Cultural Heritage: sette progetti universitari per valorizzare il patrimonio culturale con le nuove tecnologie

In occasione dell’Expo 2020 di Dubai l'Emilia Romagna presenta sette progetti universitari per innovazione e sviluppo delle industrie culturali e creative. Da Parma il progetto Sottsass Virtual Exhibitor che coinvolge lo Csac

Il 22 gennaio a Expo 2020 Dubai l’Università di Parma è stata la capofila del progetto “Cultural Heritage – Our Roots, our Future”, che ha visto coinvolte anche le Università di Bologna, di Ferrara e di Modena e Reggio Emilia.

La professoressa Cristina Casero, docente di Storia della Fotografia e di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Parma, nonché presidente del corso di studi di Comunicazione e media contemporanei per le industrie creative UniPr, è la coordinatrice del progetto.

Il progetto Cultural Heritage è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna ed è nato per mostrare, attraverso sette casi studio dei quattro Atenei coinvolti, la collaborazione virtuosa tra formazione, ricerca e produzione nel settore delle industrie creative e culturali. “La collaborazione tra le varie università protagoniste – spiega la professoressa Casero – nasce dal fatto che il progetto è stato coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, che l’ha presentato all’Expo”.

“Il progetto è stato curato anche dal punto di vista comunicativo: – continua la coordinatrice – si è cercato di trovare una modalità efficace per trasmetterlo a un pubblico che comprendesse non solo esperti e studenti, ma anche persone interessate attraverso una vetrina come quella di Dubai. Inoltre, si è voluto precisare quali siano le ricerche importanti, anche multiformi, aperte a molti settori, che negli atenei della regione si stanno coordinando e che hanno come filo conduttore il rapporto tra il patrimonio culturale e le nuove tecnologie e che offrono delle risorse sotto vari aspetti: conservazione, valorizzazione, conoscenza e comunicazione”.

Il CAPAS dell’Università di Parma, sotto il coordinamento organizzativo della direttrice Sara Martin, per il “Cultural Heritage – Our Roots, our Future” ha ideato e realizzato il sito, il video generale e tutti i video dei progetti e delle offerte formative delle quattro Università, grazie anche alla partecipazione di studenti dell’Ateneo, assistiti da professionisti della produzione audiovisiva.

A questo proposito la professoressa Casero spiega che “l’idea di lavorare con il CAPAS e con gli studenti è stata fortemente voluta dal professore Fabrizio Storti, prorettore per la Terza Missione, che ha avuto una parte importantissima nell’organizzazione di tutto il progetto. Con la professoressa Martin, quindi, stiamo lavorando per creare per tutti gli studenti, ma in particolare per quelli di Comunicazione, delle vie per far fare esperienze in ambiti che potrebbero poi interessare dal punto di vista professionale. Il CAPAS costituisce infatti una risorsa importante per l’Ateneo perché all’interno ci sono laboratori utili agli studi di comunicazione e non solo. Una via, quella del coivolgimento degli studenti attraverso il CAPAS, che abbiamo intenzione di perseguire nuovamente”

L’Emilia-Romagna all’Expo 2020 Dubai

L’evento, iniziato il 1° ottobre dello scorso anno, andrà avanti fino al 31 marzo del 2022. L’Expo 2020 Dubai è la prima esposizione che si tiene in un Paese arabo ed è il primo evento internazionale dopo il Covid-19. L’Esposizione Universale coincide anche con il 50° anniversario della fondazione degli Emirati Arabi. Questa esposizione diviene, pertanto, non solo un’occasione di ripresa, ma anche un grande avvenimento per il rilancio del Sistema Italia e della nostra regione, che è stata tra le prime a aderire al progetto.

In un sito espositivo di 4 Kmq, a forma di corolla di fiore, ci sono 204 padiglioni con 192 paesi partecipanti. Il tema dell’esposizione è “Connettere le menti e creare il futuro” attraverso “sostenibilità, mobilità e opportunità”, che costituiscono i tre fondamenti dello sviluppo delle società e a questi temi sono dedicati tre distretti e numerosi padiglioni.

L’Emilia-Romagna partecipa per tutta la durata dell’Esposizione Universale presentando eventi ed attività sulla sostenibilità, sul benessere di persone e comunità e sulla gestione dei dati per perfezionare le condizioni di vita e accrescere la competitività industriale.

I momenti più significativi per la nostra regione sono stati ad ottobre, in occasione del World Food Day con interventi sulla sostenibilità della filiera agroalimentare, presentati dalle università regionali e per i quali il CAPAS ha realizzato i contenuti multimediali del progetto “Share-Sustainability Health and AgRicolturE”, coordinato dalla professoressa dell’Università di Parma Francesca Scazzina. In occasione del Regional Day Emilia-Romagna e il Forum sull’Intelligenza Artificiale, organizzato da IFAB (International Big Data and Artificial Intelligence for Human Development) e dall’Associazione Big Data, sono stati presentati invece i sette casi studio del Cultural Heritage.

“All’Expo è stato presentato il video e sono stati realizzati dei laboratori, dei workshop – continua Casero – tenuti dai docenti dei vari atenei responsabili dei singoli progetti, in cui si è spiegato, da un punto di vista anche pratico, quello che nei video è stato sostanzialmente più velocemente comunicato. Gli studiosi e i ricercatori, che erano a Dubai, hanno anche risposto alle domande del pubblico“.

