Tutti in Fondo al Mar insieme alla Sirenetta di Rob Marshall

Tra politically correct, doppiaggio italiano che lascia desiderare, ambientazioni in stile Pirati dei Caraibi e CGI usata male, il live action de La Sirenetta è ora nei cinema italiani. Che cosa si può salvare da un film che è destinato a naufragare?

Poster de La Siretta (fonte: MouseInfo.com)

Che si dovesse fare il live action de La Sirenetta era d’obbligo, ormai è diventata una routine e ve ne abbiamo parlato qui.

Prima de La Sirenetta, infatti, sono usciti una marea di altri live action, tra ben riusciti (Cenerentola di Kenneth Branagh, 2015) e flop giganteschi (Mulan, 2020, con cui Disney ha avuto diversi problemi non solo per la distribuzione del film stesso – non passato per le sale causa covid e andato direttamente sulla piattaforma, con aggiunta del pass VIP per la visione  – ma anche per come era stata concepita tutta la storia – tra le varie mancanze e riscritture manca all’appello il personaggio di Mushu, spalla molto importante nella crescita personale della protagonista).

Ma come è stata sviluppata la storia di Ariel?

Tra richiami di scenografie caraibiche, CGI usata male e canzoni adattate ancora peggio, la storia cala a picco

La storia, bene o male, rimane quasi invariata da quella della Disney (che già di per sé aveva cambiato i fili iniziali della trama di Andersen, cambiandone il finale tragico in cui la sirenetta muore divenendo spuma del mare). Tuttavia, oltre i cambiamenti apportati dall’iniziale cartone animato, il film presenta solo dei cambi di costruzione di alcuni personaggi: il gabbiano è una gabbiana, Tritone non è un padre così severo come ci si aspetterebbe e la storia di Eric ha una nuova sfumatura (purtroppo non così approfondita).

L’ambientazione, sotto la supervisione di Rob Marshall (Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, 2011), difficilmente non porta a pensare alle scenografie dei Caraibi. Questo vale per la ciurma di Eric che richiama quella della Perla Nera di Jack Sparrow, che per l’isola natia del principe che sembra Tortuga (ovviamente togliendo le bettole con annessi ubriaconi e prostitute – è pur sempre un film per bambini), ma non è questo il punto essenziale della storia.

una scena del film (fonte: difitalspy.com)

Sempre dal punto di vista scenografico, non si può non parlare degli effetti speciali che, nonostante l’utilizzo della CGI, risultano essere poco riusciti. Forse la scelta di uscire in sala dopo l’uscita di Avatar 2 – La via dell’acqua non è stata propriamente una mossa ben riuscita: che ci possiamo fare, il budget è pur sempre un budget e la Disney non può comunque competere con un blockbuster come lo è il film di James Cameron. A parte questo, gli effetti underwater riescono bene (rendendo fluidi i movimenti delle sirene), sebbene tutta la poesia cada quando i personaggi marini (soprattutto quelli umanoidi come Ariel e Tritone) fanno la figura dei pesci fuor d’acqua quando salgono in superficie: vedere Tritone nel mare con i capelli fluidi è un conto, vederlo fuori dall’acqua con effetto appiccicaticcio che solo l’acqua salmastra può dare non è il massimo… l’effetto realistico è alle stelle, anche se si poteva benissimo evitare. Altra nota dolente è rappresentata dal realismo esasperato e quasi inquietante di Flounder, il pesciolino amico di Ariel… va bene il realismo, ma così è troppo.

Arriviamo ora al doppiaggio italiano. Non riuscito perfettamente sia nella canzone di Ariel che, soprattutto, quella del principe EricQuest’ultima, inedita e scritta per l’occasione da Lin Manuel Miranda (Tick Tick Boom!, Encanto entrambi del 2021) insieme ad Alan Menken, perde molto nella resa in italiano. Mentre nel testo inglese rimane una “risposta” al dolce canto di Ariel, nella resa in italiano il testo sembra più “vuoto”.

Per non parlare della versione italiana di Parte del tuo mondo la cui traduzione, sul grande schermo, sembra non andare al ritmo del testo inglese. Insomma, un risultato non ben riuscito per una resa ancora peggiore. Il consiglio migliore è vedere il film e ascoltarne le canzoni in lingua originale, qui il link alla playlist originale

The Little Mermaid Original Motion Picture Soundtrack

Dulcis in fundo le critiche pre e post uscita, tra politically correct e scelte del cast 

Per finire in bellezza non si poteva non parlare dell’enorme polemica che ha preceduto l’uscita del film: ovviamente ci si sta riferendo alla scelta di Halle Bailey come attrice protagonista. Quest’ultima, infatti, aveva portato ad un putiferio spaccando i social su due fronti: chi era a favore di questa scelta e chi era contro. Ma è davvero così importante questo aspetto?

Si è puntato il dito contro il politically correct ormai dilagante nell’industria cinematografica (in alcuni casi anche con forzature molto accentuate), ma è davvero solo questo? Forse lo zampino del politicamente corretto un po’ c’è, ma è meglio analizzare la scelta del film nel suo complesso. Partendo dal presupposto che La Sirenetta (così come tutti i live action fatti fino ad oraè e rimane una “zuppa riscaldata” di ciò che è stato fatto alla fine degli anni ’80 con il cartone animato, la scelta di presentare un cast diverso non può non essere un sintomo del politicamente corretto, anche perché, a conti fatti, non c’è praticamente niente di nuovo in ciò che viene presentato sullo schermo.

Halle Bailey e Jonah Hauer-King sul set de La Sirenetta (fonte: lascimmiapensa.com)

Insomma, se si volesse essere davvero politicamente corretti e più inclusivi si dovrebbe puntare di più su storie nuove e avvincentipiuttosto che ricadere nel “già fatto”. Un esempio è dato da La principessa e il ranocchio (John Musker e Ron Clemens, 2009), che ha avuto comunque un discreto successo alla sua uscita. Detto ciò, e messe da parte tutte le polemiche, Halle Bailey rimane un’attrice molto brava che ha saputo ricreare una perfetta sirenetta; se proprio dovessimo fare una polemica nel cast si dovrebbe puntare il dito sulla recitazione di Javier Bardem che, nonostante la sua bravura in termini di attore, qui perde di efficacia e di credibilità. Altra buona prova attoriale è data da Jonah Hauer-King nei panni di un giovane ed avventuroso Eric, per non parlare di una brava Melissa McCarthy nei panni di Ursula.

Insomma, altro che terra ferma… La sirenetta di Rob Marshall ci prova a salire in superficie, ma rimane In fondo al mar.

di Erika V. Lanthaler

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