Crispr vs OGM: sostenibilità o produttività?

Secondo l’ONU nel 2030 saremo più di 8,5 miliardi di persone e, se continuiamo così, non saremo in grado di sfamarle tutte senza l’aiuto di alcune biotecnologie come i CRISPR e gli OGM.

OGM & CRISPR

L’emergenza alimentare è un tema sempre più presente nel mondo, esistono paesi dove c’è una sovrabbondanza di cibo e altri in cui non ce n’è abbastanza. La scienza negli ultimi cinquant’anni ha cercato di sviluppare nuove tecnologie per poter far fronte a questa emergenza. Ad oggi  tra le altre una delle soluzioni a questo problema pare essere: il CRISPR/CAS 9 ideato dai premi Nobel per la chimica 2020 Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna.

L’OGM: l’ingegneria genetica

Con l’acronimo OGM, Organismi Geneticamente Modificati, si intende “un organismo, diverso da un essere umano, in cui il materiale genetico (DNA) è stato modificato in un modo differente da quanto avviene in natura, con l’accoppiamento e la ricombinazione genetica naturale. – riporta il ministero della salute – L’applicazione delle moderne biotecnologie permette di trasferire tratti di geni selezionati da un organismo all’altro, anche di specie non correlate, per esempio tra batteri e piante”. Il primo OGM moderno è stato ottenuto nel 1973 da Stanley Cohen e Herbert Boyer che riuscirono a clonare un gene di rana all’interno del batterio Escherichia coli. Gli Organismi Geneticamente Modificati vengono ottenuti tramite processi tecnologici di ingegneria genetica che permettono di creare un nuovo DNA per assemblaggio di frammenti dell’acido nucleico o geni di diversa origine. La tecnica prende il nome di DNA ricombinante.

Il Crispr: editing del genoma

Il CRISPR/CAS 9 o Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeat è un metodo biotecnologico nato negli anni ’90. Tramite l’enzima Cas 9, una proteina in grado di inserirsi nella doppia elica del DNA e tagliarla (endonucleasi),  avviene un editing del genoma ovvero una precisa modifica del genoma di una cellula, animale, vegetale o umana. Il meccanismo è come una sorta di taglia e cuci. L’enzima, che funzione come una “forbice molecolare”, grazie all’unione con il DNA, taglia un preciso segmento di quest’ultimo ritenuto dannoso e lo elimina o lo sostituisce. In seguito a questa operazione la cellula è in grado di autoriparare la rottura provocata dall’enzima completando l’editing. In questo modo, quindi, si eliminano o sostituiscono le sequenze del DNA bersaglio.

Queste tecniche biotecnologiche sono spesso ritenute pericolose dalle persone a causa della grande disinformazione.

Tuttavia, nessuno studio ha valutato il sentito, l’atteggiamento e l’accettazione dei possibili acquirenti verso  alimenti prodotti con la tecnologia CRISPR. Quindi il giornale statunitense Global Food Security ha deciso di condurre autonomamente una ricerca internazionale sulla disponibilità a consumare e a pagare dei clienti per gli alimenti prodotti con l’editing CRISPR, rispetto agli alimenti convenzionali e gli OGM. “Negli USA il 56%, in Canada il 47%, in Belgio il 46%, in Francia il 30% e in Australia il 50% degli intervistati ha detto che consumerebbe sia gli Organismi Geneticamente modificati sia gli alimenti CRISPR. – riporta il giornale – Molti altri valutano i CRISPR e gli OGM come alimenti simili che potrebbero danneggiare il soddisfacimento della futura domanda alimentare”.

È proprio da questo punto che devono partire le grandi riflessioni che, al giorno d’oggi, preoccupano maggiormente. Il sistema agroalimentare deve riuscire a conciliare due aspetti che tra loro sono normalmente opposti: la produttività, che deve essere incrementata, e la sostenibilità.

Ma è effettivamente vero che tutti gli alimenti OGM e CRISPR sono dannosi o minano la sostenibilità sia dal punto di vista ambientale che etico e sociale?

