Solidarietà, collaborazione e aiuto: 30 anni di ‘Parma per gli altri’

L'ASSOCIAZIONE CHE LOTTA PER LA PACE REGALA UNA MOSTRA AL SAN QUIRINO DI PARMA CON LE FOTO DELLA FOTOREPORTER ANNALISA VANDELLI

L’associazione ‘Parma per gli altri’ festeggia i 30 anni dalla fondazione e, per l’occasione, ha organizzato la mostra ‘Vi lascio la mia pace’ realizzata con fotografie e scritti dalla famosa fotoreporter Annalisa Vandelli, protagonista di numerosi servizi in territori segnati da guerre, fame e povertà tra cui Etiopia, Nicaragua, Tunisia, Guatemala, Pakistan e territori palestinesi. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Comune di Parma e CIAC (Centro immigrazione asilo e cooperazione Onlus) e con il contributo della Regione Emilia-Romagna. L’esposizione sarà in mostra dal 1 all’8 dicembre presso l’Oratorio di San Quirino di Parma.

BUON COMPLEANNO PARMA PER GLI ALTRI A Parma abbiamo grandi tesori e ‘Parma per gli altri’ è uno di questi“- sono le parole del presidente del consiglio comunale Alessandro Tassi Carboni che ha ricordato quanto sia importante per la città di Parma la collaborazione con le associazioni straniere, stare sempre dalla parte della solidarietà, dell’impegno e della partecipazione civile: “Portare avanti questo impegno da 30 anni è già un risultato soddisfacente. Mi piace anche vedere che questo impegno è trasversale, perché l’intera Emilia Romagna si unisce a questa solidarietà”.

All’evento ha preso parte anche la consigliera regionale Barbara Lori, che si è detta molto sorpresa quanto soddisfatta nel vedere l’intera regione organizzare questi eventi a scopo benefico, perché lo scambio sia di idee che di proposte tra associazioni di paesi diversi non è molte volte una cosa scontata: “Credo che vada fatto un ringraziamento non solo per l’impegno ma anche perché eventi come questo ci restituiscono l’opportunità di una riflessione comune. E il fatto che questa riflessione avvenga qui oggi, grazie anche a questa mostra fotografica, evidenzia la caparbietà e la capacità di voler davvero condividere questi valori di pace che ‘Parma per gli altri’ ormai da 30 anni interpreta molto bene”. La consigliera, inoltre, ha voluto valorizzare ancora di più l’impegno dell’Associazione ricordando che l’Emilia Romagna è una delle poche regioni che ancora oggi si occupa di cooperazione internazionale: “Progetti di questo genere hanno un significato grandissimo per tutti noi e per tutti i cittadini. Spero che si  possa continuare su questa via prestando sempre più attenzione a queste esperienze di grande insegnamento”.

Solo due settimana fa ‘Parma per gli altri’ si era resa protagonista di un altro evento a scopo benefico: ‘Corriamo per l’Etiopia‘, una corsa programmata per sostenere il futuro della popolazione africana.

AGIRE PER LA PACE SENZA BANDIERE- “Molte volte le nostre azioni di beneficenza vengono scambiate per semplici azioni di giustizia – spiega il Presidente di CIAC Parma, Emilio Rossi – prendo per esempio un certo ex Ministro dell’ Interno che si ostina fortemente a bloccare i migranti sulle navi affermando inoltre che non esiste alcuna guerra. Questa per me è una disinformazione molto grave”. Secondo Rossi le guerre sono presenti ovunque e il compito di ‘Parma per gli altri’ sta nel sentirsi addosso questi conflitti, deve vedere queste guerra come un evento che la riguarda: “Dobbiamo agire per la pace in modo forte. L’impegno per la pace non deve essere una bandiera di qualcuno, ma un impegno dell’intera comunità“.

Paola Salvini, presidentessa dell’associazione ‘Parma per gli altri’, ha ringraziato il fondatore  Don Arnaldo Baga: “Una figura che per la nostra città è stata di grande rilevanza sul piano culturale e sociale. E’ stato lui il primo ad aprire case di accoglienza per gente proveniente da paesi lontani. Il suo messaggio era chiaro: l’accoglienza doveva essere parte della nostra società“.

