Mentre cresce il dibattito in Italia, la Spagna dice sì al congedo mestruale: e gli altri Paesi?

La Spagna è diventata il primo paese europeo ad approvare il congedo mestruale. E l'Italia? Il 21 febbraio è stata depositata la proposta che prevede due giorni di congedo da lavoro o da scuola

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Una prima bozza della riforma, approvata definitivamente dal Parlamento spagnolo giovedì 16 febbraio, è circolata nei giorni scorsi e ha generato una serie di discussioni e pareri contrastanti non solo in Spagna. Le norme, contenute nella Legge Organica per la Tutela dei Diritti Sessuali e Riproduttivi e la Garanzia dell’Interruzione Volontaria della Gravidanza, prendono in considerazione diversi aspetti: la sessualità, il diritto all’aborto, il diritto alla contraccezione, il congedo e il benessere di tutte le donne.

Si dedica una particolare attenzione al congedo mestruale che in Spagna è limitato a tre giorni fino a un massimo di cinque al mese. Per poter usufruire del congedo, è necessario un certificato medico che possa segnalare la necessità della lavoratrice. Il congedo è retribuito e i contributi vengono riconosciuti interamente: un passo avanti per tutte le donne che soffrono di mestruazioni invalidanti. Come aveva detto anche Irene Montero, ministra dell’Uguaglianza: “Le mestruazioni smetteranno di essere un tabù”.

Pro o contro al congedo nel resto del mondo

Uno studio del 2017, pubblicato sul British Medical Journal e condotto nei Paesi Bassi su un campione di 33 mila donne tra i 15 e i 45 anni, dimostra che la popolazione femminile è costretta a perdere circa nove giorni di lavoro o di studio ogni anno a causa della dismenorrea. Con questo termine si intendono, a livello medico, tutti i dolori associati al ciclo mestruale.

La dismenorrea colpisce in particolare le ragazze giovani e si manifesta con crampi nella parte bassa dell’addome, ma anche tramite nausea, vomito, sudorazione ed episodi diarroici. In molti casi, si riesce a diminuirne l’intensità grazie all’assunzione di antidolorifici, ma molto spesso diventa un problema debilitante che interferisce con le normali attività quotidiane.

Se la Spagna è stato il primo paese europeo ad approvare il congedo mestruale, ma nel resto del mondo era già presente: in Giappone dal 1947, in Corea del Sud è in vigore dal 2001, in Indonesia dal 1948, in Taiwan introdotto dal 2002, ma modificato nel 2013 e in Zambia dal 2017.

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In Giappone, dal 1947 è stato riconosciuto il diritto di prendersi dei giorni di congedo dal lavoro a causa dei dolori mestruali, possibilità estesa anche ad alcune regioni della Cina. Nel 1992, nello stato indiano di Bihar, è stata approvata una legge che concede alle donne di potersi assentare dal lavoro due giorni al mese; soluzioni molto simili sono state adottate anche negli altri paesi già citati. Nel 2017, lo Zambia ha istituito il Mother’s Day, ossia il giorno di riposo per le donne che hanno il ciclo mestruale.

Anche alcune aziende si sono mosse in questa direzione: nel 2007 Nike ha aggiunto nel suo codice di condotta il congedo mestruale per tutte le dipendenti, mentre l’azienda inglese Coexist è stata la prima a fare questo nel Regno Unito nel 2016.

Deepinder Goyal, fondatore della società Zomato, multinazionale indiana che offre servizi online come la ricerca e la possibilità di ordinare online cibo a domicilio, aveva deciso di garantire un congedo mestruale pagato di dieci giorni all’anno, sia alle dipendenti donne che alle persone transgender, in tutti i paesi in cui era presente nel 2020. Goyal aveva ribadito che il messaggio della sua azienda era quello di incrementare un’idea di fiducia e di accettazione. Aveva così affermato: “Dovresti sentirti libera di dire o scrivere ai colleghi che quel giorno sei in congedo mestruale”. Per usufruire del congedo è necessario un click di richiesta su un software per la gestione del personale. Inoltre, l’azienda ha reso disponibile anche una hotline per segnalare prese in giro o casi di molestie.

