Europe in a blink: uno ‘scatto’ per sentirci cittadini europei

CITTADINI DEL MONDO, O ALMENO D'EUROPA: IL PROGETTO ERASMUS DELL'UNIPR COME OPPORTUNITA' PER GLI STUDENTI

“La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza gli sforzi creativi all’altezza dei pericoli che minacciano l’Europa. Il contributo che un’Europa organizzata e viva può dare alla civiltà è indispensabile al mantenimento delle relazioni pacifiche”.

Questo frammento – tratto dal discorso di Schuman del 9 maggio 1950 – è solo uno dei tanti spunti che ha lanciato l’incontro ‘Europe in a Blink. Lo sguardo dei giovani sull’Europa. Diritti, doveri e opportunità’ che si è tenuto a Palazzo del Governatore il 5 dicembre. Letterlamente ‘Europa in uno sguardo’. Durante l’incontro è stato anche premiata la foto vincitrice dell’omonimo concorso che – appunto con uno scatto – vuole dimostrare la concretezza e lo spirito europeo.

Quest’anno l’Università di Parma ha avuto il riconoscimento dall’ANVUR per essere miglior ateneo della regione, confermandosi in fascia A e con elevati standard di qualità. Due di questi sono sicuramente il public engagement degli studenti e l’internazionalizzazione, già all’interno della terza missione. E questo progetto – partito grazie al finanziamento della Regione Emilia Romagna a autunno 2019 – serve proprio a implementare questi aspetti.

Sono intervenuti la  prorettrice all’Internazionalizzazione, Simonetta Anna Valenti, il Prefetto, Giuseppe Forlani, il presidente del consiglio comunale di Parma, Alessandro Tassi CarboniElena Zammarchi, del Servizio di Coordinamento delle politiche europee, programmazione, cooperazione e valutazione della Regione Emilia-Romagna e Annalisa Affer, in rappresentanza della Commissione Europea a Milano. Ma protagonisti sono stati gli studenti che davanti a una “tavola rotonda” sono stati intervistati sulla loro esperienza Erasmus dal professor Emanuele Castelli del Dipartimento di Giurisprudenza, Studi Politici e Internazionali, Coordinatore del Progetto Europeo Jean Monnet B4-PEACE. Gli studenti hanno parlato del valore che ha avuto questo viaggio nella loro vita, oltre agli studi, e nel loro sentirsi ‘cittadini d’Europa’.

TRASMETTERE L’EUROPA – “Il progetto Europe in a Blink serve per confermare gli studenti come cittadini protagonisti nel promuovere le opportunità esistenti all’interno dell’Unione Europea” ha affermato Emanuele Castelli. L’altro fondamentale obiettivo del progetto Erasmus è quello di valorizzare il contesto e l’operato dell’Unione Europea tramite il racconto della propria esperienza. In questo momento di dilagante euroscetticismo è fondamentale riflettere su ciò che è l’UE. Un ‘contenitore’ di politici  che si rincorrono l’un l’altro ma terra dei sogni per altre persone che arrivano da lontano; ente erogatore di fondi importanti e ingenti, ma collante di stati diversi con politiche distanti tra loro. Ed è prorpio oggi che dobbiamo quindi ricordarci che l’Unione Europea, nelle risorse come negli ideali, è nata dalle ceneri della Grande Guerra e che ha sempre avuto l’obiettivo di non creare mai più terreno fertile per il conflitto: e così è stato, fino ad ora. Per questo la nuova generazione di studenti e cittadini deve fare in modo che le diversità non diventino fratture, ma dialogo e arricchimento per una comunità nuova. “Occorre creatività per creare il futuro. – dichiara Simonetta Valenti Prorettrice all’internazionalizzazione Unipr – Gli studenti sono il domani e l’Erasmus aiuta a costituire l’UE, perchè la sperimentazione, la comune appartenenza ai valori europei, e i momenti di condivisione sono molto più importanti di ogni discorso”.

L’Erasmus – progetto presente in Europa ma non in altri continenti – si basa sicuramente sul principio fondamentale della liberalizzazione dei confini, ma un altro aspetto fondamentale è quello della coesione territoriale. Come emerge da questo incontro, l’Unione deve finanziare progetti in questa direzione per evitare l’urbanesimo, la creazione di megalopoli ma soprattutto per farsi conoscere per quella che è davvero, con tanti paesi e cittadine particolari che ne accrescono la ricchezza. “Tutti vogliono andare a Londra o Parigi, il fatto però di andare nelle piccole università significa proprio questo: – commenta Giuseppe Forlani, Prefetto di Parma – conoscere le piccole città, conoscere la realtà europea. E questo vale anche per Parma: la possibilità che possano venire all’università studenti stranieri aumenta il valore della città. Quello che è importante è il dovere etico di essere testimoni di questa esperienza. Siamo nodi di una rete, dobbiamo raccontare perchè possa incrementarsi e diffondersi la nostra cultura di libertà, democrazia e pace”.

