto per provare. D’altro canto l’altra metà, con l’eccezione di un coerente “sono pur sempre animali e io sono vegano”, esclama con una sola voce: “Che schifo!” Non cambia informarli che in Italia, almeno per i prossimi anni, più che insetti interi vedremo farine, gelatine e barrette energetiche. In 25 sono disposti a mangiare un insetto dalle antenne all’addome e gli stessi 25 sono disposti a mangiarne i derivati alimentari. Una netta maggioranza del 63% infine afferma che, gastronomicamente parlando, tra coleottero e gambero ci sia differenza: poco importa se entrambi hanno zampette, antenne e corazza; l’abitudine a gustarsi il secondo in tutte le salse non significa che si possa considerare il primo come cibo.

Barretta energetica a base di larve Fonte: greenstyle.it

Barretta energetica a base di larve
Fonte: greenstyle.it

Tornando a chi li ha già provati: il grillo è l’animale più addentato dagli entomofagi universitari, anche se c’è chi ha ‘gustato’ larve, formiche e perfino scorpioni. Gustato, sì, perchè la notizia più importante è che tutti sono disposti a rifarlo e ben 9 li integrerebbe nella loro dieta, 4 perfino in quella quotidiana, segno di aver decisamente apprezzato. Perché? Si va da valutazioni golose come “molto buono soprattutto se fritto, potrebbe essere un ottimo snack da sostituire a patatine e pop corn” a pareri più scientifici  come “il costo del prodotto sarebbe minore rispetto a quello della carne e sarebbero migliori dal punto di vista nutrizionale e ambientale” o “sembrerebbe un’ottima fonte di proteina ecocompatibili“.

di Andrea Prandini e Matteo Buonanno Seves

1 Commento su Ue dà il via libera agli insetti a tavola: li abbiamo provati

  1. Aveva predetto bene Pasolini in “Salò e le 120 giornate di Sodoma” Un vero genio che immaginava già a che punto saremmo arrivati. Da vedere per sapere come andremo a finire.

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