Nadia Calviño, vicepresidente del governo spagnolo, durante la discussione relativa alla proposta di legge sostiene che in questo modo si potrebbe penalizzare e marginalizzare ulteriormente la figura della donna, mostrandosi del tutto contraria. Yolanda Díaz, ministra del Lavoro, ha replicato affermando quanto fosse sbagliato non capire che le donne e gli uomini siano diversi e che il mondo del lavoro non sia neutro.

La posizione di Calviño è la medesima di Daniela Piazzalunga, economista che nel 2017 sul Washington Post, aveva espresso la sua opinione, in risposta all’ipotesi che il congedo potesse essere approvato in Italia: “Le donne potrebbero essere ulteriormente penalizzate sia in termini di stipendio che di avanzamento di carriera”.

In Italia tutto tace(va), o almeno così sembra

Nel 2016, in Italia, quattro parlamentari del Pd hanno proposto una legge sul congedo mestruale – discussa poi in Parlamento – che non ha ottenuto però nessun risultato. Le deputate Romina Mura, Maria Iacono, Simonetta Rubinato, Daniela Sbrollini, tutte ancora in carica tranne Sbrollini, a partire da uno studio da loro condotto, hanno mostrato alla Camera i seguenti dati: dal 60 al 90% delle donne soffre durante il ciclo mestruale, un problema che comporta dei periodi di assenza elevati (dal 13 al 51% a scuola e dal 5 al 15% sul lavoro). Il Pd aveva pensato di concedere tre giorni al mese sempre tramite un certificato medico. La retribuzione in questi giorni sarebbe stata garantita al 100%, ma il disegno di legge non è passato.

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Ciononostante, il liceo artistico Nervi Severini di Ravenna sia la prima scuola in Italia che dal 2023 ha riconosciuto il congedo mestruale alle studentesse. L’obiettivo è quello di concedere dei giorni a casa che non vengano conteggiati come assenze. Una proposta che è stata accettata e che ha modificato il regolamento di istituto.

Sulle orme di questa scuola, è stata portata avanti la richiesta dagli alunni del Lazio, che hanno proposto ai diversi istituti scolastici di seguire l’esempio del liceo di Ravenna: sono gli adolescenti italiani a chiedere maggiori agevolazioni a favore di quelle donne che convivono da troppo tempo con i dolori mestruali.

Nello specifico, la Rete Medi Studenti del Lazio richiede di agevolare chi soffre di questi problemi, permettendogli di potersi assentare due giorni al mese. Per chi non possiede un certificato medico che dimostra di soffrire ripetutamente o di avere una possibile patologia, è sufficiente presentare un foglio in cui il dottore dimostri che il paziente ha comunque dolori invalidanti.

In entrambi i casi, le giornate di assenza non devono essere conteggiate alla fine dell’anno. Così è stato per il liceo Pilo Albertelli di Roma, la prima scuola del Lazio ad aver approvato il congedo mestruale durante la seduta del Consiglio d’Istituto. Come ha detto Claudia Pratelli, assessora alla Scuola, Formazione, Lavoro di Roma capitale: “[…] non tutti i corpi sono uguali, ma tutti devono essere tutelati nei diritti fondamentali come quello allo studio”.

Una novità è arrivata grazie alla proposta di legge sul congedo in Italia dall’Alleanza Verdi-Sinistra. Il ddl è stato depositato il 21 febbraio agli uffici della Camera, a firma della deputata Elisabetta Piccolotti. Il disegno di legge prevede la possibilità di assentarsi fino a due giorni al mese sia per le studentesse che per le lavoratrici, ma si parla anche di una distribuzione gratuita dei contraccettivi ormonali nelle farmacie con ricetta medica.

Il sostegno è arrivato anche dalle deputate Luana Zanella, Francesca Ghirra ed Eleonora Evi, appartenenti al partito Europa Verde. Piccolotti ribadisce: “[…] ci chiediamo se la Presidente non ritenga che sia il caso di fare qualche misura che possa riconoscere più diritti alle donne”. La proposta verrebbe applicata a tutti i tipi di contratto, compresi quelli determinati e a progetto. Infatti, la pillola contraccettiva è una possibile soluzione per lenire i dolori da ciclo, andando incontro alle esigenze vere delle donne.

Sebbene, nel caso in cui verrà ritenuto idoneo, l’iter sarà molto lungo prima di essere approvato, almeno il dibattito in Italia è iniziato (di nuovo).

di Patricia Iori

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