“Solo per passione”, la vita di Letizia Battaglia

La storia della fotografa italiana che ha combattuto contro la mafia a colpi di fotografie

Isabella Ragonese sul set di Solo per passione, Letizia Battaglia fotografa (fonte: vanityfair.it)

C’è stata una fotografa, che ha portato la storia e il dramma della mafia siciliana allo scoperto. Lo ha fatto con le fotografie dei “morti ammazzati” che insanguinavano le strade di Palermo tra gli anni ’70 e gli anni ’90. È Letizia Battaglia, la fotografa scomparsa lo scorso 13 aprile, e la sua vita è raccontata nella miniserie Solo per passioneLetizia Battaglia fotografa diretta da Roberto Andò per RAI, disponibile su RaiPlay.

Una vita di lotta contro la mafia:

Letizia Battaglia non è stata solo una fotografa: è stata prima ancora figlia, moglie e madre; insomma una donna. Qui, ne abbiamo presentato le gesta, dal suo primo incarico al Giornale L’Ora, fino alle mostre dedicate ai suoi scatti sulla mafia. 

In questa miniserie, in cui il personaggio principale è interpretato da un’impeccabile e magnifica Isabella Ragonese (Yara, 2022), Roberto Andò ne ripercorre la vita, presentando la crescita e lo sviluppo del carattere e della tempra di questa grandissima donna, che ha fatto la storia della fotografia italiana (fu la prima a vincere il Premio Eugene Smith nel 1985). 

La passione, l’amore uniti alla forza e al coraggio di Letizia traspaiono, impetuosi, attraverso lo schermo e impressionano lo spettatore, che rimane affascinato dal carisma di questa fotografa. 

Lungo i due episodi sono condensati momenti intimi della protagonista, a partire dagli uomini della sua vita (il marito Franco, il suo secondo e giovane amore Santi Caleca e il compagno più importante che abbia mai avuto Franco Zecchin) fino all’amore e all’affetto nei confronti delle figlie (Cinzia, Patrizia e Shobha). Per non parlare della profonda amicizia con Marilù, la sua unica cara confidente e compagna di otium letterario.

Isabella Ragonese e Letizia Battaglia sul set di Solo per Passione, Letizia Battaglia fotografa (fonte: corriere.it)

Il racconto si intreccia con i primi passi di Letizia nel mondo del giornale L’Ora: la sua avventura come impiegata/sostituta all’inizio e come fotografa responsabile del reparto fotografico del giornale stesso poi. In seguito, è proprio in questo frangente che la sua volontà di frenare il mattatoio della mafia, e di raccontare al mondo intero che cosa stesse succedendo, cresce e diventa la sua missione. La paura di mettere in pericolo la vita dei suoi cari rimane, ma il suo coraggio non viene meno e continua a impegnarsi, perché crede nella possibilità del cambiamento. Ha fiducia nel fatto che la mafia può essere debellata.

Letizia Battaglia si mette a nudo e racconta i tratti salienti della sua vita tumultuosa: i progetti e i sogni di poter ripulire la sua Palermo dalla malavita sono il fil rouge che muove tutta la sua esistenza e, qui, ne sono presentati i fotogrammi più importanti. 

Il racconto è colmo di emozioni forti e contrastanti (amore e odio, coraggio e paura), ma che esprimono e presentano al meglio la vita d’azione che la stessa fotografa ha vissuto fino alla fine. Letizia ci ha insegnato e continuerà a insegnarci l’importanza della perseveranza della lotta e del desiderio di poter cambiare anche ciò che apparentemente non può essere cambiato. Nulla è impossibile quando c’è forza e c’è coraggio.

La miniserie è il miglior tributo che si potesse fare a una personalità come la sua. Per di più, è disponibile gratuitamente su RaiPlay, non fatevela scappare.

di Erika V. Lanthaler 

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