The Lighthouse: il film che dovresti vedere almeno una volta nella vita

Film diretto da Robert Eggers e uscito nel 2019, finalmente è disponibile anche su Netflix. Una produzione cinematografica ricca di simboli e significati nascosti, con un finale dalle molteplici interpretazioni

Thomas Wake (Willem Dafoe) e Ephraim Winslow/Thomas Howard (Robert Pattinson) Fonte: cinefilos.it

The Lighthouse è un film diretto da Robert Eggers uscito nel 2019 ma ora è finalmente disponibile anche su Netflix. È nato come tentativo del fratello Max Eggers di adattare per il grande schermo un racconto rimasto incompiuto di Edgar Allan Poe, Il faro (The Light-House). Così, insieme hanno riscritto la sceneggiatura, allontanandola dal racconto dello scrittore, ottenendo una produzione a dir poco originale. Non è facile identificare il genere di appartenenza, può essere un horror, un thriller psicologico, un fantasy ma anche una produzione a tratti grottesca e inquietante, ricca di significati nascosti, allontanandosi da una lettura tradizionale. È composto da un cast spettacolare: Robert Pattinson nei panni di Ephraim Winslow/Thomas Howard; Willem Dafoe che interpreta il personaggio di Thomas Wake; Valeriia Karaman vista più volte come sirena (vedi qui).

Jarin Blaschke, direttore della fotografia, è stato nominato ai premi Oscar nel 2019 per l’ottimo lavoro svolto in questo film. Ci sono molti riferimenti anche al cinema espressionista di Friedrich Wilhelm Murnau, ma anche alle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud. Un film che non ha avuto una distribuzione cinematografica direttamente nelle sale, piuttosto tramite l’home-video, e ora anche su Netflix (al seguente link per approfondire).

Di cosa parla The Lighthouse?

Ephraim Winslow (Robert Pattinson) Fonte: movies.mxdwn.com

Il film è ambientato nel XIX secolo su un’isola deserta al largo delle coste del New England, in cui due guardiani del faro, Thomas Wake ed Ephraim Winslow, sono incaricati di occuparsi della torre di segnalazione per circa quattro settimane. Winslow nel ruolo di guardiano del faro, il quale svolge principalmente lavori manuali, è sotto la supervisione del custode Wake. Confesserà a quest’ultimo di chiamarsi Thomas Howard, e di aver assunto questa identità dal suo precedente datore di lavoro. Winslow trova fin da subito la statuetta di una sirena, e nel frattempo Wake lo convince a ubriacarsi, e da lì inizieranno ad abbandonarsi più volte all’alcol, aumentando il numero di visioni e di eventi surreali. Winslow durante la diverse allucinazioni, capisce che Wake gli sta nascondendo qualcosa di terribile, a tal punto da cadere nella totale pazzia dalla quale cercherà di salvarsi. Con il passare del tempo, si ritrovano senza cibo e saranno costretti a sopportarsi a vicenda. Al termine delle quattro settimane, nessuno verrà a prenderli a causa di una tempesta che secondo Wake è stata scatenata quando Winslow ha ucciso il gabbiano. Si era soliti pensare a quei tempi, che i gabbiani contenessero le anime dei marinai.

Il film si basa su una storia realmente accaduta nel 1801, in cui due guardiani del faro gallesi, entrambi di nome Thomas, litigavano sempre. Rimasero anche loro bloccati in una tempesta e quando morì uno di loro, l’altro impazzì. Così, dopo quell’episodio, il governo decise di aumentare il numero dei guardiani da due a tre.

Un film ricco di simboli

Thomas Wake (Willem Dafoe) Fonte: cinefilos.it

L’aspetto più evidente è sicuramente lo stile del film: il regista ha deciso di usare l’espediente della fotografia in bianco e nero con un formato 1.19:1, conferendo al film un’atmosfera abbastanza inquietante e sinistra. Lo stesso Eggers ha ammesso di essersi ispirato agli studi di Carl Jung, psichiatra e psicoanalista svizzero. Ha provato a mettere in scena il complesso edipico a partire dalla relazione tra i suoi protagonisti.

Indubbiamente, sono presenti anche i temi della sessualità e della mascolinità, concentrandosi appunto su figure solo maschili. Tante sono le allusioni anche alla mitologia greca: Winslow tra le mille allucinazioni vedrà Wake adornato di tentacoli, la cui possibile lettura può essere il riferimento alla figura di Proteo, divinità del mare e dio delle profezie che serviva Poseidone. Ma non finisce qui, perché lo stesso Winslow potrebbe essere identificato con la figura di Prometeo, altro personaggio della mitologia greca, il quale aveva rubato il fuoco degli dei, e come punizione ogni giorno vedeva un’aquila mangiare il suo fegato. Così accade a Winslow, il quale dopo aver ucciso Wake, sale su dal faro e vede la luce, precipitando giù per le scale. La scena finale mostra lui abbandonato su uno scoglio mentre dei gabbiani mangiano le sue viscere. Anche lo stormo di gabbiani non è stato scelto casualmente, riprendendo il gabbiano che lo stesso Winslow ha ucciso sbattendolo contro una roccia (vedi qui).

Ma cosa ha veramente visto Winslow, abbagliato dalla luce del faro? Probabilmente come è stato mostrato più volte nel corso del film, il faro forse nasconde la presenza di una sirena, anche se una possibile risposta potrebbe essere nella figura di Prometeo. Quando Winslow vedeva la luce, automaticamente gli si presentavano scene che raccontavano la realtà, non a caso voleva sapere cosa fosse accaduto all’ex compagno di Wake.

Eggers, in un’intervista a Vox, avrebbe detto: “Durante la proiezione del film, qualcuno mi avrebbe chiesto perché non ho fatto vedere quello che Pattinson vede alla fine del film. E io ho risposto che se lo spettatore avesse visto, gli sarebbe toccato lo stesso destino”.

Non ci resta che avanzare mille ipotesi e rimanere con molti dubbi, perché Eggers ha preferito lasciare un finale aperto dalle molteplici interpretazioni.

di Patricia Iori

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