La risposta a questa domanda è no.

Le differenze tra i Crispr e gli OGM

La tecnologia CRISPR ha dalla sua la velocità, l’economicità, la precisione e l’alta efficienza che le permettono di essere  impiegata in vari settori, tra i quali l’agricoltura. La sua applicazione in questo ambito ha apportato dei rapidi cambiamenti sia nella sfera alimentare, incrementando la produzione, la durata della conservazione e la qualità, sia in quella ambientale permettendo un più alto tasso di domesticazione e di tolleranza allo stress derivante fattori esterni degli organismi vegetali. Ciò si traduce nella soppressione di infezioni fungine e nella protezione dagli attacchi di parassiti e animali. Ma più importante, la biotecnologia CRISPR-Cas è diventata uno strumento per lo sviluppo di piante coltivate in grado di contrastare gli effetti derivanti dal cambiamento climatico permettendo loro di resistere in condizioni di siccità, incrementare il processo di fotosintesi e una maggiore forza ai diserbanti che permettono all’uomo l’eliminazione totale delle erbe infestanti. La maggior parte delle piante modificate tramite questa tecnologia, negli USA e in altri Paesi, è stata riconosciuta come un organismo non geneticamente modificato.

Il "Golden Rice"

Gli OGM vengono spesso riconosciuti come “cattivi” e ovviamente bisogna ricordarsi che nella manipolazione genetica il DNA si combina a caso senza la possibilità di controllo. Ciò significa non poter prevedere le possibili conseguenze. Questo è un altro punto cardine delle problematiche legate agli alimenti e alle tecniche agricole che impiegano l’editing genetico, in particolare quando si parla di OGM ma non quando si tratta di CRISPR i quali non hanno questo limite. Infatti, spesso, per introdurre un gene estraneo all’interno del genoma di un organismo, si utilizzano le capacità infettive di virus resistenti ai principali antibiotici e che sarebbero quindi difficili da contrastare. Queste preoccupazioni non sono infondate ma non esistono ricerche condotte su ampia scala che dimostrino, inconfutabilmente, gli effetti negativi o i rischi degli OGM per la salute umana. Ciò deriva dal fatto che le piante OGM attualmente coltivate nei vari Paesi del mondo sono mais, soia, colza e cotone che non vengono impiegate particolarmente per l’alimentazione umana ma maggiormente per mangimi per animali, biodisel e creazione di tessuti. Maggiore è la preoccupazione riguardante gli effetti degli OGM sull’ambiente, difatti, come sostengono i maggiori oppositori di questi prodotti transgenici, essi possono rappresentare una minaccia per la biodiversità.

Gli organismi transgenici, possono, infatti, diffondersi negli ambienti naturali, entrando in competizione con le specie selvatiche con il rischio di ridurre la varietà degli organismi vegetali. Ma è anche vero che le piante OGM sono in grado di resistere maggiormente ai parassiti e a temperature più estreme permettendo, in questo modo, di ridurre il tasso di perdita dei raccolti che sta diventando sempre più alto a causa del cambiamento climatico. Le sementi OGM oggi commercializzate non sono in grado di risolvere i problemi alimentari delle aree meno sviluppate ed economicamente fragili. Uno dei punti critici riguarda l’alto costo delle sementi OGM brevettate dalle industrie sementiere che i Paesi in via di sviluppo non possono permettersi di sostenere. Un esempio significativo di questa criticità è rappresentato dal “Golden Rice” in India, un riso all’interno del quale era stata inserita, tramite la tecnologia OGM, la vitamina A. Questa modifica sarebbe stata in grado di risolvere il problema legato a questa vitamina, la cui carenza lasciava cechi i bambini sin da piccoli. Ma le proteste di GreenPeace, iniziate nel 2013, hanno bloccato la sua coltivazione. Oggi alcuni ricercatori sono riusciti a riprodurre il New Golden Ricecon la tecnologia CRISPR che verrebbe così classificato come organismo non transgenico.

di Marika Parise

 

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