Elezioni Emilia-Romagna 2020. L’analisi del voto a mente fredda

UN'ANALISI DEI FLUSSI DI VOTO IN EMILIA ROMAGNA CON I DATI DELL'ISTITUTO CATTANEO

Distribuzione “vittoria” Bonaccini/Borgonzoni (fonte: Ist. Cattaneo).

27 gennaio 2020. Stefano Bonaccini riconfermato governatore dell’Emilia Romagna.

A un mese dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna, ParmAteneo propone un’analisi dei flussi di voto. L’ indagine è stata realizzata grazie ai dati dell’Istituto Carlo Cattaneo e a partire dalle riflessioni del prof. Marco Valbruzzi e dell’ex deputato Pierluigi Castagnetti, ospiti della conferenza Ha vinto la realtà. Il convegno si è tenuto mercoledì 12 febbraio presso la sala civica La Polveriera a Reggio Emilia. La conferenza è stata voluta da Alessio Mammi, neo membro della giunta regionale Emilia-Romagna e dalla neo eletta consigliera regionale, Ottavia Soncini per comprendere gli eventi socio-politici che hanno determinato il risultato delle regionali, ma anche per individuare le strategie politiche applicabili per il futuro.

‘PUNTATE’ ELETTORALI PRECEDENTI – Di seguito, i grafici mostrano com’è cambiata la presenza ‘rossa’ nella regione, a partire dal 1970. I primi due grafici raffigurano l’ascesa del Partito Democratico in Emilia, mentre i successivi mostrano com’è cambiata la distribuzione geo-politica dei principali partiti, dopo le elezioni politiche del 2018 e le europee del 2019.

“Per l’Emilia Romagna, storica regione ‘rossa’, si può indicare il 2014 come l’ anno della svolta politica”, ha commentato il professor Valbruzzi, durante la conferenza. Alle elezioni regionali di quell’anno, infatti, solo il 37,7% degli elettori si recò alle urne; mai l’affluenza era stata tanto bassa. Nonostante ciò, il centro-sinistra prevalse nuovamente, ma si venne a delineare un preoccupante distacco con gran parte dell’elettorato, non più identificatosi in quella classe dirigente. Come si osserva dal grafico relativo al 2018, in quell’anno l’espressione di voto all’interno della regione passò per una tendenza 5 Stelle (in giallo) durante le elezioni politiche, fino a sfociare in una netta prevaricazione leghista (in verde) durante le europee 2019.

Voto per partiti centro-sinistra Emilia Romagna 1861-2020 (%), (fonte: Ist. Cattaneo)

 

LA RE-INVERSIONE DI TENDENZA – 14 novembre 2019. In Piazza Maggiore a Bologna nasce un nuovo processo di mobilitazione popolare che avrà un peso notevole sul risultato elettorale qui analizzato: il “Movimento delle Sardine”. Questo ha infatti portato una positiva ventata di rinnovato interesse verso innumerevoli tematiche socio-politiche contemporanee. Ma il dato statistico più importante è il fatto che, al contrario di quanto avvenuto di recente in Umbria, Basilicata, Sardegna, Molise, in Emilia-Romagna questo entusiasmo ha probabilmente determinato un ritorno degli elettori alle urne in favore della coalizione di centro-sinistra. Come si può osservare dal grafico sottostante, infatti, rispetto alle regionali 2014 (con affluenza al 37,7%) nel 2020 l’ affluenza è salita a 67,7%. Si è dunque registrato un aumento di ben 30 punti percentuali.

Fonte: Ist. Cattaneo.

EUROPEE 2019/ REGIONALI 2020: DUE VOTI A CONFRONTO – Dai grafici dell’Istituto Cattaneo è anche possibile osservare come si siano mossi, alle elezioni regionali 2020, gli elettori già “attivi” in occasione delle elezioni europee 2019. Si nota come in maniera diffusa, la totalità degli elettori di centro-sinistra abbia ribadito la preferenza espressa in occasione delle europee.

Migrazioni elettorali centro-sinistra relazionate alle elez. europee 2019, (fonte: Ist. Cattaneo).

Al contrario, il grafico sottostante mostra come due terzi dell’elettorato grillino abbia deciso di dirigere il proprio voto verso il candidato presidente Stefano Bonaccini.

Migrazioni elettorali 5 stelle relazionate alle elez. europee 2019, (fonte: Ist. Cattaneo).

Infine, nell’ ultimo grafico di seguito, si constata che circa l’ 85% degli elettori che alle ultime elezioni europee aveva diretto il proprio voto verso le fila del centro-destra, è stato mosso dalle stesse convinzioni anche nella più recente tornata elettorale. Il restante 25% – proveniente prevalentemente Forza Italia – si è rivolto in favore del candidato Bonaccini. 

Migrazioni elettorali centro-destra relazionate alle elez. europee 2019, (fonte: Ist. Cattaneo).

ANALISI SOCIO-POLITICA- Dati significativi per comprendere i fenomeni sociali che hanno influenzato il voto e i territori verso i quali, a detta dell’ ex onorevole Castagnetti, “sarà maggiormente necessario indirizzare risorse e innovazioni negli anni a venire”, sono quelli relativi ai singoli territori comunali

Superfici territoriali comuni Emilia R. graficate in relazione alla densità abitativa, (fonte: Ist. Cattaneo).

