Mostra “Scatti al femminile” del fotoreporter Ferraguti all’Università: “Le donne vanno avanti, noi restiamo indietro”

La mostra di Giovanni Ferraguti, ospitata nella sala delle colonne dell'Università di Parma, raccoglie scatti di donne fotografate dagli anni '70 fino ad oggi che ci ricordano quanta strada ancora ci sia da fare per far sì che ogni donna sia libera di urlare la propria rabbia. Il ricavato della mostra andrà in donazione al Centro antiviolenza di Parma

La mostra “Scatti al femminile” di Giovanni Ferraguti nella sala delle colonne dell’Università di Parma

Nel cuore di Parma, dal 2 al 25 novembre, più di sessanta donne hanno una stanza tutta per loro. Occupano la sala delle colonne, nella sede centrale dell’Università di Parma e fanno parte di una lunga staffetta che conduce fino ai giorni nostri. A distanza di un anno dalla sua precedente mostra, intitolata “C’era una volta Parma” e già ospitata dall’ateneo, Giovanni Ferraguti, fotoreporter parmigiano che vanta una lunga ed incredibile carriera, torna a mostrare volti e storie raccolti attraverso il suo obiettivo.

Si tratta di scatti raffiguranti donne illustri in momenti di confidenzialità (da Paloma Picasso ad Anna Magnani) e donne “senza nome” colte in straordinari attimi di semplice vita quotidiana. Tutte accomunate da una rabbia intergenerazionale, che le trascina fuori dal tempo e le rende importanti frazioniste di una storia collettiva.

L’autore degli “Scatti al femminile” alterna nella sua esposizione frammenti di vite pubbliche e private dagli anni ’70 fino ad oggi.

Il fotoreporter Giovanni Ferraguti tra i suoi “Scatti al Femminile”

Come spesso accade, la mostra è nata da una storia d’amore: “Aldo Amadasi, ex dipendente dell’Università di Parma, è rimasto folgorato da una mia foto di Mina che ha visto nella mia cantina. Si è innamorato e in quel momento mi ha dato lo spunto per realizzare questa raccolta. – spiega il fotografo – Mettendo varie fotografie insieme ho visto un panorama di donne che non pensavo di poter ricostruire. Non pensavo di mettere insieme tanti personaggi importanti in un colpo solo. E questo sta a dimostrare che tante volte basta un click per muoverti alla ricerca di qualcosa”.

La mostra è stata dedicata interamente alle donne e il motivo è ben chiaro al fotografo parmigiano: “In questo momento storico si parla molto di donne ma spesso, purtroppo, se ne parla in maniera tragica. Questa quindi è stata un’occasione per sensibilizzare riguardo all’importantissimo tema della violenza sulle donne”. La mostra infatti terminerà il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e l’intero ricavato del libro fotografico nato dalla mostra andrà al Centro antiviolenza di Parma.

“Infatti – aggiunge Aldo Amadasi, ideatore della mostra – il 25 novembre, anche se l’Università di norma il sabato è chiusa, eccezionalmente rimarrà aperta in occasione di questa giornata importante. Nel pomeriggio avremo una visita guidata della mostra con Ferraguti e a seguire, nell’aula dei filosofi della sede centrale, un’importante storica dell’arte ci racconterà il ruolo delle donne nell’arte”.

Nella mostra vengono esposte, l’una accanto all’altra, donne notissime e donne “senza nome”. “Volevo mettere insieme donne dello spettacolo e donne di Parma, – spiega Ferraguti – anche se è stato difficile scegliere le foto delle donne parmigiane. Continuavo a chiedermi: ‘Quali? Chi? Perché?’. Ci sono molte differenze tra i vari soggetti di queste fotografie e per me le differenze sono mezzo di apprendimento e conoscenza. La differenza è una cosa bellissima della nostra umanità. Ognuno di noi è una storia e queste donne sono tutte storie diverse”.

Madre Teresa di Calcutta in “Scatti al femminile” di Giovanni Ferraguti

Nella complessità dell’attualità, uno dei temi centrali delle ultime settimane sembra essere quello della rabbia. Ne hanno scritto in tanti e La Repubblica ha dedicato un numero di D interamente a questo sentimento, con un’attenzione speciale ad un particolare tipo di rabbia: quella delle donne. Rabbia che sui social viene condensata nell’hashtag #femalerage. Definita da Carlotta Vagnoli, scrittrice e attivista, la femalerage è “una serie di comportamenti emotivi che sfociano in episodi di rabbia, di violenza verbale, fisica o pianto nervoso, derivanti da ripetute oppressioni sistemiche e culturali”. Questo sentimento “negli ultimi decenni, ha iniziato a essere riconosciuto e manifestato pubblicamente”, continua la scrittrice.

Ferraguti, da giornalista, ha visto sfilare sotto ai suoi occhi una moltitudine di notizie e da fotografo, ha avuto l’occasione d’entrare in confidenza con moltissime donne, di grande rilevanza e di diversa estrazione sociale. Ma queste donne, erano arrabbiate? “Probabilmente sì. – risponde Ferraguti – Questa rabbia non è solamente legata ai femminicidi ma è proprio una rabbia ‘diffusa’ e secondo me l’uomo non lo ha ancora capito”.

