Arte Migrante: un gruppo di “folli” alla scoperta dell’altro
UNA SERATA PER VIAGGIARE TRA CULTURE E POPOLI DIVERSI IN NOME DELL'ARTE E DELLO STARE INSIEME
Se questo fosse un mondo equilibrato, questo articolo sarebbe forse superfluo. In un mondo, però, dove la gente interagisce prevalentemente attraverso gli smartphone, dove ogni giorno sono erette barriere per tenere lontane le persone e dove la cultura è vista solo in base al profitto, un gruppo di persone, di tutte le età, che si riunisce regolarmente per stare insieme, spesso senza conoscersi, e condividere il proprio vissuto e la propria arte, pare proprio folle.
Loro sono i membri di Arte Migrante, un’associazione nata a Bologna nel lontano 2012 su iniziativa di un giovane studente di antropologia, Tommaso Carturan, che oggi è presente in oltre venti città, anche all’estero, tra cui Parma, che si riunisce ogni mercoledì alle 20 presso il parco Bizzozzero. Nonostante la costola parmigiana non sia un’associazione vera e propria ma un semplice gruppo che si riunisce regolarmente, non ha niente da invidiare a Bologna per quanto riguarda divertimento, scambio interculturale e voglia di stare insieme.
COME FUNZIONA? Appena arrivati, vecchi e nuovi partecipanti si riuniscono in cerchio per sciogliere il ghiaccio: si inizia con il gioco di presentazione. Attraverso una modalità che varia di serata in serata, le persone cercano di condividere chi sono e da dove vengono in maniera fantasiosa e divertente, arricchendo il discorso con gli elementi più vari, dal piatto preferito al soprannome di quando si era bambini, un gesto che ci rappresenta, facendoci magari aiutare dal vicino di sedia, raccontando un avvenimento bello della giornata (sarebbe più facile raccontare un avvenimento brutto, ma ad Arte Migrante piace essere positivi). Poi c’è il momento più atteso, la cena condivisa, dove chiunque può portare qualcosa da mangiare fatto da lui o eventualmente comprato. Infine, si aprono le danze, ecco la parte più movimentata: le esibizioni. Chiunque, senza obbligo, può esibirsi, esprimendo così se stesso, in maniera libera e senza censura. Si può infatti cantare, danzare, suonare strumenti, esibirsi in recite oppure, semplicemente, leggere parte di un romanzo o una poesia, raccontare storie o barzellette, senza aver paura di essere giudicati e stroncati come su X Factor. La cosa più difficile, infatti, non è riuscire a eseguire al meglio la propria performance, ma trovare il coraggio di mettersi in gioco di fronte a tante persone.
I VALORI DI ARTEMIGRANTE- Probabilmente sarà intuitivo, ma le colonne portanti di questo gruppo di folli sono l’arte e la voglia di conoscere persone provenienti da ogni parte del mondo. A ogni serata partecipano soprattutto giovani tra i 20 e i 30 anni, originari di ogni parte d’Italia, dalla Sicilia al Veneto, ma anche di tutto il mondo, come Alfredo, giovane chef venezuelano da più di vent’anni in Italia. “Per me Arte Migrante – spiega Alfredo – significa ‘famiglia’. Mi ha aperto gli occhi facendomi capire che tutti quanti, nonostante le nazionalità diverse, possiamo comunque essere fratelli e sorelle”. Tra i valori di questa famiglia vi è anche l’ascolto e la condivisione, anche di se stessi. “Un’esperienza positiva fatta ad Arte Migrante è stata trovare il coraggio di leggere durante una serata, dato che reputo i suoi membri una delle mie famiglie – racconta Andrea, giovane proveniente da Lecce ma originario del Brasile, essendo stato adottato quando era molto piccolo -un testo che ho scritto per la mia madre biologica. Condividere una mia parte così intima è stato davvereo significativo e mi ha fatto sentire realemente accettato.” Questa famiglia di cui parlano Alfredo e Andrea è stata costruita proprio grazie all’arte e alla cultura, nonostante le esibizioni non portino guadagni materiali a nessuno. “L’arte è uno strumento molto spontaneo e immediato per comunicare, – spiega Elena, giovane studentessa di origini calabresi – che permette così di creare in poco tempo una connessione molto forte anche con persone sconosciute che parlano lingue diverse”.
LA SCOPERTA – Ma quello su cui si fonda veramente questo gruppo di scalmanati artisti è la scoperta dell’altro, come può aver anticipato l’esperienza di Andrea. Senza voler cadere nella retorica dell’indifferenza, è purtroppo vero che la nostra società è sempre più virtuale, di conseguenza si sono ridotte le occasioni per entrare in contatto con gli altri. Ad Arte Migrante questo accade a ogni serata. “Arte Migrante mi fa provare la sensazione di sentirmi sempre a casa, anche qual’ora mi dovessi trovare dall’altra parte del mondo, che deriva dal fatto che sia uno spazio di condivisione dove chiunque può presentare se stesso, la propria storia, le proprie opinioni e i propri pensieri nel modo più libero e spontaneo possibile”. “Il momento più bello, per me, – afferma Valentina giovane ragazza lombarda con spiccate doti da pittrice – è quando si scoprono, durante la serata, qualità in una persona che non si sarebbero mai notate a prima vista: rendersi conto che la persona più insospettabile è in grado di suonare benissimo la chitarra, di disegnare o di cantare è un momento meraviglioso.”
Forse non vi sono parole abbastanza efficaci per rendere le emozioni che si provano partecipando a questo tipo di serata. Che cos’è Arte Migrante? Per Andrea “è stato un posto di rinascita dove mille braccia mi hanno accolto quando, arrivato a Parma, ero e mi sentivo realmente solo, donandomi calore umano sin dal primo istante. Questo non potrò mai dimenticarlo. Pian piano sono entrato a far parte anche io di quelle braccia che accolgono. Penso che sia questo il reale potere di Arte Migrante: creare rete e connessione tra le persone.“
Speriamo solo che il folle sogno fatto di cultura e condivisione di questi matti possa durare ancora a lungo e perchè no, diffondersi a tutta la città che, tra pochi mesi, sarà capitale italiana della cultura.
di Marco Rossi
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