“La motivazione viene da noi stessi”: vita da giovani artisti al Festival Verdi
IL TENORE FRANCESCO PAESANO E I BALLERINI MARTINA ARDUINO E FRANCESCO LEONE SI RACCONTANO
Dietro ad un libro sottolineato c’è lavoro, dietro ad un 30 sul libretto c’è fatica, dietro alla copertina lucida di una tesi di laurea c’è sudore. Ma i giovani ambiziosi che inseguono le loro passioni non sono solo all’Università: sono nascosti dietro le quinte di un teatro pronti ad entrare in scena, con le mani che tremano e con lo sguardo sicuro di chi vuole conquistarsi lo scrosciare degli applausi. Danza e lirica sono due discipline diverse ma con gli stessi ingredienti: passione, talento e impegno, tre elementi imprescindibili che non mancano a Fabrizio Paesano, giovane tenore vincitore del 52° Concorso Voci Verdiane, Martina Arduino e Francesco Leone, due stelle nascenti del balletto italiano.
Il Festival Verdi ha acceso i riflettori su questi e altri giovani talenti. Martina e Francesco, insieme agli altri ballerini della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di cui fanno parte, hanno danzato sul palco del Regio avvolgendo l’intero pubblico in un’atmosfera di magica dolcezza (SempreVerdi: si aprono le danze al Teatro Regio); Fabrizio Paesano ha calcato la scena del Teatro Verdi di Busseto interpretando Alfredo ne La traviata (La traviata dei giovani: uno spettacolo abbagliante).
Diciotto anni Martina e Francesco, ventinove Fabrizio. Giovani che hanno trovato la loro strada nell’arte e la percorrono con grande forza di volontà, anche se “è difficile trovare tempo per divertirsi – spiega Francesco -: usciamo di casa per le 7,30, poi le lezioni di riscaldamento e le prove fino al tardo pomeriggio. Il liceo, interno all’Accademia, lo frequentiamo dalle 16 fino alle 21,30” (Martina e Francesco: onore e responsabilità di chiamarsi Accademia Teatro alla Scala).
Difficile anche per Fabrizio, che la scuola l’ha finita da un pezzo ma e che porta con sè i patemi di un trentenne: “Un po’ di sacrifici vanno affrontati: si è sempre lontani, come nomadi, non si vive a casa anche se moglie e figli ci sono. Però non ci sono solo lati negativi, anzi, è un lavoro bellissimo che permette di girare il mondo, si vedono e si conoscono sempre nuove persone. Faccio ciò che mi piace, cosa difficile in un momento come questo” (Fabrizio Paesano: un giovane Alfredo per La traviata degli specchi). Impegno, duro lavoro, studio, prove. La vita del giovane artista è scandita da ritmi serrati, ma anche da grandi soddisfazioni: le ore passate a perfezionare quel passo o a raggiungere quella nota vengono ricompensate dall’applauso che riempie il teatro. “La motivazione viene da noi stessi – dice Francesco – ma ricopre un ruolo fondamentale anche l’insegnante, che ci sprona a fare sempre meglio”.
Promettente sembra essere la carriera di questi giovani con la passione per l’arte nel sangue: “I miei genitori mi hanno trasmesso l’amore per l’opera – racconta Fabrizio – ed ho iniziato a studiare canto 15 anni fa, ho fatto delle prime cosette e poi dei concorsi. Le prime volte a teatro sono andato con i miei zii e con i miei genitori, ma a 14 anni mi piaceva andare anche ai concerti con i miei coetanei”.
Ha imparato a camminare e poi si è messa sulle punte, Martina ha cominciato a ballare a quattro anni: “Mia madre accompagnava mia sorella a lezione di danza quando ero piccola – spiega – ho voluto provarci anch’io e da lì non ho più smesso“. Anche Francesco ha cominciato il suo percorso da piccolissimo e crescendo la sua passione si è sviluppata andando a teatro e vedendo i ballerini danzare.
Non solo al centro della scena, ma anche seduti nelle poltroncine rosse della platea: Fabrizio, Martina e Francesco sono tra i non tantissimi giovani che vanno a teatro. “Il problema maggiore è il prezzo – dice Paesano – Con i tempi che corrono sarei curioso di vedere quale ragazzo spenderebbe 400 euro per un biglietto di un’opera lirica da andare a vedere giusto per provare. Ci devono essere dei sostenitori che credono in progetti di finanziamento per permettere dei prezzi più bassi e quindi una maggior affluenza”. Non è un problema solo per la lirica, ma anche per la danza, è difficile che un giovane dica: “Stasera andiamoci a vedere un balletto”, si preferisce una birra con gli amici allo Schiaccianoci. I due ballerini la pensano allo stesso modo: per andare a teatro bisogna essere appassionati e, anche se di appassionati ce ne sono, “la danza non è per tutti”.
di Iosetta Santini, Alice Caro, Silvia Palmieri, Michele Panariello, Francesca Perconti
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