Rosa Chemical ha rischiato la censura e non aveva nemmeno ancora baciato Fedez

Durante la seduta alla Camera del primo febbraio la deputata Morgante di Fratelli d'Italia ha espresso la richiesta di censurare la canzone di Rosa Chemical "Made in Italy" in gara allo scorso festival di Sanremo

Ti piace che sono perverso e non mi giudichi

Se metterò il rossetto in ufficio lunedì

Da due passiamo a tre, più siamo e meglio è

Ci dicono di no

E adesso ci lasciate fare

Il sesso (made in Italy).

Questa è parte di Made in Italy, canzone di Rosa Chemical, cantante in gara al Festiva di Sanremo appena concluso. Il testo è stato soggetto alla richiesta di censura – in tempi non sospetti, ancor prima che Chemical baciasse Fedez in diretta durante la serata finale. A porre il focus sulla questione è stata la deputata Morgante di FdI durante la seduta della Camera del 01 febbraio. Perché? Semplice, perché – come da lui affermato – avrebbe portato al sacro Festival “il sesso, l’amore poligamo e il porno su Onlyfans”. E in un Paese come l’Italia ciò non può avvenire. 

“La rivoluzione fluida era arrivata già da tempo al teatro Ariston, ma trasformare il Festival di Sanremo, un appuntamento che ogni anno tiene incollati allo schermo famiglie e bambini emblema della tv tradizionale convenzionale, nell’appuntamento più gender fluid di sempre è del tutto inopportuno – ha insistito la deputata – […] Il Festival della canzone italiana rischia di diventare l’ennesimo spot in favore del gender e della sessualità fluida, temi sensibilissimi che da sempre Fratelli d’Italia contrasta”, ha continuato Morgante.

“È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non solo nella tv di Stato, che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio, e non soltanto con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto davanti ai tantissimi bambini che guarderanno la televisione per una serata in famiglia. È innegabile che la rassegna canora più importante del nostro Paese sia un enorme veicolo culturale, ma anche politico e sociale – ha commentato la deputata di Fratelli d’Italia – Come lo stesso mondo della musica è un palcoscenico per raccontare e descrivere la società e le sue dinamiche attuali. Questo ruolo del Festival di Sanremo, però, ormai da tempo e soprattutto in queste ultime edizioni, si è trasformato in una vera e propria propaganda a senso unico“.

Per fortuna Benigni durante la prima serata del Festival di Sanremo ci ha ricordato che siamo un Paese dove “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” come recita l’articolo 21 della Costituzione italiana.

 A questo punto la domanda è semplice: perché nel 2023 è possibile fare una richiesta del genere durante una seduta in Parlamento? Non dovrebbe essere possibile. 

La censura è stata richiesta in primis per tutelare i minorenni, ma da cosa esattamente? Da qualcuno che racconta l’amore così per come è: puro, gentile, senza genere né etichette. Sarebbe bene ricordare che ai bambini non interessa questo. Per loro l’importante è divertirsi, tanto che anche Amadeus, durante un’intervista, ha risposto con una battuta: “Probabilmente il pezzo di Rosa Chemical sarà il preferito dei suoi figli e lo ballerà anche lei”. I minori che, secondo la deputata devono essere tutelati, sono coloro che hanno la mente più aperta.

E il riferimento ai simboli religiosi? Ma scusate, l’Italia non era uno Stato laico? Sono andata a controllare ed effettivamente l’articolo 1 afferma ancora che è così. Quindi non capisco esattamente perché una semplice canzone andrebbe ad intaccare i simboli religiosi.  

“È innegabile che la rassegna canora sia un veicolo culturale, politico e sociale e come il mondo della musica sia un palcoscenico per raccontare e descrivere la società e le dinamiche attuali” dice la Morgante contraddicendosi da sola. Proprio perché la musica racconta la società attuale non si può richiedere una censura. Soprattutto sulla televisione di Stato, che non sta dimenticando il suo ruolo ma lo sta solo esplicando nel miglior modo possibile senza alimentare l’odio che invece divampa sempre di più spesso nel nostro bellissimo Paese. 

Cara deputata, se proprio dovessimo andare a cercare per forza il torbido scandalo allora ci sarebbe davvero un numero di canzoni sufficiente a mettere insieme un Festival? Che poi, appunto, il Festival non lo Zecchino d’Oro. Forse, nell’esagerazione, era più fraintendibile la frase della canzone vincitrice del Festival Ci siamo fottuti ancora una volta fuori un locale. E meno male. Cosa intendeva dire veramente Mengoni? Solo perché non ha usato la parola “sesso” non significa che non si riferisse a un menage.

Conoscendo il personaggio (stravagante?) e in dopo la dichiarazione della deputata, un po’ di preoccupazione su quanto la canzone potesse essere spinta c’era, quando in realtà non c’è niente di così scandaloso, anzi…ha anche un bel ritmo! Parla di amore, vero, ma non è la classica canzone sanremese. L’artista l’ha dedicata a chi si è sentito sbagliato e invece era solo diverso. A chi non è mai successo?

Rosa Chemical

di Marika Parise

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