Alla scoperta del Capas: il CUT, storico laboratorio teatrale
Intevista a Rosa Giulia Ragazzo, responsabile del CUT, che ci presenta il laboratorio teatrale offerto dal CAPAS per tutti gli studenti dell'Università di Parma
La redazione di ParmAteneo è una piccola parte di un grande gruppo, ovvero il CAPAS (Centro per le attività e per le professioni delle arti e dello spettacolo), che ha come compito quello di promuovere attività curriculari ed extracurriculari dedicate agli studenti dell’Ateneo in ambito artistico, culturale e comunicativo, concedendo spazi agli studenti universitari dove possono dar libero sfogo alla propria creatività.
Tra le attività offerte dal CAPAS, oltre a RadiorEvolution di cui abbiamo già scritto, e ad altri interessanti laboratori, è presente il CUT, il Centro Universitario Teatrale, “un gruppo autogestito di studenti appassionati di teatro”.
Abbiamo intervistato la responsabile e presidente del gruppo, Rosa Giulia Ragazzo, per avere un quadro generale delle attività svolte durante l’anno e cercando di scoprire quanto possa essere divertente, ma anche utile per gli studenti, approcciarsi al teatro.
La storia del CUT
La storia del CUT incomincia verso gli anni ’50, ovvero quando gli atenei delle principali città italiane, mossi da uno spirito associativo e democratico figlio di quel periodo che è la Liberazione, iniziano ad organizzare i primi centri universitari teatrali come risposta anche all’esperienza vissuta durante il fascismo, dove i GUF (Gruppi universitari fascisti) avevano subordinato il teatro ad una retorica spicciola e alla politica acritica di destra.
Parma, insieme a Milano, Venezia, Genova e Padova, è una delle prime città a confrontarsi con questa nuova attività teatrale. Il Centro universitario teatrale di Parma si forma nel 1954 in seguito all’entusiasmo che la prima edizione del Festival Internazionale del Teatro Universitario, a Erlangen in Germania, suscita negli ambienti culturali cittadini e come risposta all’esigenza dell’ateneo parmense di avere una compagnia teatrale propria. Gli obiettivi del CUT di Parma è quello di integrare la propria attività con la vita universitaria, sia cercando un rapporto tra didattica e rappresentazione scenica, sia battendosi per l’istituzione di cattedre di Storia del Teatro e dello Spettacolo. Saranno i movimenti studenteschi e i venti avanguardistici a cambiare il CUT.
Tralasciando l’impronta politica imposta negli anni settanta, ora il CUT svolge un ruolo importante nell’inclusione e nella formazione di una vera e propria compagnia teatrale, fondata prima di tutto su principi di comunità e integrazione, dove tutti hanno la possibilità di sperimentare e mettersi alla prova scoprendo sè stessi. “Dà la possibilità di usare il teatro come mezzo di aggregazione, riunendo – spiega Rosa – universitari con la passione per questa arte, permettendo la formazione di un solido gruppo di amici”. Il CUT oltre ad offrire lezioni su ciò che è il Teatro, affrontando le principali questioni teoriche e i principi della drammaturgia, offre quindi anche l’opportunità di incontrare altri studenti con una passione in comune e provenienti da diversi percorsi di studio.
Come funziona il laboratorio?
Il laboratorio impegna due ore della settimana, ovvero la fascia oraria che va dalle 18.00 alle 20.00 di ogni giovedì. Al CUT è riservata un’ampia sala prove al Capas (in vicolo Grossardi 4, al primo piano), dato il numero di iscrizioni, e dato soprattutto gli esercizi che si svolgono durante gli incontri: molto spesso, prima di avere un asettico approccio a ciò che è la recitazione, è importante compiere una sessione di “riscaldamento“. Infatti, la prima parte dell’incontro è dedicata ad esercizi motori al fine di avere maggiore familiarità con lo spazio e soprattutto con il proprio corpo, cercando di rompere quella barriera di imbarazzo che molto spesso blocca l’individuo.
Gli esercizi solitamente sono scelti dai responsabili stessi del Direttivo. Ma, afferma Rosa, “il CUT si impegna anche ad organizzare lezioni teatrali con esperti del settore, che siano attori o registi, permettendo così di apprendere nozioni da chi fa del Teatro la propria professione”. Attualmente, infatti, le lezioni sono condotte da Beatrice Baruffini, attrice e formatrice appartenente all’associazione Micro Macro e Co-Direttrice artistica presso “Insolito Festival”, con cui sono previsti dieci incontri in cui si imparerà ad approcciarsi al teatro e soprattutto all’Altro, attraverso l’improvvisazione e il gioco, fornendo agli studenti gli strumenti necessari per raggiungere una minima autonomia artistica.
Inoltre, “per far conoscere il teatro fatto dai professionisti”, il CUT favorisce e incoraggia l’affluenza a spettacoli teatrali a Parma attraverso convenzioni stabilite con le compagnie teatrali locali: si possono avere sconti e vantaggi attraverso il CUT, dando la possibilità agli studenti anche di intrattenere a fine spettacolo discussioni con i vari protagonisti.
Come traguardo finale del laboratorio, a fine anno accademico, si organizza uno spettacolo scelto prima di tutto sulla base del numero dei partecipanti, permettendo così il contributo di tutti gli studenti. L’esito finale organizzato l’anno scorso – lo spettacolo Cronache di vite non richieste – , spiega Rosa, “si avvicina molto agli spettacoli del teatro moderno perché didascalico, “era assente un copione e si seguiva un canovaccio mostrando l’ingresso e l’uscita di vari personaggi, facendo una vera e propria rassegna dei caratteri che si possono incontrare, dalla sposa abbandonata sull’altare alla semplice figura di un pescatore”. Invece, durante l’anno della quarantena da Covid-19, il CUT ha dovuto reinventarsi: i ragazzi hanno scritto e interpretato dei monologhi sul tema della quarantena per poi pubblicarli sui canali social.
Perché dovreste provare a fare teatro?
Elio Germano, in un’intervista nel 2017 del programma Rai ‘Che tempo che fa’, definisce l’arte della recitazione un esercizio dell’anima, promovendo l’attività teatrale sin dalle scuole elementari: il teatro aiuta a sviluppare un sentimento empatico, che permette di immedesimarsi nell’altro. Se ognuno di noi si mettesse nei panni del prossimo, magari molte regole o leggi sarebbero superflue, si raggiungerebbe un’etica e una coscienza comune.
Per Rosa il teatro è qualcosa di irrinunciabile, una parte essenziale della sua persona. Il CUT è un vero e proprio mix di ragazzi di diverse facoltà che trovano uno spazio comune dove poter andare liberamente alla ricerca di sé stessi e trovare un gruppo di amici, scoprendo sempre qualcosa di nuovo, sia della propria persona sia di chi condivide questa esperienza. Il teatro insomma è una crescita.
di Giuseppe Davide Russo
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