Sembrerà strano, visto il risultato finale, ma in ben 218 comuni sui 328 totali, Lucia Borgonzoni è uscita dalle urne vincitrice; com’è quindi possibile che la vittoria finale sia stata decretata a favore di Stefano Bonaccini?

Come si può notare dal grafico, le aree in rosso indicano i comuni dove il CSX ha sormontato il CDX, per oltre il 40%. Le zone in blu, invece, rappresentano il caso opposto. Il candidato di centro-sinistra è, dunque, riuscito ad ottenere un maggior numero di consensi, rispetto alla sua avversaria, in tutti i ‘grandi comuni’, (confermando il dato fuoriuscito dalle elezioni europee 2019, incremento a Parma e Rimini).

Si delinea dunque un dualismo tra i ‘centri’ – soddisfatti dalla buona gestione dell’uscente amministrazione –  e le periferie, il cui voto è stato generalmente espresso in favore della Lega. Quest’ultime hanno quindi mostrato la volontà di secco distacco dalla gestione passata. Ciò è ben evidenziato nella gran parte delle zone montuose dove spesso sussistono problemi di comunicazione infrastrutturale con i centri abitati più grandi, e dove si avverte un senso di abbandono da parte delle istituzioni.

Entrando ancor più nel merito dell’analisi sociale delle fasce di popolazione votante, si può rilevare un dato che la storia ci dice essere anomalo: la popolazione con reddito pro-capite inferiore (storico bacino elettorale del centro-sinistra), in questa tornata elettorale ha tendenzialmente espresso il proprio voto a favore di Lucia Borgonzoni, nella speranza di  migliorare la propria condizione socio-economica. Il grafico sottostante mostra infatti come il ceto più basso si sia espresso per il 39,2 % in favore della Lega e abbia diretto solo l’11,2% del proprio voto al PD. Il grafico a destra, invece, mostra un diverso profilo di votanti: quello dei giovani e delle donne. Questi si sono maggiormente espressi per Stefano Bonaccini (rispettivamente 32,6 % e 37,3%)  generalmente spinti da un sentimento di complessiva soddisfazione nei confronti di una società plurale, socio-economicamente avanzata ed europeista.

Come fa notare l’ex deputato Pierluigi Castagnetti: “Altro aspetto che gli ‘addetti ai lavori’ dovrebbero considerare in vista futura è quello relativo alle strategie comunicative adottate delle due maggiori coalizioni coinvolte nella “corsa elettorale”. La coalizione ‘capitanata’ da Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini ha puntato sulla declinazione in maniera concreta di tematiche popolari, come la tutela del nucleo familiare, il contrasto all’immigrazione, la ricerca di occupazione e il mito della maggior efficienza della sanità privata. Si tratta tuttavia di ambiti espandibili più al piano politico nazionale che non a quello amministrativo locale. A favore della coalizione di centro-destra, tuttavia, la sua costante presenza sul territorio, in particolare in quelle periferie che soffrono di invecchiamento demografico, spopolamento e conseguente indebolimento del senso di comunità. Il centro-sinistra, invece, con Stefano Bonaccini ha deciso di non farsi spingere sul piano politico nazionale. Tuttavia, non sempre è riuscito a spiegare in maniera concreta le reali motivazioni di alcune scelte politiche dalla forte spinta ideologica, come l’accoglienza sul territorio regionale, il sentimento europeista e la fiducia nella sanità pubblica.

L’ IMPORTANZA DEL SINGOLO- Come si evince dai dati elettorali, una buona fetta dell’elettorato ha ricorso alla possibilità del ‘voto disgiunto’ (dando il proprio voto ad un candidato presidente e nello stesso tempo ad una lista collegata ad un altro candidato). Questa possibilità ha come naturale conseguenza il riconoscimento della personalità e delle qualità politico-amministrative dimostrate ‘sul campo’ da parte dei singoli candidati.

Tra tutti, a trarne i maggiori benefici è stato il candidato Stefano Bonaccini, unico ad aver nettamente superato per voti a proprio favore la totalità delle liste a lui collegate.

Confronto tra il voto ai candidati e quello alle liste, (fonte: Ist. Cattaneo).

Notiamo inoltre che anche all’interno della stessa coalizione, le singole liste hanno ‘utilizzano’ le individualità dei propri candidati in maniera differente. Mentre la lista e gli elettori 5 stelle fanno poco utilizzo del voto di preferenza, al contrario Emilia-Romagna Coraggiosa, Ecologista, Progressista e il Partito Democratico si collocano tra le liste che più si sono avvalse di tale voto. La prima con una strategia accentratrice a favore di una candidata ‘forte’ (la neo eletta vice-presidente delle regione Emilia-Romagna Elly Schlein); mentre la seconda, con la candidatura di innumerevoli personalità più omogeneamente competitive.

Da questa disamina si nota da una parte una generale soddisfazione per le gestione amministrativa uscentedall’altra il rischio (non trascurabile) che si vada a cementare una spaccatura tra le zone più e meno densamente popolate.

Come muoversi, dunque, in vista di un buon governo della totalità, in una delle regioni traino della penisola? Qual è il futuro del centro-sinistra in Italia, come in Emilia Romagna?

Il tempo darà risposta, ma concludiamo ricordando il recente commento del Monsignor Camisasca, vescovo di Reggio Emilia: “Consiglio al centro-sinistra di saper ascoltare anche coloro i quali hanno votato per il centro-destra; le domande pongono sempre problemi reali e profondi”.

di Alessandro Castellani

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