I sette casi studio e Sottsass Virtual Exhibitor: il progetto dell’Università di Parma

I sette progetti, che costituiscono il programma “Cultural Heritage – Our Roots, Our Future”, sono stati sviluppati nei laboratori di ricerca universitari e si rivolgono a studenti e ricercatori, professionisti e imprenditori del settore culturale e artistico, oltre al pubblico più ampio presente all’Expo 2020 Dubai. Inoltre, aggiunge la professoressa Casero, “credo che, avendo aperto un percorso su un tema che adesso offre delle prospettive per il futuro, e avendo mostrato un percorso di collaborazione anche tra gli atenei dalla regione, quello che si può sperare è che questo progetto possa fungere da apripista per creare una rete di collaborazione, la più efficace possibile, tra tutti coloro che si occupano di temi legati ai beni culturali e alle nuove tecnologie”.

L’Università Di Bologna ha esibito quattro progetti: il programma success, che prevede cinque pacchetti lavoro, che mirano alla comprensione dei processi bio-culturali utili a definire l’unicità dell’umanità; il progetto sulla tomografia computerizzata (TC), che consente, con delle radiografie bidimensionali di diversi punti di vista, di realizzare rendering 3D per effettuare ulteriori analisi virtuali e implementare informazioni, aggiungendo a ciò la creazione di scanner CT altamente flessibili, che possono essere smontati e trasferiti anche laddove l’opera da analizzare non sia trasportabile; la creazione di gel a base di agar, un polisaccaride ottenuto dalle alghe, per la pulizia delle opere d’arte senza l’uso dell’acqua, realizzando prodotti ad alta degradabilità che ne facilitano lo smaltimento; il progetto Resolution, che unisce varie discipline per ottenere una precisa linea temporale dell’evoluzione umana.

L’Università di Modena e Reggio Emilia ha realizzato DHMoRe Lab, un’idea che dà la possibilità di acquisire, catalogare e fruire con maggiore facilità i manoscritti antichi, consultando archivi digitali con un’interfaccia semplice e intuitiva e creando algoritmi, che leggono e traducono i testi, agevolando le ricerche archivistiche.

L’Università di Ferrara ha mostrato Inception, un programma di digitalizzazione del patrimonio culturale con tecnologie semantiche 3D per meglio conservare e gestire il patrimonio a rischio.

L’Università di Parma ha presentato il progetto “Sottsass Espositore Virtuale o Sottsass Virtual Exhibitor”: una piattaforma software gratuita, che favorisce lo scambio di dati nell’ambito del patrimonio culturale, facilitandone l’operatività. Con una pluralità di azioni che vanno dalla catalogazione e digitalizzazione dei fondi archivistici alla promozione con attività espositive e ambienti digitali, lo scopo primo del progetto è l’ottimizzazione degli archivi visivi e di design.

Il progetto è nato nel 2016 ed è ancora in corso. Ad esso collaborano lo CSAC (Centro Studi Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma e VisitLab (Visual Information Technology Lab-CINECA), con il contributo di Regione Emilia-Romagna e Comune di Parma.

La professoressa Casero precisa che “questo è un progetto che è stato curato dalla professoressa Francesca Zanella che ragiona e lavora da tempo sul tema dell’esposizione virtuale, iniziando da Sottsass, che è un autore che ha studiato in più occasioni, proprio in seno allo CSAC, quando ne era presidente. Inoltre, ha seguito, insieme a Cineca, questa esposizione virtuale: una frontiera interessantissima per quanto riguarda le nuove modalità espositive e un percorso molto frequentato anche all’interno del dipartimento, senza dimenticare gli studi, gli assegni di ricerca che l’Università di Parma sta sovrintendendo da qualche tempo”.

Il 2016 è l’anno in cui lo CSAC ha iniziato i suoi progetti di ricerca triennali per lo studio e la valorizzazione di una serie di fondi e raccolte, tra i quali viene scelto quello di Ettore Sottsass per la sua cospicua consistenza costituita da disegni, immagini, maquette, oggetti e documenti, donati dall’autore stesso nel 1979 allo CSAC e non ancora archiviati online.

Con il Dottorato di Ricerca, finanziato dalla Regione e intitolato Memoria e Archivio in movimento, all’interno del più ampio progetto Informatica, Cultura e Società: percorsi di studio e formazione nell’epoca dell’umanesimo digitale, coordinato dall’Università di Bologna, si è ripristinato il patrimonio archivistico donato da Ettore Sottsass: si è organizzata una mostra nel 2017, Ettore Sottsass. Oltre il design, presso la chiesa cistercense dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC, e si è costruito un ambiente digitale, realizzato con la collaborazione di VisitLab Cineca.

Porta di accesso al catalogo online dell’Università di Parma e alle risorse esterne è la rappresentazione in terza dimensione della mostra Ettore Sottsass. Oltre il design, combinando contenuti differenti e sviluppando l’esposizione del 2017.

L’ambiente digitale permette di interrogare la base dei dati per ottenere informazioni su un singolo disegno o oggetto esposto oppure accrescere lo studio con il catalogo online. È possibile anche consultare risorse esterne e collezioni “che – come indicato sul sito – documentano ulteriormente l’opera di Ettore Sottsass: la collezione del Centre Pompidou a Parigi, o gli archivi aziendali, come l’archivio storico Olivetti, l’archivio Poltronova o il Museo Bitossi, e così via”.

di Michela Albenzio

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