Donne a colori: un libro per parlare di tumori ma soprattutto del coraggio per combatterli

Sei donne, sei racconti attraverso cui emergono i loro punti di vista e la loro testimonianza dopo aver superato la malattia. Il libro di grande speranza e amore per la vita è stato presentato a Parma da Loto onlus

Sei donne, sei racconti, sei finestre attraverso le quali emergono i colori della vita. Finestre che sono sinonimo di partecipazione attiva e di grande aiuto per chi tuttora si ritrova ad affrontare un percorso oncologico. “Questo volume non è solo per le pazienti ma anche per l’intera popolazione per aumentare la cultura e la consapevolezza su questi temi” spiega l’autrice del libro Donne a colori, Angela Suprani.

La presentazione del libro è avvenuta il 9 marzo presso Ape Parma Museo, giorno successivo alla Giornata internazionale della Donna. Il libro è stato pubblicato da Massimo Soncini Editore e promosso da Loto Odv, associazione nata a Bologna e presente in tutta Italia, come a Parma.

Come dichiarato dall’editore parmense Massimo Soncini: “Donne a colori è un libro di testimonianza ma anche di narrativa. Non sono intervenuto con nessuna forma di editing, ma ho ritenuto utile pubblicarlo esattamente così come è stato pensato e scritto”.

Il libro racconta il punto di vista di sei donne, a partire dalle loro esperienze personali, che si sono messe a nudo spiegando come si possa reagire al tumore ovarico. Lo sguardo di queste donne è lucido, consapevole, pieno di allegria e consapevolezza.

Con ‘a colori’ si intende una vita che è caratterizzata da diverse sfumature: il nero che allude alla malattia; il bianco che rappresenta l’ospedale; il grigio che ricorda l’attesa infinita per un referto; il verde che è sinonimo di speranza ma anche il blu, quando inaspettatamente ricevi una notizia positiva e inizi a vedere il cielo per il suo colore vivo.

La prevenzione è fondamentale per la nostra salute

Come afferma Rossana Berardi, presidente Comitato Scientifico Loto Odv e membro del Direttivo Nazionale di AIOM: “Il tumore del seno nel nostro Paese rappresenta la principale neoplasia, ogni anno si registrano 55mila nuove diagnosi. Questo tumore può beneficiare dello screening, infatti, grazie alla mammografia è possibile diagnosticare precocemente la malattia. Invece per il tumore ovarico non esistono efficaci strumenti di screening e ogni anno, in Italia, sono 5200 le nuove diagnosi”. Rossana sottolinea quindi l’importanza di fare prevenzione, ricordandosi di sottoporsi alla visita ginecologica una volta all’anno.

Myriam Perrone, Vicepresidente Comitato Scientifico Loto Odv, ricorda che “la ricerca oncologica ha raggiunto risultati straordinari. La sopravvivenza al tumore alla mammella è più frequente in Italia, avviene nell’88% dei casi a cinque anni dalla diagnosi; la percentuale si abbassa al 43% per il tumore ovarico, anche perché troppe donne, circa l’80%, scoprono la malattia in fase avanzata”.

Purtroppo sono poche le associazioni che si occupano del tumore ovarico, quindi sicuramente la possibilità di parlarne e di confrontarsi può rendere l’argomento maggiormente noto a più persone, incentivandone anche uno studio più accurato.

La serata è stata presentata da Mariangela Cofone, blogger con un profilo su Instagram molto seguito, che si occupa di libri e audiolibri e con la moderazione della giornalista Patrizia Ginepri e l’intervento di Roberta Marescalchi e Graziella Morabito, una delle sei protagoniste del libro . 

La giornalista Patrizia Ginepri e Graziella Morabito

Durante la presentazione del libro Morabito ha condiviso la sua esperienza da donna che ha affrontato il tumore ovarico. Morabito ricorda quanto questa malattia avesse messo in dubbio la sua femminilità, e soprattutto la paura provata di fronte alla diagnosi. Secondo lei non bisogna dare un significato al dolore, piuttosto all’esperienza che portiamo con noi. Si è chiesta più volte dove avesse sbagliato, perché era quasi certa di aver controllato bene l’alimentazione. Le donne per natura hanno una maggiore consapevolezza del proprio corpo, e in questi casi è come se la propria attenzione venisse tradita. Inoltre, Morabito ha ribadito che “non solo la prevenzione è fondamentale, bisogna anche affidarsi all’ospedale più competente e non esclusivamente alla struttura più vicina”.

“Insieme si può”: il motto di Loto

La giornalista Patrizia Ginepri e Roberta Marescalchi

Nonostante non sia semplice, non bisogna cadere nella solitudine ma mantenere i rapporti sociali, avere lunghi colloqui e scambi di opinioni. È altrettanto essenziale il sostegno delle persone che ci stanno intorno soprattutto durante un percorso così delicato. L’ideatrice di questo libro è stata Roberta Marescalchi, che ha affidato la fase di scrittura ad Angela Suprani. L’idea è nata dal fatto che Marescalchi quasi tutti i giorni sia attiva al Sant’Orsola di Bologna come volontaria di Loto onlus il cui motto è “insieme si può”. Inseguendo così l’obiettivo dell’associazione, lei e altri volontari cercano di prendersi cura delle pazienti, servendo per esempio tisane a coloro che fanno terapia, o semplicemente chiacchierando. “Sentirsi coccolate non è la cura ma fa parte della cura” spiega.            

Marescalchi si è ammalata nel 2004 di leucemia mieloide cronica, malattia che sembrava non lasciarle speranze. Ha avuto però la fortuna di usufruire di farmaci nuovi e ora è in sospensione da farmaco, sebbene poi nel 2009 si sia ammalata anche di tumore al seno. Lei è esempio di donna che ha sofferto ma che ha anche combattuto duramente. Marescalchi sostiene che “la malattia ti fa vivere con maggiore consapevolezza e ti fa mettere in fila le cose, perché sono questi i momenti in cui capisci cosa sia veramente importante”.

Ammette che durante la malattia sentiva il bisogno di mettersi le parrucche, di truccarsi, ossia di prendersi cura di sé stessa, cercando di vivere una vita normale, nonostante la situazione non fosse facile. Come ha anche lei affermato: “Del resto, abbiamo due vite, la seconda inizia quando capiamo che ne abbiamo una sola”.

di Patricia Iori

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