Albino Ivardi Ganapini professore ad honorem in “Cibo e Cultura territoriale” all’UniPr

"Un’ispirazione all’eccellenza nell’ambito della cultura agroalimentare"

Albino Ivardi Ganapini è il decimo professore ad honorem dell’Università di Parma: lunedì 21 giugno si è svolta nell’aula magna della sede centrale dell’Università di Parma, la cerimonia per la consegna del titolo in “Cibo e Cultura territoriale”.

Prima di lui, all’interno dell’albo istituito dal 2016, troviamo altri volti noti: l’imprenditore Gian Paolo Dallara, il regista, pittore e scrittore Peter Greenaway, l’imprenditore Valter Mainetti, il giornalista Luca Abete, l’epidemiologo inglese Sir Richard Peto, l’imprenditore Augusto Cattani, il cantautore Paolo Conte, il biochimico Wolfgang Gärtner e l’esperto di sanità pubblica veterinaria Romano Marabelli.

Una testimonianza enogastronomica italiana

Il Rettore Paolo Andrei ha aperto la cerimonia, presentando Ganapini come “una personalità poliedrica, decisa, capace, che ha saputo mettere a disposizione della sua comunità competenza e passione per servire in tutti i modi possibili quel bene comune che costituisce l’essenza della missione dell’Università stessa”.

Il Magnifico Rettore ha sottolineato poi che “entra a far parte della nostra Comunità Accademica, come nuovo docente, una figura di grande rilievo in un ambito, quello del food e del suo legame “identitario” con il territorio, che costituisce uno degli asset strategici del nostro Ateneo e anche una delle direttrici culturali più significative del nostro tempo”.

Si ripercorrono alcune delle tappe della carriera di Ganapini, dalla laurea in Scienze agrarie a fine 1959 all’arrivo nel 1961 in Barilla, dal lavoro condotto come Assessore provinciale ad Agricoltura, Alimentazione e Attività Produttive dal 1999 alla realizzazione della Scuola di Cucina ALMA.

Nella motivazione letta dal Presidente della Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione dell’Università di Parma e docente di Nutrizione Umana, Daniele Del Rio, decisa durante la seduta del Senato accademico del 20 gennaio 2020, si legge che il titolo è stato consegnato “per i preziosi contributi alla valorizzazione del territorio attraverso le risorse culturali, economiche e turistiche legate all’enogastronomia parmense, ma anche e soprattutto per aver rappresentato e per rappresentare tuttora, per tutti noi docenti e per tutti gli studenti del nostro Ateneo, un’ispirazione all’eccellenza nell’ambito della cultura agroalimentare”.

La laudatio è stata letta dal Consigliere della Scuola e docente ordinario di Economia dell’Agricoltura, Filippo Arfini: “In qualche caso capita di trovarsi al posto giusto e al momento giusto per avere successo, ma nel caso del dott. Ganapini il suo merito è stato l’aver continuamente studiato, valutato, scelto e trasmesso ai suoi collaboratori le idee, le tecniche e le metodologie che poco alla volta sono state apprese sino a diventare procedure e metodi che hanno fatto la differenza. Anche questo è un grande insegnamento che il dott. Ganapini ci trasmette: la condivisione dei saperi è una componente fondamentale del modello di sviluppo, di un modo di crescere, di fare gruppo e migliorare nel rispetto di quei principi che guidano le leadership aziendali”.

Migliorare il contesto sociale ed economico del paese nell’ambito della cultura agroalimentare, significa perseguire i valori per l’intera collettività non in termini di distribuzione delle risorse, ma in un’ottica di benefici per la collettività e per le generazioni future. Ganapini diventa così un segno tangibile nell’ambito culturale enogastronomico.

Dopo la consegna della pergamena, del libro “Un millennio di storia” e della maglietta dell’Università di Parma, Albino Ivardi Ganapini ha illustrato la lectio magistralis dal titolo “Testrimonianza di Relazioni e di Esperienze” ripercorrendo i fatti più significativi della sua vita partendo dalla laurea in Scienze agrarie nel 1959 all’arrivo in Barilla nel 1961; dal lavoro condotto come Assessore provinciale ad Agricoltura, Alimentazione e Attività Produttive nel 1999, alla realizzazione di ALMA. In dettaglio Ganapini ha affermato: “In tutti i campi ho visto valere il talento personale, quando c’è, soprattutto se accompagnato dalla volontà, dall’impegno; ho visto l’importanza del rigore nell’analisi dei problemi e del contesto, della capacità progettuale per correlare i mezzi all’obiettivo, della determinazione e cura nella realizzazione dei programmi. Inoltre ho potuto misurare l’efficacia del gioco di squadra agli effetti dei risultati, constatando come la relativa attitudine sia essenziale per chi opera nelle organizzazioni complesse e articolate. L’allenamento al gioco di squadra va praticato nei programmi di formazione degli addetti, perché può comportare qualche sacrificio personale, ma risulta premiante quando gli obiettivi sono condivisi”.

Uno sguardo verso il futuro

La sostenibilità già visibile, per Gagnapini, “è una vera sfida, per cui servono alleanze da costruire nel concreto. Preparatevi, ricercatori e docenti, ad essere radicali perché la sostenibilità sia una forza trasformativa e rigenerativa e non una semplice certificazione burocratica”.

Ganapini ha concluso il suo intervento rivolgendosi agli studenti. “Siate curiosi, esigenti, spremete i vostri maestri, ma siate anche coscienti della opportunità che vi è data di accesso privilegiato alla conoscenza. Se è un investimento per la società, per voi è una responsabilità e un impegno morale alla restituzione”.

di Jacopo Agnesini

 

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