Remake e spin off: solo marketing?

Remake, reboot, sequel o spin off: è solo marketing (o quasi)

Si sa, la creazione di remake e spin off è da sempre motivo di discussione per la critica e per il pubblico.

Sempre più spesso la complex tv, come Jason Mittel l’ha definita a suo tempo, e anche il cinema, puntano gran parte del proprio successo (soprattutto monetario) sulla produzione di spin off, prequel e remake, che però non sempre riescono a valorizzare il prodotto di partenza e non sempre sono graditi dal pubblico, anzi!

Questione di marketing

Remake, reboot, sequel o spin off: è solo marketing (o quasi).

L’argomento, divide il pubblico tra coloro che li considerano una chiave per rispolverare prodotti cinematografici obsoleti alla luce di una nuova contemporaneità, e coloro che invece li traducono in mancanza di idee e in sedentarietà da parte di registi e produttori.

Tuttavia, quest’ultimo punto non è del tutto vero. Infatti, la ragione per cui sempre di più si affievolisce la creazione di prodotti cinematografici o televisivi originali e di successo, e per la quale si vedono film essere declinati a tal punto da assumere l’aspetto di saghe, è dovuta ad un motivo particolare. A mancare non sono le idee, ma si riduce tutto all’evoluzione del marketing.

Infatti, esistono ancora le idee e i grandi registi, così come esistono ancora i mezzi, i soldi ed il potere per creare prodotti originali, ma l’economia del cinema si è accorta che quando un personaggio o un argomento sono già pubblicizzati a livello mondiale, già di partenza guadagna di più rispetto a qualunque storia nuova. Il motivo è facilmente intuibile: non bisogna “costruire” un pubblico nuovo, perché esiste già e lo si deve solo raggiungere. Quindi, non si ha nessuno da conquistare se non un pubblico che è già potenzialmente in attesa.

Limiti da non oltrepassare

La verità è che dietro la scelta di intervenire su un prodotto seriale o cinematografico di successo tramite rielaborazioni o spin off, possono esserci motivazioni di diversa natura.

In alcuni casi lo si fa per dare nuova luce ad un personaggio particolarmente amato dal pubblico, che nella versione originale rivestiva un ruolo marginale. Ma non sempre la scelta vuole essere un gesto d’affetto nei confronti del pubblico. Molte volte, come si è detto, si tratta di semplice e puro marketing cosa che, come appare facile intuire, potrebbe avere delle conseguenze indesiderate: allora, quali dovrebbero essere i limiti in cui muoversi per non fare il passo più lungo della gamba?

Stabilirli non è semplice. Quel che è certo, è che bisognerebbe tenere in mente che molte volte a fare risaltare un personaggio, sono le vicende che gli avvengono intorno ed il contesto. Per tale motivo, distaccarsi tropo dal prodotto madre a puro scopo di lucro, potrebbe risultare pericoloso, laddove non fallimentare.

In tal senso, un esempio rilevante è rappresentato dalla recente uscita dello spin off de La Casa di Carta, Berlino, che ha creato fazioni opposte tra chi ha trovato piacevole il cambiamento, e chi invece – non riscontrando alcuna coerenza con il prodotto madre – è rimasto deluso. (qui il link all’articolo)

Alla serie è infatti rimproverato di aver assunto un carattere fin troppo romance, considerate le premesse da cui partiva.

Gli autori, così come l’attore protagonista Pedro Alonso, hanno a più riprese sottolineato che la scelta nasce dalla volontà di sfruttare al massimo il potenziale che il personaggio ha dimostrato di avere ne La Casa di Carta, mostrandolo al pubblico da una prospettiva diversa. La somma di alcuni elementi, tuttavia, come il troppo rilievo dato alle relazioni amorose, ha condotto la critica e soprattutto il pubblico affezionato a considerarlo un prodotto senza pretese, studiato a tavolino per intrattenere il pubblico medio durante le feste tra canzoni, storie d’amore e Parigi di sottofondo.

In questo caso specifico, probabilmente la verità sta nel mezzo, ma risulta comunque esemplificativo per marcare quel confine che produttori e autori dovrebbero con cautela oltrepassare, per non rischiare di cancellare il successo precedentemente ottenuto dal cuore dei telespettatori che con affetto hanno seguito la versione originale.

Di Gianna Maria La Greca

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