Da quel momento l’associazione ha lavorato con il solo obiettivo di continuare nel migliore dei modi la missione che Don Baga ha iniziato, spostandosi di paese in paese. Come la stessa presidentessa ribadisce, si è trattato di “un lavoro basato sulla condivisione, sulla concretezza e sulla comunicazione. Abbiamo cercato di condividere con tutte le persone ciò che volevamo e potevamo fare. È stato importante – continua la presidentessa –  la collaborazione con le istituzioni locali, senza le quali ogni nostro progetto non sarebbe stato possibile”.

Se, per esempio, si lavora alla costruzione delle scuole, “è compito dell’associazione occuparsi dei particolari più costosi, tipo i pavimenti e i serramenti, ma la procedura deve essere sempre condivisa. – spiega Paola Salvini – Se oggi questo traguardo è stato possibile, ciò è dovuto grazie anche ai tantissimi amici e concittadini che hanno creduto nel nostro modo di lavorare”. L’associazione ha portato avanti in questi anni, infatti, un progetto di aiuto concreto contro la povertà attraverso la formazione di apicoltori in Africa.

UN NUOVO LOGO DOPO 30 ANNI – In occasione del 30° compleanno ‘Parma per gli altri’ ha colto l’occasione per presentare il nuovo logo, che raffigura un marchio che ingloba i 30 anni di sostegno, collaborazione e aiuto. Come ha affermato la vicepresidente Natalia Borri: “Si tratta di un’evoluzione del marchio precedente. Mette al centro il ‘per’, che è il cuore della nostra associazione, a sottintendere e a rafforzare l’impegno che il nostro gruppo, specialmente tutti i nostri volontari, mettono nei progetti di cooperazione internazionale che vengono realizzati. La ‘X’ sta al centro – continua Borri – ma si trasforma e viene umanizzata, per esprimere l’obiettivo che l’associazione si è imposta: realizzare progetti con le persone. Quindi lavorare insieme”.

‘PERCHÉ ALLORA NON FOTOGRAFI?’ – È domanda che una ragazza ha fatto alla fotoreporter Annalisa Vandelli durante un suo viaggio al confine. Come la stessa Vandelli a raccontato: “Chi sei tu? mi ha domandato la ragazza. In quel momento mi è venuto spontaneo alzare la macchina fotografica per mostrarglielo e, a quel punto, lei mi ha chiesto perché non scattassi“. Nella sua splendida quanto toccante mostra fotografica, la fotoreporter ha condotto una visita guidata tra le sue opere, ovvero  fotografie in bianco e nero e a colori scattate sia in zone di confine che in territori dilaniati dalle guerre: “Vedendo tutto quello che accadeva, tutto quello che ho fotografato, mi sono immediatamente chiesta: ‘Che fine ha fatto Cristo? E lo sono andata a cercare“.

La mostra ‘Vi lascio la mia pace’ si struttura infatti come una via Crucis contemporanea composta da 14 stazioni fotografiche raffiguranti momenti di vita quotidiana dei territori più poveri tra cui Siria, Palestina e Guatemala.  La foto che raffigura due ragazzi dietro la sbarra è stata scattata nel carcere di San Salvador, in cui oggi sono rinchiusi più di 5000 ragazzi appartenenti a varie bande di delinquenza organizzata. Se si escludono le zone di guerra, El Salvador è ritenuto il paese più violento del mondo.

Anche le altre foto raffigurano le difficili situazione che in questo momento vivono, per esempio, le persone in fuga dalla Siria, o gli abitanti vicino alla discarica di Città del Guatemala, oltre 20 mila persone, nonostante l’area abbia una capienza urbana stimata a solo 4 mila. E quest’anno si è vista la malnutrizione infantile crescere al 50%. La fotoreporter Vandelli, durante il suo viaggio ad Amman, ha inoltre avuto occasione di visitare un ospedale gestito da una donna siriana, insieme ad altri donatori privati, per prendersi cura dei connazionali mutilati in fuga dalla guerra. Situazioni drammatiche che se non vissute si stenda a credere. Ecco il significato quindi di portare queste foto a Parma, piccola culla della cultura che non può rimanere indifferente a queste atrocità. Questa mostra invita alla meditazione e ad un orientamento diverso sul nostro viaggio terreno.

di Mattia Celio

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