“Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’(in)umanità”.

SEATTLE. APRE IL PRIMO AMAZON GO. IL “NEGOZIO LIQUIDO” CHE STA DIVIDENDO L'OPINIONE PUBBLICA.

Il primo dei duemila negozi AmazonGo previsti. Una nuova idea di supermercato. AmazonGo, creato dalla multinazionale di Jeff Bezos nel suo quartier generale (Seattle), non ha né casse né cassieri. Lo scopo, in una società che oggi più che mai ha sempre meno tempo per fare tutto, spesa compresa, è quello di ammortizzare i famigerati tempi di attese alle casse, eliminando la presenza di queste ultime. Per la realizzazione del “negozio intelligente” sono stati necessari cinque anni di prove e messe a punto, con un anno di ritardo rispetto al progetto iniziale in cui lo store è stato aperto soltanto ai dipendenti Amazon, al fine di riuscire a fare una vera e propria prova di come sarebbe stato una volta aperto al pubblico.amazon-go-07366-009 Ma andiamo con ordine. Come funziona AmazonGo? Il punto di partenza, come per tutto oggigiorno, è l’istallazione dell’app AmazonGo sul nostro smartphone. L’app genererà poi un codice che ci permetterà di entrare all’interno dello store. Una volta dentro, un centinaio di telecamere, veri e propri “occhi artificiali”, ci seguiranno lungo tutto il percorso d’acquisto. Le immagini raccolte verranno inviate in tempo reale ad un software di riconoscimento, che sarà in grado di distinguere le diverse persone presenti nel negozio e osservare che cosa prendono dagli espositori. Gli scaffali sono dotati di rilevatore di peso in modo da poter determinare con una certa precisione la quantità esatta di prodotti prelevati. Gli articoli possono essere presi e messi direttamente in borsa, l’acquisto verrà poi addebitato sulla carta di credito inserita nell’app. Un meccanismo perfetto. Ma per scongiurare qualunque possibilità d’errore da parte del sistema, seppur remota, è stata messa a punto un’ulteriore garanzia: se mai l’intelligenza artificiale dovesse confondersi, e non riuscire capire qual è l’articolo che abbiamo comprato, lo storico dei nostri vecchi acquisti verrà in aiuto al software così da fare chiarezza. La funzionalità del progetto è sicuramente insindacabile, ciò che però sta facendo dilagare disappunto e tristezza tra i cittadini è la relegazione del ruolo dell’essere umano a schiavo della tecnologia. L’opinione pubblica appare nettamente divisa. C’è chi è fiero di ciò che sono riusciti a realizzare e chi invece se ne rammarica, pensando a quanti posti di lavoro il negozio avrebbe potuto offrire. Anche il pensiero di chi ha potuto usufruire del servizio appare frammentato tra chi l’ha trovata un’esperienza “tutto sommato piacevole” e chi invece non è riuscito a tollerare l’ossessiva presenza delle telecamere, più di un centinaio, posizionate lungo tutto il perimetro del negozio. Nonostante le previsioni future appaiano quantomeno ottimistiche, se non utopiche (è prevista, come già detto in precedenza, la realizzazione di altri duemila negozi AmazonGo in poco tempo) sul web gli utenti appaiono spaventati dalla progressiva riduzione dei posti lavoro a favore delle intelligenze artificiali, fenomeno che ormai si ripresenta non di rado. Il futuro, dunque, è alle porte! Resta da capire se noi ne faremo parte. A cura di Martina De Spirito

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