Oltre la disabilità: alla scoperta del nuovo centro per lo sport paralimpico

SUDORE E SACRIFICIO: STORIE DI RIVINCITA E SUCCESSI SENZA CONFINI

Dopo Ferrara e Faenza, è Parma la terza città italiana ad ospitare uno dei Centri di Avviamento allo Sport Paralimpico (Casp). Uno spazio di formazione alla pratica sportiva paralimpica, sponsorizzato dal Comitato Italiano Paralimpico (Cip, con sede nel plesso sportivo ‘Ercole Negri’ in via Cardani. Presentato lo scorso 10 maggio alla presenza di Benedetta Squarcia (responsabile della Struttura Operativa Convenzioni e Impianti Sportivi del comune), il delegato provinciale Cip Andrea Grossi, il responsabile Casp Marco Melli ed Emmanuele Delsante (Asd Tennis Tavolo San Polo), vanta già numerosi iscritti, circa 50.

casp-parmaCASP A PARMA –  Il progetto nasce dall’ impegno collettivo di tre società sportive parmigiane (Club SchermaLa Farnesiana, Tennis Tavolo San Polo e Judo Center), unitesi in un unico luogo per essere riconosciute come nuovo centro Casp. Un riconoscimento importante per le tre associazioni, impegnate già da tempo in attività sportive (anche) per disabili. La città di Parma è stata scelta, oltre che per il suo forte impegno sportivo (testimoniato dalle più di 20 discipline sportive che è possibile praticare su tutto il territorio), “per la presenza di eccellenti plessi sportivi come è l’Ercole Negri” spiega Andrea Grossi. Grazie alla sua funzionalità, la struttura sportiva ha fin da subito permesso l’inizio di attività motorie anche a coloro che sono affetti da disabilità, sia fisica che psichica. Un luogo adeguato dove praticare non solo sport ma anche “un ambiente sociale attivo, che possa creare attività limitrofe e trasversali alle discipline sportive” continua il delegato Cip. Fornito delle migliori attrezzature e di spazi correttamente progettati, il Centro offre a tutti i suoi scritti l’opportunità di poter praticare fino a cinque diversi sport: scherma, tennis tavolo, judo e arti marziali, pesistica e nuoto. Coinvolte nel progetto non solo società sportive, ma anche il polo universitario parmigiano che ha visto la collaborazione sia degli studenti di scienze motorie e riabilitative, che del Centro Universitario Sportivo.

VERSO I VALORI PARALIMPICI – Per il Comitato Paraolimpico, il Casp è soprattutto luogo di educazione ai valori dello sport, oltre che un centro di formazione e preparazione alle attività paralimpiche. “Il nostro principale obiettivo – spiega il delegato Grossi – è il raggiungimento del benessere psicofisico dei nostri atleti, a prescindere dal risultato finale”. Per far ciò, la prima scelta che un’atleta deve compiere è quella di decidere quale attività sportiva intraprendere. “Quando parliamo di disabilità, ci riferiamo a moltissime invalidità che non hanno a che fare solo con il corpo, quindi è fondamentale capire quale tra le varie discipline sia quella più corretta alla personalità dell’atleta”. scherma_carrozzina

La forte propensione degli atleti disabili a cambiare diversi sport durante la loro vita, rende indispensabile una struttura o, come nel caso del Casp, di un centro sportivo che fornisca loro varie opportunità di scelta. “Basta pensare a Giulia Ghiretti, o Luca Righelli“. Negli sport paralimpici gli atleti sono divisi in diverse categorie in base al loro tipo di disabilità: fisica, visiva e intellettiva. Ad esempio: “Nel tennis tavolo ci sono dieci categorie di disabilità: cinque per portatori di handicap in piedi e cinque seduti – spiega l’istruttore di Tennis Tavolo Emmanuele Delsante-. A seconda del trauma vengono classificati da un comitato apposito e giocano in classi diverse”. È il caso dell’ atleta della categoria 1 di tennis tavolo Daniele Mondini, vincitore lo scorso anno della medaglia di bronzo nel campionato italiano. Non tutte le discipline però permettono di accedere alla paralimpiadi. Il judo, ad esempio “permette l’accesso a questo tipo di manifestazioni solo agli atleti con disabilità visiva, parziale o totale”, spiega Angela Tassi, responsabile del Judo Center. Restano invece competitivi nei campionati mondiali, nazionali e regionali come dimostra l’avventura del giovane atleta Pietro Scocchi, partecipante della quindicesima edizione della ‘Giornata dello sport come integrazione‘.

OLTRE LA DISABILITÀ – Accettare la propria disabilità grazie anche allo sport. Non vederla più e sentirsi finalmente liberi dalla propria condizione. “Mi sono detta ‘perché no?’ Magari nonostante i miei problemi di coordinazione qualcosa riesco a fare”. Così Monica Lippolis ha iniziato la sua attività di atleta nel mondo della scherma, dopo anni di hockey in carrozzina. Coraggio e determinazione sono i mantra di questi atleti speciali, che riconoscono in loro stessi potenzialità che superano ogni loro disabilità. ” Per me è stata una grandissima rivincita vedere che, oltre ai miei miei problemi fisici, posso fare tante cose, come prendere la macchina, guidarla fino a qui e perfino praticare uno sport come il tennis tavolo” spiega Daniele Mondini. Gabriele Capponi, nuovo atleta di tennis tavolo si sente di lanciare un monito a tutti coloro che vivono la sua stessa situazione: “Fate attività sportiva, qualunque essa sia, perché aiuta non solo a divertirsi ma soprattutto a metterti in gioco con gli altri“. Lo sport fa sopratutto questo: bene al cuore.

 di Elena Brozzetti

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*