Business del farmaco e sperimentazione non autorizzata: cosa denuncia l’inchiesta sulla sanità a Parma

UN ANESTESISTA DEL MAGGIORE SULL'OPERAZIONE 'PASIMAFI': FARMACI GIA' APPROVATI MA SOSTITUITI IN ACCORDO CON LE CASE FARMACEUTICHE

Ospedale MaggioreA distanza di qualche settimana dall’esplosione dello scandalo che ha coinvolto la sanità locale, Parma è ancora scossa dall’indagine che ha riportato la città sotto i riflettori delle cronache nazionali.
Nella mattinata di lunedì 8 maggio sono state arrestate 19 persone tra dirigenti medici, manager di aziende farmaceutiche e imprenditori, mentre altre 75 sono state iscritte al registro degli indagati. L’accusa è di “associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nelle divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori”. Il nome al centro dell’operazione denominata ‘Pasimafi’ è quello del dottore Guido Fanelli, direttore della Struttura complessa 2a di Anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’Ospedale Maggiore di Parma, attualmente agli arresti domiciliari. Altre quattro persone di Parma sono state raggiunte dallo stesso provvedimento: si tratta di Massimo Allegri, ricercatore dell’Università di Parma e considerato il braccio destro di Fanelli; Ugo Grondelli, membro del cda della Alteco Medical Lab; Marcello Grondelli, ad della Spindal; Giuseppe Vannucci, agente di commercio e amministratore dell’Appmed.

SPERIMENTAZIONE SCIENTIFICA, COME FUNZIONA? – L’effettiva sperimentazione di un farmaco avviene secondo diverse fasi, tre nello specifico, come si deduce consultando il sito dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Nella prima fase, un farmaco sperimentale viene sottoposto a piccoli campioni di persone sane, per poterne confrontare rischi e benefici. La seconda fase vuole invece la sperimentazione su soggetti volontari affetti dalla patologia per cui il farmaco è stato studiato, sempre per valutarne gli effetti. sperimentazione scientificaNell’ultima fase, infine, si procede secondo il principio della randomizzazione, per il quale il farmaco viene distribuito casualmente su alcuni soggetti in alcuni centri clinici a scopo di monitorare la gravità degli effetti collaterali in caso siano presenti. “È importante ricordare – afferma il dottor Giuseppe Matteo Pennisi, anestesista presso il Maggiore di Parma – che il farmaco viene costantemente controllato in tutte le sue fasi, così come dopo l’approvazione da parte dell’Aifa. Ogni medico, che sia di famiglia o meno, che entri in contatto con un paziente avente effetti collaterali causati da un farmaco, ha l’obbligo di segnalarlo all’Asl di competenza che provvederà a fare rapporto all’agenzia.”I rischi quindi possono essere diversi e variabili a seconda della patologia del paziente ma sono sempre monitorati e confrontati con i benefici che il farmaco, approvato o in fase di sperimentazione, potrebbe dare. “Per questo sono presenti diversi programmi pubblici, nazionali o internazionali, preposti al controllo dei farmaci in commercio, il cui insieme è designato dal termine ‘farmacoviglianza’ “, continua il dottor Pennisi.

Ma quanto la vicenda Pasimafi ha a che fare con la sperimentazione? “Per evitare di creare allarmismi, dei quali già si è tanto divulgato – prosegue Pennisi – bisogna far presente che i farmaci somministrati nel reparto indagato erano già approvati dall’Aifa, e quindi già in commercio. I medici indagati hanno, probabilmente, preferito l’utilizzo di un farmaco A piuttosto che un farmaco B, che avesse comunque gli stessi effetti, senza la necessaria approvazione da parte del centro clinico e forse spinti dalle case farmaceutiche sotto promessa di guadagno, ma i farmaci avevano comunque già superato le tre fasi prescritte per l’approvazione e la messa in commercio e non risultavano pertanto nuovi o sperimentali.”

