La svolta eco-friendly degli assorbenti lavabili

Può questa rivoluzione nel campo mestruale portare ad una svolta green nella società (femminile)?

Ph mestruazionisenzatabù.it

Se ne sente parlare sempre più spesso. Stanno cambiando la quotidianità più intima delle donne. Sui social spuntano le pubblicità, le Ads: ci sono i modelli più diversi, per forme, colori e materiali. Di cosa si tratta? Parliamo degli assorbenti lavabili.

Argomento sicuramente interessante per il mondo femminile, che fa il suo ingresso in un periodo in cui gli assorbenti stanno destando molte attenzioni, causa il loro prezzo elevato. In Italia, per esempio, sono considerati “beni di lusso” dal 1973 con un’Iva del 22%, mentre in altri Paesi, europei e non, essa non supera il 6%. Non solo i prodotti femminili, ma anche i pannolini per neonati sono beni di lusso, mentre i rasoi da barba sono considerati un bene primario e hanno Iva al 4%, cioè pari al latte, alla farina etc.

Ma perché dunque gli assorbenti non sono considerati beni primari? Secondo il parere di molti parlamentari, tra cui il deputato del Movimento 5 Stelle Francesco D’Uva che si è espresso in un’intervista del 2019 a Omnibus, la tassa non può essere abbassata perché essa equivale all’impatto ambientale e ai costi di smaltimento che essi comportano. Inoltre, un’altra argomentazione è che le donne hanno altre alternative più economiche ed eco-friendly, e sono dunque loro a scegliere l’assorbente usa e getta.

Queste affermazioni hanno scatenato molte proteste, come ad esempio quella di Carla Ruffini del movimento femminista Non una di meno di Reggio Emilia, o quella di Laura Boldrini che nel 2019 ha presentato un emendamento per ridurre l’Iva sugli assorbenti. Proposta bocciata quella della Boldrini, ma è passata invece quella della deputata del Movimento 5 Stelle, Vita Matrinciglio, che prevede di ridurre l’aliquota Iva al 5% ma solo per gli assorbenti compostabili. Prodotti, quelli compostabili, tuttavia già più cari, quasi introvabili nei supermercati normali e che non sempre rispondono alle esigenze di tutte le donne. La storia della Tampon Tax è ancora lunga e non sembra trovare soluzione a breve.

Mentre l’Italia rimane fissa su questa posizione, dall’ottobre 2020 la Scozia è invece il primo Paese a rendere gratuiti tali beni. Una conquista che arriva dopo una dura lotta durata quattro anni e che ha portato a prodotti per il ciclo gratuiti per tutte le donne.

Questo era un breve punto sui classici assorbenti usa e getta che si trovano nei supermercati. Ma chissà se questo nuovo prodotto, l’assorbente lavabile ed ecologico, riuscirà a risanare quella che ora è vista come una frattura sociale, economica ma anche ambientale.

Cosa sono gli assorbenti lavabili e perché possono fare la differenza

Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, essi non sono un’invenzione recente. Nascono infatti negli anni ’60, con il boom economico, gli assorbenti lavabili in cotone e ancorabile alle mutande come quelli di oggi. Nel pieno delle lotte per l’emancipazione femminile, e rappresentano per l’epoca una vera svolta: le ragazze e le donne, fino ad allora costrette ad utilizzare pezzi di stoffa (ricavati magari da vecchi abiti), possono finalmente disporre di un mezzo comodo e sicuro per gestire il loro ciclo mestruale. Per quanto riguarda la nascita degli attuali assorbenti usa e getta, dopo il flop del Maxiassorbente nel 1970, grande successo ha tuttora l’assorbente con le ali, prodotto per la prima volta negli anni ‘90. 

Recentemente, gli assorbenti lavabili hanno rifatto la propria comparsa sul mercato, anche in Italia. Si tratta ancora di un prodotto relativamente poco utilizzato rispetto ai classici assorbenti usa e getta, ma essi presentano indubbiamente una serie di vantaggi.

Innanzitutto, farebbero bene all’ambiente: in questi ultimi anni sono sempre di più i prodotti riutilizzabili che sostituiscono quelli usa e getta (basti pensare ai dischetti struccanti, anch’essi lavabili e disponibili in vari materiali). Gli assorbenti, utilizzati in grandi quantità, vengono gettati tra i rifiuti indifferenziati e devono essere smaltiti da discariche ed inceneritori. Tutto questo ha un enorme impatto ambientale. Si stima che ogni anno vengano utilizzati tra i 120 e i 480 miliardi di assorbenti usa e getta. Secondo Il Post, una donna consuma in media, con un ciclo regolare, tra i 3.000 e i 10.000 assorbenti nell’arco della sua vita fertile (circa 38 anni).