FUGA DI CERVELLI – Diventa inevitabile toccare il tema ‘fuga di cervelli‘ che ormai da diversi anni colpisce l’Italia. “Gli italiani hanno una luce diversa negli occhi quando tornano dall’Erasmus rispetto agli stranieri – ha affermato Alessandro Tassi Carboni, presidente del consiglio comunale di Parma – Noi dal punto di vista educativo abbiamo fallito come generazione, nonostante i settant’anni di pace non lasciamo un’eredità straordinaria. I nostri giovani scappano e purtroppo talvolta non ritornano”. Quella che però sembra una constatazione pessimistica della situazione odierna si trasforma poi in un invito: le nuove generazioni hanno un approccio diverso al mondo che li circonda e l’esperienza dell’Erasmus sicuramente arricchisce la persona; tuttavia questo arricchimento non deve restare individuale e disperdersi fuori dai confini ma deve essere restituito a tutta la comunità tramite il racconto e l’azione. “Non aspettate che la mia generazioni vi conceda le cose, prendetevele con gentilezza e coraggio, gestitele meglio di noi!”, invita Tassi Carboni.

Anche le legislazioni sembrano fare passi avanti in questo senso. Il settore delle politiche giovanili della nuova Commissione Europea tra le tante iniziative ha triplicato il budget per ‘Erasmus +’, consapevole di come questa esperienza possa aggiungere a chi la compie competenze linguistiche, sociali e organizzative; quindi fornire maggiori possibilità di lavoro. “Questo è il miglior esempio di cosa può fare l’Europa per noi. Dà possibilità, e queste non sono limitate agli studenti ma coinvolgono anche settori come l’insegnamento e lo sport”, afferma Annalisa Affer. Ma le implementazioni non arrivano solo da fuori: la legge regionale n.16 del 2008 decretava la partecipazione della regione nelle politiche unitarie ma, nonostante le relazioni internazionali siano state messe al centro, mancavano attività di restituzione e partecipazione attiva della comunità. Questa legge è stata modificata nel 2018 e ha creato un pacchetto di iniziative culturali per il triennio 2019-2021 – rivolte soprattutto al mondo scolastico, universitario, agli enti locali e alle associazioni senza fine di lucro-: finanziate dalla regione con 1.500.000 euro. Una di queste è ‘Viaggio attraverso l’Europa’ che permette agli studenti, anche della scuola primaria, di visitare le istituzioni e altri luoghi simbolo del nostro continente.

Un altro aspetto fondamentale della modifica a questa legge è l’introduzione di attività per il contrasto di fake news sull’Unione Europea. “La comunicazione social spesso diffonde informazioni che hanno un eco incredibile. – dichiara Elena Zammarchi  Bisogna fare comunicazione efficace e puntuale su quello che fa l’Europa, sulle opportunità che offre, sui beni che abbiamo”.

TAVOLA ROTONDA- Momento principale dell’incontro è stata la tavola rotonda dove hanno partecipato alcuni studenti Erasmus, in entrata e in uscita, che hanno condiviso le loro esperienze circa ciò che significa essere giovani europei. Irene Baraldi, ex studentessa all’università di Manchester, spiega com’è svolgere un tirocinio presso gli organi dell’unione europea e in particolare Bluebook: “Lavorare nelle istituzioni ti fa capire come lavora e come funziona concretamente l’Unione Europea”. Fabiola Romolino, studentessa di Scienze politiche e relazioni internazionali a Parma e invece tornata dall’erasmus a Passau: “Ciò che mi ha colpito è come in Erasmus si sfatino gli stereotipi in maniera positiva: gli italiani si danno molto da fare e i tedeschi non sempre puntuali! Sentirsi europei non dipende solo dalla nascita o dagli standard socio-economici del nostro Paese; è una cosa personale e non la si percepisce rimanendo a casa. Il senso di chiusura preclude un sacco di esperienze e avventure“.

Mario Gazzi, studente di Relazioni internazionali ed europee a Parma e studente erasmus a Rovaniemi, era partito per approfondire le sue conoscenze sulle società nordiche, ma “in realtà il grande regalo che mi ha fatto questa esperienza è un gruppo di amici con il quale sono rimasto in contatto e abbiamo intenzione di ritrovarci”. Luca Battera ha perseguito un dottorato in microbiologia casearia a Copenaghen: “Volevo scoprire l’Europa sotto gli occhi di questa tematica. Partire una volta terminato gli studi è diverso che partire durante. Per me è stata una grande esperienza personale perchè mi ha fatto tornare la passione e la voglia di ricerca”. Dominik Koel è, invece, uno studente che dalla Germania è venuto a studiare Relazioni europee e internazionali a Parma. Dichiara che l’organizzazione e l’accoglienza qui nell’ateneo sono state molto positive e che in città sta vivendo bene. Secondo lui, infatti, “l’erasmus è fondamentale per creare e accrescere il sentimento europeo”.

L’ERASMUS E’ AUTUNNO – “Nel nostro piccolo tutti possiamo contribuire a creare l’Europa”, afferma Alessandro Bernazzoli, responsabile U.O internazionalizzazione, che ha premiato le foto migliori del contest. Lo scatto vincitore è stato quello di Vanessa Shirley Coronel Macas con il titolo ‘L’erasmus è autunno’ e il messaggio “Gli alberi sono sempre disposti a cambiare le loro foglie, e con ogni cambio sono sempre più saggi. L’erasmus è quello, un autunno che ti porta saggezza.”

“Essere studenti erasmus oggi è stare insieme agli altri e imparare da loro: ciò è essere cittadini del mondo. E se gli estranei ci diventano amici è perchè viviamo in un continente pacifico. La contaminazione spesso è un termine interpretato negativamente ma il mondo è progredito grazie a questa. L’incontro è sempre ricchezza e solo con l’ascolto e la convivenza si può costruire il futuro” conclude l’incontro la professoressa Valenti.

di Laura Storchi

 

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