Guido FanelliI FATTI – Nelle 500 pagine del fascicolo dell’indagine condotta dal pm Giuseppe Amara e dal Nas di Parma, invece, si parla di ricerca non autorizzata. Il dirigente del reparto di Anestesia, Fanelli, nonché consulente tecnico del governo per la legge 38 del 2010 per le cure palliative e terapie del dolore, è indicato come il punto di riferimento delle aziende farmaceutiche coinvolte nella sperimentazione di medicinali e dispositivi medici non autorizzati. La sperimentazione partiva da un piccolo gruppo di pazienti degenti presso il reparto di Fanelli e solo se dava risultati positivi veniva sottoposta alla valutazione del Comitato etico per ulteriori sperimentazioni. Il tutto all’oscuro dei pazienti. Gli inquirenti indagano, inoltre, su convegni medici organizzati dalle stesse case farmaceutiche e pubblicazioni scientifiche pilotate. In quest’ultimo caso, il principale indagato è il ricercatore Allegri, descritto come il braccio destro del dottor Fanelli: sarebbe toccato a lui il compito di redigere studi per promuovere determinati farmaci o preparare relazioni che smentivano articoli negativi su determinati prodotti medici. Secondo le indagini della procura e del Nas, il dottor Fanelli riceveva compensi dalle aziende farmaceutiche. Attraverso due aziende di comodo, la Crag Up e la Doctor Consulting, non direttamente riconducibili al medico, venivano acquistati beni immobili, auto e uno yacht, il ‘Pasimafi V’. Oltre a questo reato, nelle carte della procura riportate dalla Gazzetta di Parma, risulta un caso di peculato attribuito sempre al dirigente: avrebbe sottratto materiale di proprietà dell’ospedale, tra cui un defibrillatore e farmaci salvavita, aiutato dall’infermiere Matteo Manici del secondo reparto di rianimazione, anche lui tra gli indagati. L’infermiere, presidente del Collegio Infermieri, si è dichiarato completamente estraneo. Tra gli indagati spicca anche il nome dell’ormai ex rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, dimessosi a una settimana dalla notizia dell’indagine che, complice il clima pre-elettorale, ha suscitato numerose reazioni da parte dei vari esponenti della politica locale (leggi). Borghi è indagato d’abuso d’ufficio per la procedura di trasferimento del ricercatore Allegri da Pavia all’ospedale di Parma: dagli stralci delle intercettazioni pubblicate sembrerebbe che, assieme a Farinelli, avesse presentato al Senato accademico e al Cda delle modifiche al regolamento d’Ateneo per permettere ad Allegri di spostarsi al Maggiore di Parma.

PROCURA PARMALE IPOTESI D’ACCUSA – I reati imputati a vario titolo sono molteplici: riciclaggio, associazione a delinquere aggravata da corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa aggravata, abuso d’ufficio, peculato, comparaggio farmaceutico, trasferimento fraudolento di valori. Il primo di questi prevede una pena che va dai quattro ai dieci anni, senza contare una multa dai 5mila a 25mila euro. A questo va collegato il reato di ‘trasferimento fraudolento di valori’, configurabile quando un soggetto attribuisce ad altri beni o denaro per eludere la legge. L’associazione a delinquere, invece, prevede l’unione di minimo tre persone per compiere delitti, in questo caso aggravata dalla posizione di uno degli inquisiti: il dottor Fanelli, ricoprendo la posizione di dirigente di reparto, è agli occhi dalla legge un pubblico ufficiale. La pena prevista per la sola associazione va dai tre ai sette anni. Lo stesso reato di truffa prevede pene diverse a seconda che venga commesso ai danno dello Stato o di un privato: nel primo caso la pena aumenta da un anno fino ad un massimo di cinque. L’accusa di abuso d’ufficio, contestata anche a Loris Borghi assieme ad altri, riguarda i casi in cui un pubblico ufficiale sfrutta il suo ruolo per procurare intenzionalmente a sé o ad altri un vantaggio patrimoniale, oppure arreca un danno a terzi. La pena in questi casi va da uno a quattro anni. Sempre legato alla figura del pubblico ufficiale, il reato peculato che equivale all’appropriazione indebita di un bene o di denaro. L’ultimo, forse il più specifico dell’inchiesta, è il comparaggio farmaceutico, che si configura quando medici, farmacisti o veterinari prescrivono o utilizzano solo determinati farmaci in cambio di denaro, beni o vantaggi dalle case farmaceutiche. Il fenomeno non riguarda solo la preferenza di certe marche a scapito di altre, ma anche la prescrizione di medicinali quando non esiste un effettivo bisogno.

Per il momento questi sono i capi d’accusa di cui devono rispondere gli indagati al Gip e alla Procura. In questi giorni hanno preso avvio gli interrogatori: l’imprenditore Grondelli si è avvalso della facoltà di non rispondere, rilasciando solo alcune dichiarazione spontanee, mentre Allegri ha respinto ogni accusa, ribadendo di essere stato scelto per meriti scientifici. Il figlio di Grondelli, Marcello, non ha risposte alle domande degli inquirenti ma ha portato con se una memoria scritta e numerosi documenti chiedendo la revoca degli arresti domiciliari. All’interrogatorio di garanzia Fanelli, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Bisognerà attendere ulteriori sviluppi per mettere in luce tutti tutti gli aspetti della vicenda. Intanto

 

Di Carlotta Pervilli e Vittorio Signifredi

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