A Parma arriva Arnia smart: la centralina della qualità ambientale

LA TECNOLOGIA APPLICATA ALL'APICOLTURA OTTIENE MAGGIORI VANTAGGI PER L'AGRICOLTURA E PER IL MONITORAGGIO DELLA SALUTE AMBIENTALE

Beesmart, modello BS01 © Simone Pioli 2019

Beesmart è la prima arnia smart del parmense. Nata dall’idea di Lorenzo Ovrezzi, Luigi D’Ovidio e Stefano Sarti, la casetta è stata collocata nella zona San Pancrazio, davanti alla sede di Confagricoltura di Parma, che collabora al progetto e sarà gestita dall’Azienda agricola sperimentale Stuard. L’obiettivo è quello di installare le arnie in altri differenti luoghi della provincia per poter raccogliere più dati possibili.

COM’È NATA L’IDEA – Un progetto ideato e sviluppato in due anni, che Stefano Sarti riferisce esser nato da una chiacchierata tra amici: “Pensavamo fosse arrivato il momento di portare innovazione tecnologica anche nel settore dell’apicoltura partendo da una tecnologia già molto utilizzata nel settore industriale, ovviamente senza alterare la vita delle api”. Una collaborazione nata dall’amicizia tra Stefano Sarti e Lorenzo Ovrezzi tra i banchi di scuola, e poi con la conoscenza lavorativa con Luigi D’Ovidio. Abitano nella provincia di Parma ma la loro professione non è legata all’apicoltura. Stefano Sarti è laureato a Parma in Ingegneria Elettronica e si occupa della realizzazione di software per l’automazione industriale. Luigi D’Ovidio è un ingegnere che si occupa della progettazione elettronica e sviluppo SW. Lorenzo Ovrezzi, tecnico elettronico e progettista, è l’unico ad aver esperienza in apicoltura e attualmente lavora nell’ambito dell’elettronica dedicata all’automazione industriale.

“Per ricavare dall’arnia i dati necessari e permettere a tutti i sensori di funzionare nel migliore dei modi vi è stata la necessità di programmare e configurare adeguatamente l’elettronica utilizzata”, afferma l’ingegnere Stefano Sarti, un lavoro reso possibile grazie alle conoscenze dell’ingegnere Luigi D’Ovidio. Un progetto nato dal lavoro in sinergia di tutti e tre gli ideatori, in cui ognuno ha applicato le conoscenze del proprio ambito di competenza.

BIG DATA IN FORMATO BZZ – “Con i dati raccolti si avrà la possibilità di valutare condizioni ambientali sia generali che particolari, ovvero interne all’alveare stesso” dichiara Sarti. Infatti, la creazione di una rete di misurazione sarà possibile valutare la qualità ambientale per aiutare sia gli apicoltori, sia gli agricoltori a adottare delle pratiche più efficienti. Le informazioni raccolte consentono di misurare l’attività dell’Apis mellifera, al fine di comprendere eventuali variazioni del suo ciclo naturale o le caratteristiche dell’ambiente in cui è collocata. Beesmart BS01 è uno strumento dotato di sensoristica biometrica e ambientale interna ed esterna.

I sofisticati sensori di cui è dotata l’arnia permettono di raccogliere dati relativi allo stato di salute dell’alveare stesso: conteggia la popolazione attiva dell’arnia in entrata e uscita, elaborando medie su unità di tempo dei voli effettuati; il peso della famiglia al netto del peso dello strumento in sé; l’umidità e la temperatura interna tramite termocamera radiometrica. È fornita di una stazione meteorologica che elabora anche le condizioni atmosferiche esterne. Questi dispositivi possono essere paragonati alle centraline per il controllo della qualità dell’aria, perché registrano la presenza di polveri sottili. Beesmart è in grado di valutare la presenza di PM10 e PM2,5, le microscopiche particelle nocive per la salute dell’uomo e dell’ambiente. I dati raccolti consentiranno all’agricoltore di capire come intervenire in maniera ottimale, mentre per un ente pubblico potrebbero servire per valutare delle eventuali politiche ambientali da adottare. Le informazioni elaborate saranno trasmesse online e consultabili via web da qualsiasi dispositivo, disponibili sotto forma di grafici. È inoltre dotata di un dispositivo gps per fornire le coordinate geografiche e sfrutta l’energia solare.

FAMIGLIA DI REALE IMPORTANZA – Le api svolgono un’importante compito per l’ambiente. L’eventuale diminuzione degli alveari rappresenta il segnale di un’importante minaccia per gli ambienti in cui vivono (e viviamo anche noi). Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sono state registrate delle perdite di api tra cento e mille volte maggiori di quanto osservato normalmente. La moria delle api avviene a causa di più fattori: l’uso dei pesticidi e i cambiamenti climatici che hanno modificato il regolare ciclo delle stagioni; il tutto ha causato una maggiore vulnerabilità delle api nei confronti degli agenti patogeni e parassitari. Le api sono delle sentinelle dell’ambiente perché segnalano attraverso l’alta mortalità la presenza di pesticidi, mentre analizzando i  prodotti dell’alveare è possibile analizzare la presenza di agenti inquinanti, come metalli pesanti e i radionuclidi. I big data raccolti da Beesmart quindi sono un utile strumento per comprendere lo stato di salute degli alveari e dell’ambiente circostante.

Le api sono essenziali soprattutto per la loro azione come impollinatori. Oltre a produrre miele, pappa reale, polline, cera e propoli, secondo uno studio della FAO (Food and Agricultural Organization, organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) delle 100 specie di colture che forniscono il 90% di prodotti alimentari si riproducono grazie agli insetti, di cui in gran parte sono api. Quindi il loro compito e la loro sensibilità all’ambiente sono indispensabili per il settore agricolo.

APPLICARE I DATI – Secondo Stefano Sarti, “la collaborazione con l’azienda sperimentale Stuard di Parma ci aiuterà ad individuare quali dei dati raccolti saranno da approfondire e quali invece saranno meno importanti, con lo scopo di risolvere e comprendere in modo più puntuale gli effetti dell’ambiente sulla vita delle api e di conseguenza sulla nostra”. Infatti, Coltiviamo il futuro conservando il passato è la mission dell’azienda, che applica alle conoscenze agricole tradizionali delle tecniche innovative, utilizzando le potenzialità delle nuove tecnologie e i risultati delle ricerche scientifiche. Il Podere Stuard si occupa della sperimentazione sia delle colture estensive o orticole, sia cerca di effettuare una produzione integrata, utilizzando mezzi tecnici a basso impatto ambientale, e biologica. Una ricerca che cerca di adeguare l’agricoltura alle nuove esigenze industriali ma anche alle necessità ambientali e climatiche.

L’azienda agraria sperimentale Stuard si occuperà degli interventi di pulizie per garantire un’efficacia lettura dei sensori di bordo. La produzione di miele non sarà un’obiettivo dell’arnia smart, anche se un progetto in fase di discussione riguarda l’analisi del polline introdotto dalle api per analizzarne la composizione chimica. Questi ultimi dati insieme alle altre rilevazioni, “saranno utili per procedere con lo studio e la ricerca di comportamenti dell’alveare, assolutamente senza disturbare la vita delle api”, conclude l’ingegnere Sarti, poiché le tecnologie applicate permetteranno di analizzare il tutto da remoto.

di Michela Dalla Benetta

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