L’autrice Nadia Terranova scrive che “la caratteristica più bella dei femminismi contemporanei è la capacità che hanno le ragazze di oggi di non vergognarsi dei soprusi che subiscono, di non tacere più. La rabbia è uscita dalla mitologia ed è diventata organica, uno strumento di resistenza quotidiana attraverso la denuncia virale”. Ma c’è differenza tra le donne di ieri e le donne di oggi? La rabbia è la stessa? Secondo Ferraguti “sì, questa rabbia c’era e ci sarà sempre finché la donna sarà sopraffatta”.

In “Scatti al femminile” condividono lo stesso spazio suore, pornoattrici, principesse e spogliarelliste. Si può osservare Madre Teresa di Calcutta e poco distante Moana Pozzi. “Son sempre donne, come le suore che ho immortalato: cantano e bevono. Le suore in Ducato sono un segno di emancipazione. Sembra quasi una foto irriverente, in effetti, e dimostra la voglia di essere uguali, seppur tutte diverse. Per fare un altro esempio, Stefania Sandrelli si è fatta fotografare in camera da letto con tutte le lenzuola per aria, ed è stato un segno di grande maturità. Lei era molto libera e la camera da letto non doveva condizionare la nostra fotografia”.

Pic nic delle suore con il Ducato in “Scatti al femminile” di Giovanni Ferraguti

“La donna ha fatto tanti passi avanti e l’uomo, se non vogliamo dire che ha fatto passi indietro, possiamo per lo meno dire che è rimasto fermo. – continua Ferraguti – C’è ancora questa mentalità che l’uomo possa prevalere sulla donna. A Parma abbiamo sessanta autiste donne, c’è ancora chi sale in autobus e rimane impressionato perché al volante c’è una donna. Non so se riesco a rendere l’idea… C’è ancora questa convinzione che la donna sia un passo indietro, invece, ribadisco, la donna ha fatto passi avanti e siamo noi a essere rimasti fermi”.

La prima autista di bus a Parma in “Scatti al femminile” di Giovanni Ferraguti

Ferraguti è nato come fotografo chiedendo in regalo a sua mamma la prima macchina fotografica e arrivando a scattare per Associated Press e Life, ma è anche stato giornalista professionista, diventando una colonna portante della Gazzetta di Parma. Nonostante abbia impugnato la penna con continuità e determinazione, sente di essersi espresso meglio attraverso la macchina fotografica. “Mi sono espresso molto di più tramite la fotografia. – spiega Ferraguti – Il mio riversarmi sul giornalismo è stato un sogno professionale, tant’è che mi sono dovuto licenziare dal giornale in cui lavoravo per poi riprendere come giornalista praticante ad un terzo dello stipendio e all’epoca avevo già 35 anni. Quindi ci voleva anche del coraggio… Però non volevo abbandonare la fotografia ed è per questo che oggi mi definisco un fotoreporter completo. Infatti, quando ho dato l’esame da giornalista professionista, il mio direttore si era preoccupato di chi avrebbe fatto le foto al posto mio e io ho detto: ‘le faccio io!’. La fotografia mi interessa perché ti permette di capire un pochettino la persona che hai davanti”.

Ferraguti, attraverso le sue parole e le sue opere, lascia trapelare una passione palpabile e una certa gratitudine nei confronti delle donne che ha fotografato. Infatti, “oltre alla soddisfazione personale di averle conosciute queste donne mi hanno lasciato molto”. “Chi lavora per le strade (il giornalista, così come il fruttivendolo o il tassista) conversa con il mondo“, spiega il fotografo. Ma la donna della sua vita non appare nella sala delle colonne: “Ho sposato la donna che sognavo. Una donna al passo con i tempi, che tra l’altro ho conosciuto sulle note de ‘Il cielo in una stanza’ di Mina”.

Mina in “Scatti al femminile” di Giovanni Ferraguti

Parlare d’amore, di canzoni e di donne in momenti spensierati della loro vita. Lo si fa a fatica in questi giorni. È doloroso e sembra quasi irrispettoso. Eppure, forse, bisogna trovare il coraggio di farlo. Per poter guardare oltre, anche osservando le donne del passato. Per poter continuare questa instancabile staffetta.

Così che ogni donna possa voltarsi nei momenti di difficoltà per trovare lo sguardo complice di chi è pronta o pronto, a cedere il passo, a passare il testimone o semplicemente a sorridere ed incoraggiare. Così che ogni donna possa sentirsi libera, come le suore in Ducato. Così che ogni donna, in ogni parte del mondo, possa esercitare il diritto di urlare la sua rabbia. E allora ecco il motivo per il quale parlare d’amore, di canzoni e di donne in momenti spensierati della loro vita. È lo stesso motivo per il quale vale la pena di andare nella sede centrale dell’Università di Parma e ritagliarsi del tempo per osservare gli “Scatti al femminile” di Giovanni Ferraguti: per comprendere, ricordare, interrogarsi e credere. Comprendere l’importanza dei passi fatti. Ricordare coloro che hanno permesso di avanzare. Interrogarsi sul presente e sulla lunga staffetta in corso. Credere di potercela fare. Tutte e tutti insieme. Donne di ieri, grazie. Donne di oggi, forza. Donne di domani, noi ci siamo.

di Camilla Castellano

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