Ma non solo. Infatti, come afferma Tuttogreen.it, ”la maggioranza di questi prodotti utilizzano particolari sostanze chimiche per evitare i cattivi odori o garantire una maggiore freschezza al contatto con la pelle. Alla lunga queste sostanze possono provocare in molte donne irritazioni. Nei casi peggiori, favoriscono addirittura l’insorgere di vere e proprie allergie”Anche Softrevolutionzine.org afferma che ”si tratta pur sempre di plastica a contatto con la pelle e, nel caso degli assorbenti interni, di cotone (che si sfilaccia, secca le mucose e crea attrito). Non per nulla, gli assorbenti usa-e-getta sono spesso causa di, o fattore predisponente a, irritazioni e infezioni batteriche”. Gli assorbenti tradizionali comportano quindi, a lungo andare, anche rischi per la salute che, pur non essendo particolarmente gravi, devono comunque essere tenuti presente.

Al contrario, gli assorbenti lavabili hanno una durata media di 4/5 anni. Sarà quindi necessario acquistarne una quantità molto minore, che dipende ovviamente dall’intensità del ciclo mestruale.

Fondamentale è poi il grande vantaggio economico rappresentato da questi assorbenti. La differenza rispetto agli assorbenti usa e getta è evidente, come afferma Ohga.it, “con un ciclo mestruale ogni 28 giorni e uno o due pacchi per volta, si parla di un minimo di 170 euro di spesa. Un set da 5 assorbenti lavabili, invece, costa circa 20-25 euro e ha una durata ben più lunga”. I prezzi variano a seconda della marca e dei materiali usati, ma è indubbio che una decina di assorbenti lavabili e riutilizzabili per anni vada a quasi azzerare nel tempo la spesa per questo bene.

Gli assorbenti lavabili sono inoltre per alcune donne molto più comodi rispetto a quelli monouso. Al contrario di questi ultimi, i quali risultano spesso ruvidi e fastidiosi a contatto con la pelle, essi sono più morbidi e disponibili in diversi materiali: la loro forma è molto simile a quella degli assorbenti usa e getta, ma sono costituiti da più strati di tessuto, più resistenti e ipoallergenici; possono essere in cotone, flanella, bambù e così via.

Ne esistono poi di due tipologie: quelli all-in-one, che sono costituiti da un unico pezzo, mentre quelli pocket sono simili ai pannolini lavabili per neonati e presentano una sorta di tasca in cui inserire lo strato di tessuto che andrà a contatto con la pelle.

Non solo assorbenti

Esistono poi altre alternative agli assorbenti lavabili, che sono ugualmente ecologiche, come ad esempio la coppetta mestruale, forse la più famosa, le mutande da ciclo o la spugna mestruale. Come afferma coppetta-mestruale.it, la prima è ”una alternativa valida all’assorbente interno, conosciuto come tampone e anche a quelli esterni. La coppetta mestruale posizionata nella vagina raccoglie il flusso mestruale invece che assorbirlo”. E anche qui sono disponibili in diversi materiali come silicone anallergico, silicone platinico ed elastomero termoplastico (TPE)’.

La mutanda mestruale è costituita invece da 3/4 strati di materiale assorbente. La scelta della mutanda dipende dal flusso: per un flusso leggero si utilizza solo la mutanda, mentre per un flusso abbondante essa si può abbinare alla coppetta. Esse hanno un costo compreso tra i 25 e i 35 euro, e possono essere lavate in lavatrice.

 

Altra alternativa agli assorbenti è poi la spugna mestruale. Si tratta di un prodotto meno conosciuto, ma ugualmente valido ed ecologico. Essa funziona allo stesso modo degli assorbenti interni, ma a differenza di questi è biodegradabile, non contiene sostanze chimiche ed è più assorbente. Ne esistono di diverse misure a seconda del flusso mestruale e possono persino essere ”ritagliate” per adattarsi meglio a qualsiasi conformazione fisica. La spugna mestruale ha una durata massima di circa 8 ore, può essere lavata e quindi riutilizzata.

E’ indubbio quindi che gli assorbenti lavabili (e le altre alternative ecologiche) rappresentino un’enorme svolta nel modo di vivere il ciclo mestruale da parte delle donne. Tuttavia, essi sono ancora utilizzati da una minima parte della popolazione femminile, sia in Italia che nel resto del mondo. Questo accade per diversi motivi, come la scarsa conoscenza di queste alternative e il fatto che esse non siano abbastanza pubblicizzate. Sembra difficile l’idea di rinunciare agli assorbenti che tutte noi conosciamo e che abbiamo utilizzato sin dal primo giorno; tuttavia dovremmo tutte metterci nell’ottica che, al fine di salvare il nostro Pianeta, sia necessario partire da piccoli passi, adottando soluzioni più green.

 

di Alice De Luca e Erika Doro

 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*