Maturità bis a Spadafora: l’incubo diventa realtà, ma con che risultato?

Avete presente quell'incubo in cui vi trovate a dover sostenere di nuovo l'esame di maturità? Beh, per una classe del liceo linguistico "Galilei" di Spadafora l'incubo è diventato realtà

Esame di maturità

Giugno 2023. Ci troviamo nel periodo più temuto per gli studenti italiani: la maturità compare all’orizzonte. Non per tutti, però, va come previsto. Cinque mesi dopo “Maturità Bis” si legge sui giornali. Si pensava fosse uno scherzo, ma era tutto vero! Gli studenti della classe V A del liceo “Galilei” di Spadafora, nel messinese, si sono seduti nuovamente nei banchi di scuola e il 10 novembre hanno risostenuto la parte orale dell’esame di maturità riconfermando i voti ottenuti a giugno. 

Come è successo? Una una studentessa, rimasta anonima al pubblico, ha presentato ricorso per irregolarità verificatesi durante l’esame orale svoltosi la scorsa estate. “L’esame orale – ha comunicato il legale della famiglia della studentessa, l’avvocata Maria Chiara Sgrò – era stato illegittimamente concordato con il commissario interno”. A nulla sono serviti i ricorsi al TAR presentati dalle famiglie dei compagni di classe.

A quanto riportato, sembra che gli studenti avessero concordato con il professore l’argomento di inizio dell’esame, ma che poi solo all’alunna in questione fosse stato chiesto qualcosa di diverso rispetto a quanto deciso.

Oggi siamo abituati a copiare agli esami e non so quanto questo sia giusto o meno, ma la domanda che emerge è un’altra: era davvero necessario far ripetere l’esame all’intera classe a causa di una difformità e per l’insoddisfazione di un voto, che alla fine è stato riconfermato?

La risposta sembra essere tra il giusto e il necessario. Sì è stato corretto, ma non era necessario. Anche perché, se la ragazza in questione avesse preso un voto più alto – già la prima volta – oggi probabilmente non staremmo qui a scriverne. Bisogna anche tenere conto che questa decisione non ha gravato sulle persone coinvolte esclusivamente in termini di tempo dedicato a ripetere un esame già superato (più o meno ‘legalmente’), ma anche da un punto di vista emotivo.

Viviamo in un paese dove il voto di maturità non viene percepito solo come una cifra, ma come un numero che etichetta il nostro percorso scolastico. La voglia di ottenere un punteggio alto è comprensibile, soprattutto per chi è perfezionista. Tuttavia, è fondamentale ricordare che quel numero non definisce chi siamo.

Qualsiasi voto, un 60 o un 100 – o un 69 in questo caso, riconfermata o meno – rimarrà chiusa nel cassetto durante la vita. È vero sappiamo tutti che il voto serve per accedere ad alcune università come quelle private o estere, ad alcuni master e per i concorsi pubblici, ma questo non cambia il fatto che sia una cifra che non definisce quanto valiamo.

Personalmente, ho affrontato l’esame di maturità durante il Covid e mi avvicino ora alla laurea. Il timore che un giorno una lettera possa giungere, invalidando il mio Esame di Stato è uno dei miei incubi più grossi – se Paolo Genovese ci ha fatto anche un film un motivo ci sarà. Non oso immaginare cosa abbiano provato i ragazzi del liceo “Galilei” ricevendo quella lettera. 

A volte ti dicono che gli anni dell’adolescenza sono i più belli della tua vita, compresi quelli della scuola, ma per molti la scuola stessa è un incubo. Per altri è un momento di passaggio, per alcuni è la fine di un capitolo. Immaginate di aver fatto scelte importanti, aver iniziato un percorso universitario, di esservi trasferiti in un’altra città o di dover sostenere un esame d’ammissione e poi tutto d’un tratto, senza preavviso, arriva una lettera dove ti dicono che non sei più diplomato. Il mondo ti crolla addosso e si cade in un incubo che, ancora una volta, potrebbe sembrare senza fine.

La ragazza in questione ha per di più ripreso lo stesso voto, nonostante una commissione totalmente esterna e diversa dalla prima volta. Visto che il voto è stato confermato, sia a lei che ai suoi compagni (a parte un paio di voti più alti), forse anche anche la prima volta la valutazione era giusta? Non lo sapremo mai, ma si dovrebbe anche riflettere sul fatto che il voto non si basa solo sulla prova orale, ma anche sulle parti scritte sostenute e dai crediti che si sono acquisiti nel corso dei tre anni. 

Non si può ignorare il fatto che gli argomenti dell’esame spesso sono concordati in anticipo, ma non c’è mai nessuna garanzia che saranno effettivamente chiesti durante l’esame. Questa realtà è comune, lo so per esperienza. Nonostante questo, però, e tralasciando il mio voto d’uscita dalle scuole superiori, non ho mai nemmeno lontanamente pensato di invalidare l’esame. La questione, quindi, non riguarda solo il voto effettivo, ma anche l”etica’ dell’azione intrapresa.

In un mondo, oggi, che spinge sempre di più verso la competizione e la ricerca della perfezione, è importante ricordare che la nostra identità va oltre il numero. La società dovrebbe insegnarci valori più profondi: che non siamo soli, che ogni nostra azione ha una ripercussione su un’altra persona…oggi potrebbe essere una mancata immatricolazione o l’impossibilità di sostenere un esame a Londra, domani potrebbe essere qualcosa di più grande. 

di Marika Parise

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