Fanno male? Diete vegane per donne incinte, iperproteiche per sportivi

PAROLA D'ORDINE: NO ALLE ALIMENTAZIONI FAI DA TE

Quella volta che la dieta dell’amica sembra aver dato risultati così miracolosi da provarla, o quell’altra in cui hai escluso certi alimenti dalla tavola solo perché in tv dicevano che fossero dannosi. Quella volta in cui… hai sbagliato!

Come spiega la dottoressa Serena Ravasini, biologa nutrizionista, sempre più persone “si lanciano in alimentazioni alternative con il ‘fai da te’, ma è quasi sempre un errore. Con internet uno pensa che, leggiucchiando qua e là, possa diventare esperto in ogni argomento: non può essere così. Fermo restando che anche il passaparola può far danni: si chiede consiglio all’amica e alla sorella senza capire che le diete vanno personalizzate. Ognuno ha una dieta adatta ad attività sportiva, lavoro, caratteristiche fisiche”.

Infatti, spiega il dottor Federico Cioni, medico specialista in Scienze dell’alimentazione “nella maggior parte dei casi la malnutrizione per eccesso si osserva in persone inconsapevoli mentre quella per difetto, soprattutto nelle sue manifestazioni più gravi, è più frequente in persone che hanno effettuato scelte nutrizionali errate mal interpretando informazioni ricavate dai media, dal web o da sedicenti esperti“.

“Capita poi infatti – continua la dottoressa Ravasini – di dover recuperare persone che hanno seguito determinati tipi di diete sbagliate su vari livelli, quello vitaminico, quello minerale, etc. A 20 anni possono non essere un problema, ma in una situazione particolare come la gravidanza può esserci anche un danno. Un vero e proprio pericolo se protratti a lungo.” 

MAMME VEGETARIANE E VEGANE – Proprio la situazione della gravidanza è particolarmente delicata. Non solo per evidenti questioni fisiche, ma per l’impreparazione a capire come adeguare le proprie abitudini tra una marea di spassionati consigli. A questo proposito il dottor Federico Cioni spiega: “Il regime dietetico ideale in gravidanza e durante l’allattamento è rappresentato da una dieta varia e completa, equilibrata così da garantire un fisiologico e progressivo andamento del peso materno. Le principali società scientifiche italiane concordano sul fatto che tale regime è, o dovrebbe essere, molto vicino a quella che viene definita ‘Dieta Mediterranea’, intendendo con ciò una dieta ricca di vegetali (in particolare verdura) e di tutti tipi e carboidrati complessi, meglio se integrali e naturalmente consumati in giusta misura. Le fonti proteiche dovrebbero essere le più varie possibile, come condimento meglio l’olio d’oliva extravergine usato a crudo: anche qui però le quantità devono essere limitate. Una limitata assunzione di zucchero da tavola, meglio se non raffinato, è consentita. Infine il sale da cucina dovrebbe essere consumato nella minor misura possibile, eventualmente privilegiando come insaporitori le erbe aromatiche”.
E riguardo a diete che non contemplano tutta questa varietà, come quella vegana? Questa scelta obbliga la donna ad un regime attento e consapevole, infatti spiega il dottor Cioni: “La scelta vegana è molto più suscettibile di rischi di carenza di quella vegetariana. In questi casi l’integrazione con diversi tipi di oligoelementi è obbligatoria, pena grossi rischi rischi per la salute, soprattutto del bambino, in gravidanza e durante l’allattamento. In queste situazioni la scelta alimentare vegana è in generale sconsigliata e, se comunque adottata, dovrebbe sempre essere monitorata da un punto di vista clinico infatti richiede notevole conoscenza delle proprietà e delle caratteristiche nutrizionali dei diversi alimenti”.

Su questo argomento è intervenuta anche la dottoressa Serena Ravasini che spiega secondo la sua esperienza che “si diventa vegani per una questione etica oppure per una questione diciamo ‘salutistica’. Davanti a una motivazione etica non posso dire nulla e di conseguenza cerco di concordare le modalità con la persona che ho davanti o di consigliare uno specialista in dieta vegana. Per quanto riguarda la scelta salutistica, non vedo personalmente tutti questi benefici rispetto a una mediterranea ben strutturata. Se devo trovare lato positivo nella dieta vegana è che predilige alimenti importanti come i legumi, che quasi nessuno mangia”.
E quali i pericoli? “Può portare a una carenza vitaminica o minerale come la B12 di cui adesso tutti parlano, sia per il bambino che per la mamma. Se si è vegani da poche settimane, per anni non si avranno carenze. Se lo si è da anni, ci sarà bisogno di integratori, che non sono medicinali, sono integratori che hanno un’origine alternativa e non animale, ad esempio estratta da batteri in grado di produrre questa vitamina”, spiega la dottoressa Ravasini.

