“Devi avere successo a tutti i costi”: il racconto della gloria degli altri è tossico

Vengono spesso proposti modelli di perfezione da raggiungere come se lo sbaglio o la caduta definissero una persona. Ma fallire è la normalità

Fallimento

Carlotta Rossignoli, 23 anni, medico, influencer e modella. La figlia che tutti vorrebbero insomma. Si è laureata con il massimo dei voti all’università Vita-San Raffaele di Milano con ben 11 mesi di anticipo. Di lei nelle scorse settimane si è parlato tanto ed è stata definita come “la studentessa dei record” o “la nuova Albert Heinstein” per aver superato tutti i suoi compagni di corso e aver conquistato la tanta agognata laurea.

Ma è proprio giusto proporla come modello al quale i ragazzi, e anche gli adulti, devono agognare?

Questa intelligentissima ragazza è stata raccontata come una persona infallibile, come se fallire o cadere significasse non andare bene. Come se fallire non fosse un’opzione. Ma DEVE esserlo. Ovvio il fallimento non deve essere l’unica opzione, ma quante volte abbiamo sentito dire la frase “sbagliando si impara” o anche “sbagliare è umano”?

Per esperienza personale ho sempre constatato che è vero. Il fallimento è parte integrante della vita, tutti affrontano cadute, la cosa importante è rialzarsi. Non dimentichiamoci che il fallimento è anche soggettivo, quello che può rappresentare per me per un altro può rappresentare un traguardo.

A 20 anni non vale la pena di tentare, sbagliare e fallire in campo scolastico” è un’affermazione della giovane che viene riportata dalla giornalista Selvaggia Lucarelli su Domani. All’università un esame si supera con 18, molti ambiscono a voti più alti, ma non tutti. Ci sono corsi a cui qualcuno si sente più affine e riesce a prendere un voto più alto altri, come per me è stato chimica, anche un semplice e banale 18, dietro al quale si celano crolli emotivi, pianti ma anche molto impegno, identificano il traguardo raggiunto.

E se il 18 non arriva al primo tentativo, lo si raggiungerà al secondo, al terzo e anche al quarto. Un esame non passato non definisce la persona. Ci sono mille motivi per cui qualcuno non passa un esame: ansia da prestazione, panico, una domanda sbagliata a uno sbarramento. Non sempre non si ha studiato e generalizzare dicendo “la prossima volta studia meglio” non invoglia a fare meglio ed è sbagliato.

Sono troppi i ragazzi che oggi, abbagliati dalla luminosa vita che viene mostrata sui social, pensano che se fai un errore, se sei in sovrappeso, se non sei il primo della classe, sei un fallito. Questa parola ha un peso enorme. In realtà se cadi, e magari per un periodo non ti rialzi nemmeno, non sei qualcuno che ha fallito, ma una persona che ci ha provato. Forse questo è il messaggio che bisognerebbe far passare attraverso i giornali, i media e i social. La signorina Carlotta Rossignoli è una ragazza che ci ha provato e ci è riuscita. Buon per lei. Ma non tutti sono così. La leggerezza (l’errore vero e proprio, volendo) è quella di raccontare un’eccezione come un’eccellenza – come ricorda giustamente Michela Murgia. Qui la narrazione diviene tossica.

Si parla della stessa società che prima elogia e poi distrugge i modelli da lei creati che non sono indenni dal peso e dalle conseguenze derivanti dalla notorietà. Anche l’infallibile Carlotta Rossignoli si è sentita schiacciata dal peso delle critiche a lei mosse a tal punto da decidere di cancellarsi da Instagram.

Bisognerebbe anche chiedersi come è riuscita a raggiungere questo obiettivo. Non ci interessa, infatti, l’agiatezza della ragazza, ma la sua forzata privazione del sonno. “Per me il sonno è tempo perso” afferma. Ma il riposo non è una delle prime cose che vengono consigliate quando una persona non sta bene? Non necessariamente a livello fisico, ma anche a livello mentale.

Esprimere ( e riportare) questo parere può essere pericoloso, ogni corpo ha bisogno di riposare e il sonno è fondamentale. Ci viene mostrata una ragazza perfetta che ha raggiunto un obiettivo che può sembrare irraggiungibile, forse non in un modo consigliabile ad altri.

Si legge anche spesso di ragazzi che ‘perdono tempo‘. Forse ci si riferisce a chi dorme il pomeriggio o la mattina? A chi intraprende un percorso in cui non eccelle? A chi, invece che stare a studiare a casa, si prende una serata per uscire con i propri amici o partner? Uscire e svagarsi, avere una vita sociale, magari bere qualcosa in più ogni tanto può far dimenticare i problemi o aiutare a svagarsi. La vita sociale è importante tanto quanto, se non di più, di un buon voto ad un esame, una verifica o un’interrogazione.

Attenzioni ai modelli proposti: non dovrebbero rispecchiare solo il successo, ma anche il fallimento – che poi fallimento non è. Ho sempre adorato una frase di Thomas Edison “Non ho fallito, ho solo trovato 10.000 modi che non hanno funzionato” : forse tutti dovremmo ricordarci che molte delle più grandi opere (d’arte e non) sono nate da uno sbaglio o da un fallimento. Chissà cosa potremmo creare noi.

di Marika Parise

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