Alla scoperta del Capas: dietro le quinte dell’Orchestra

Tra le tante opportunità offerte dal Centro per le attività e le professioni delle arti e dello spettacolo dell'Università di Parma c'è anche l’Orchestra sinfonica. L’attuale direttore, il Maestro Stefano Zinetti, ci racconta attività e progetti futuri

Il legame con la tradizione lirica, la ricerca e la riscoperta di artisti dimenticati ma anche coesione sociale e scambi culturali: questi gli obiettivi dell’Orchestra dell’Università di Parma, un laboratorio che rientra nelle attività del Capas, il Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo.

Il direttore dell’orchestra dell’Università di Parma, il maestro Stefano Zinetti, ci racconta i tanti aspetti che fanno parte della realtà sinfonica dell’Ateneo, di cui abbiamo ripercorso la storia e scoperto le ambizioni e gli obiettivi futuri.

Le radici musicali della città sbocciano anche nell’Ateneo

“L’orchestra viene fondata nel 2000 per volontà del Professor Luca Aversano, – spiega Zinetti – all’epoca docente di musicologia all’Università di Parma, sotto la guida del professor Luigi Allegri, fondatore del Capas. Il progetto prende forma seguendo le orme del coro dell’Università – già esistente dalla fine degli anni ’60 – e nasce per esigenza di esprimersi artisticamente e dare lustro all’università, che vive all’interno di una città già musicalmente molto attiva e al centro dell’attenzione anche a livello internazionale”.

Tutto nasce da un piccolo gruppo di studenti universitari e del Conservatorio Arrigo Boito di Parma. “Con gli anni l’orchestra si ingrandisce e vengono proposte le prime attività e mostrati al pubblico i primi risultati”.

“Personalmente sono entrato nell’orchestra come strumentista nel 2011, – continua Zinetti – anno in cui sono arrivato a Parma da studente universitario. Il progetto mi ha subito entusiasmato perché già allora l’orchestra poteva vantare un certo numero di concerti e di scambi anche internazionali. Dopo aver finito le specializzazioni in ambito lirico-sinfonico al Conservatorio, ho iniziato a frequentare più assiduamente l’orchestra. Abbiamo fatto diversi concerti sul territorio nazionale: diverse volte a Roma, collaborando con diverse accademie di canto, e in Calabria. Inoltre abbiamo fatto diversi scambi con altre università”.

La svolta per Zinetti arriva quando il professor Luca Aversano, fondatore e direttore dell’orchestra, si trasferisce a Roma per insegnare al DAMS e, successivamente, curare la direzione artistica del teatro Palladium della capitale; a quel punto è stato necessario per l’Università di Parma emettere un bando pubblico per ingaggiare un nuovo direttore. “Sia per titoli che per esperienze sono stato scelto alla guida di questa orchestra che sono lieto di aver fatto ripartire dopo tutte le problematiche legate all’emergenza sanitaria” racconta il maestro.

La crescita dell’orchestra è evidenziata anche dai numeri che attualmente può vantare. “Al momento disponiamo di quello che in musica viene chiamato organico pieno, sono coinvolte circa 50 persone, compresi alcuni strumenti speciali come l’arpa o l’ottavino e altri che non sempre fanno parte della composizione standard di un’orchestra. Possiamo contare su un nutrito numero che ci dà la possibilità di affrontare anche un repertorio sinfonico, ovvero quello delle orchestre, appunto, sinfoniche. Per quanto riguarda il numero di concerti all’attivo fatti sotto la mia direzione siamo giunti all’ottava produzione”.

Stefano Zinetti

Il legame con la tradizione e la riscoperta di autori dimenticati

Mediamente in un anno l’orchestra dell’università di Parma riesce a portare in scena quattro produzioni che coprono un ampio ventaglio di repertori: sinfonico, classico-romantico, ma anche musica da film e l’immancabile tradizione lirica tanto cara alla città di Parma.

Oltre alla messa in musica dei repertori più conosciuti al grande pubblico, l’orchestra svolge anche un interessante lavoro di ricerca e riscoperta di autori meno noti o dimenticati.

“Il prossimo impegno dell’orchestra non sarà un concerto, ma una registrazione discografica volta a riscoprire le opere di Alexander Luigini, un compositore francese di origini emiliane che alla fine dell’Ottocento era considerato una vera e propria superstar in Francia ma di cui attualmente è reperibile una sola registrazione” spiega Zinetti.

Inoltre, “in collaborazione con l’università di Palermo stiamo svolgendo un lavoro di ricerca per riportare in auge un compositore che ha delle musiche veramente particolari soprattutto nell’ambito del balletto-operistico che non rientrano nei canoni della sua epoca. La ricerca culminerà anche con un concerto per presentare al nostro pubblico il progetto svolto, e, orientativamente, ciò avverrà a maggio”.

Zinetti ci tiene a sottolineare uno dei punti forti dell’orchestra: “Utilizzare l’orchestra non solo come elemento artistico e di intrattenimento ma anche come elemento di ricerca che serva all’università”.

Come detto in precedenza il repertorio proposto dall’orchestra è vario ma la risposta del pubblico è sempre costante, il maestro ricorda con gioia gli ultimi concerti sulle musiche di Morricone, che sono andati tutti sold out, e anche l’interesse cittadino per il repertorio più classico e legato alla storia della città.

Oltre la musica

Zinetti racconta come dalla passione per la musica e grazie all’orchestra come punto di incontro siano nati scambi culturali e sociali: “Ci è capitato di accogliere nella nostra realtà degli studenti in erasmus. Ne ricordo una in particolare, una ragazza della Germania che ha suonato con noi per un periodo durante il suo anno di studi qui a Parma, dopodiché essendo lei responsabile dell’orchestra universitaria della sua università a Lubecca, ha proposto a tre dei nostri orchestrali di andare nella cittadina tedesca per una produzione all’inizio di febbraio di quest’anno, culminata con due concerti, uno a Lubecca ed uno ad Amburgo”.

Non solo studenti erasmus ma anche tanti fuori sede, ormai adottati dalla città ducale, fanno parte dell’orchestra ma le candidature sono sempre aperte. “Siamo disponibili ad accogliere nuovi studenti che si possono mettere in contatto con noi attraverso il Capas, scrivendo una mail a capas.@unipr.it . Non dovranno sostenere un’audizione ma un colloquio; al momento è richiesto un certo tipo di preparazione musicale ma non si esclude in futuro che si possa organizzare anche un corso preparatorio per chi non ha esperienza”.

L’ambizione non manca e i progetti nemmeno: “Potendo contare sulla macchina organizzativa del Capas, puntiamo ad alzare sempre più il nostro livello e a stare al passo delle altre realtà musicali universitarie. Come primo passo per farci conoscere ancora meglio, stiamo cercando un nome ed un logo riconoscibili e poi cercheremo di concentrarci ancora di più sulla ricerca e riscoperta di alcuni autori meno noti”.

Inoltre, far parte dell’orchestra può essere anche conveniente dal punto di vista della carriera universitaria. Infatti, come per le altre attività promosse dal Capas, è possibile ottenere fino a 6 CFU nel ambito dei crediti di libera attività di partecipazione. Come spiegatoci da Stefania Babboni, responsabile progettuale e didattico del Capas, il centro è abilitato per l’erogazione di Crediti Formativi che possono essere riconosciuti nel curriculum dello studente.

Qui il regolamento https://www.capas.unipr.it/cfu-artistici-e-culturali/

di Matteo Obinu

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