Non è solo la madre da tenere sotto controllo, ma anche il feto perché “i danni al feto si possono prevenire integrando l’alimentazione della mamma con vitamina B12 e se necessario anche con vitamina D e omega 3″, spiega la dottoressa Marta Fontanesi, biologa nutrizionista. Una volta nato poi, anche l’alimentazione del bambino va controllata a dovere: “La dieta vegetariana e vegana nei bambini deve essere studiata da un nutrizionista competente – continua la dottoressa Fontanesi – e formulata con le giuste integrazioni vitaminiche per  evitare gravi carenze che possono danneggiare la salute del bambino. Per fare un esempio, sostituire il latte vegetale formulato appositamente per il neonato con bevande vegetali a base di legumi e cereali preparate in casa è pericoloso perché si ottiene una bevanda povera in molti nutrienti essenziali. Sconsiglio il fai da te o il sentito dire dall’amica“.

Conclude l’argomento la dottoressa Ravanesi: “Siccome la scelta vegana è di solito una scelta etica, imporla a un bambino, specialmente se non seguiti, mi lascia perplessa. Poi se impostata bene da un pediatra, si può fare, anche se io non sono d’accordo. Una dieta vegana in un bambino in svezzamento, porta a situazioni complicate: non gli puoi dare ogni tipo di cibo perché è in svezzamento, ne togli altri perché sei vegano, ne togli alcuni che il bambino non mangia perché non gli piacciono: ovvio che poi si va incontro alle carenze”.

SPORTIVI E PROTEINE – Non solo diete escludenti: il pericolo alimentare tocca anche chi eccede, perfino se in piena forma. Quante volte si sente parlare di sportivi e diete iperproteiche per la creazione di una massa muscolare più forte?

Il rischio c’è – avverte la dottoressa Ravasini – quando si fa un eccessivo uso di proteine, pensate che anche se mangio secondo a pranzo e a cena, a volte non raggiungo comunque l’apporto proteico della suddetta dieta. Questo può appesantire i reni, il fegato e può non dare le giuste calorie, perché una dieta a base di proteine potrebbe anche essere scarsa di calorie, delle quali lo sportivo ha bisogno per le attività. Nel caso lo sportivo abbia un corpo giovane l’organismo se la cava senza riscontrare danni se la dieta errata non perdura troppo nel tempo, però si può andare incontro a carenze di altre sostanze. Il pericolo di concentrarsi troppo sull’obiettivo di aumentare la massa muscolare, rischia infatti di sbilanciare la dieta a livello di varietà: “Le proteine le si prende da tanti alimenti, preoccuparsi di aumentare la massa muscolare e quindi concentrarsi solo sulla carne, ogni giorno, sbilancia la dieta“.
Un pericolo che, nel mondo del fitness, si somma al consumo di particolari integratori dal dubbio risultato. Continua la dottoressa Ravasini: “Promettono cose miracolose. Li prendi sotto consiglio di un non professionista, che di solito è un commerciante, e poi ti ritrovi come ti ritrovi, spesso con dei danni”.

Scorciatoie improprie – le definisce il dottor Cioni –  per migliorare le proprie prestazioni o per raggiungere più in fretta i risultati voluti. In generale quantità di proteine superiori al livello consigliato sono considerate pericolose e non utili, neppure nel corso di programmi di allenamento finalizzati alla ricerca dell’ipertrofia muscolare.”.

In generale, la regola è semplice: “Il nostro organismo -conclude la dottoressa Ravasini – non ama mangiare sempre la stessa cosa, più si varia meglio è perché ogni alimento ha tutte le sue caratteristiche, mai perfette e sempre diverse. Se mangio tutti i giorni la stessa cosa, qualsiasi essa sia, poi per forza vado incontro a carenze“.

 

di Mattia Celio, Marilina Leggieri, Giulia Moro

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