Abili ad amare: diritto alla sessualità nell’Italia dei tabù

IL LIMITE SOTTILE TRA ASSISTENZA E PROSTITUZIONE PER UNA LEGGE MAI SCRITTA

SessoDisabili1000x800 I primi impulsi erotici per Emanuele sono arrivati nel periodo dell’adolescenza, come per tutti i ragazzi di quell’età. All’inizio Paola, la mamma, cercava di superare l’imbarazzo con un sorriso: “Fa niente tesoro, quando ti succede vai in bagno, ti lavi e ti cambi”. Poi le sue manifestazioni si sono fatte sempre più pressanti, tanto da spingere Paola a rivolgersi a vari medici, uno dei quali l’ha liquidata con un “si affidi al suo buon senso”. Si potrebbe pensare che Paola fosse una mamma iperprotettiva, quando invece era semplicemente una donna sola, di fronte a un problema più grande di lei: Emanuele era un ragazzo disabile alle prese con la scoperta della sua sessualità (Quei diritti a metà, quelle vite sospese). In Italia il dibattito sull’assistenza sessuale ai portatori di handicap si è animato negli ultimi mesi, arrivando sino in Parlamento con il disegno di legge proposto l’aprile scorso dal senatore Pd Sergio Lo Giudice, attualmente al vaglio della Commissione straordinaria per la utela e la promozione dei diritti umani. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di istituire un “assistente per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle persone disabili”, inteso nell’ottica della garanzia del “diritto a disporre liberamente della sessualità, in quanto modo d’espressione essenziale della persona umana”. La questione italiana ruota attorno al riconoscimento di una professionalità ben delineata che non rischi di incorrere nell’illegalità della prostituzione. Attualmente infatti sono già stati attivati in Italia corsi di formazione per Assistente Sessuale, ma coloro che ottengono il titolo per l’esercizio della professione rischiano paradossalmente di incappare in sanzioni penali (Lex ultima dea).

 

SOCIETA’ CIVILE, SOCIETA’ CHE SI IMPEGNA – La società civile è però attiva da decenni per la sensibilizzazione in materia: Maximiliano Ulivieri, project manager, da sempre si batte per il riconoscimento della figura dell’Assistente Sessuale nel nostro Paese.(Una legge popolare per l’assistenza sessuale: l’esempio di Maximiliano Ulivieri) Ha iniziato nel 2011 con la creazione del blog ‘LoveAbility’, che vuole essere un luogo di incontro e di aggregazione per persone disabili, divenendo poi uno dei principali portavoce della campagna. L’Italia conta oggi 4,1 milioni di disabili (Censis) e dimenticarsi di queste persone significa dimenticare una grossa fetta della popolazione. Si tratta quindi, non solo di una questione di buon senso ma di civiltà. Il concetto dell’Assistenza Sessuale, infatti, va considerato nel suo spettro più complesso: “In termini  – afferma Uliveri – di assistenza all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità”, in modo da permettere “di assaporare tutte quelle sfumature in essa contenute”. La figura quindi non si concentrerebbe solo sull’aspetto ‘meccanico’ dell’atto sessuale, ma affiancherebbe il disabile in un percorso alla scoperta del proprio corpo e della propria intimità. Ad avvalorare il pensiero di Ulivieri è Paola: ci fosse stata la necessità, avrebbe portato Emanuele ‘a donne’: “Credo ci siano genitori che fanno molta fatica ad accettarlo e mi dispiace. Questi ragazzi già non hanno niente, se poi la famiglia stessa è contraria e li ostacola, ancora peggio. Vogliamo ammetterlo oppure no, il sesso è uno dei piaceri della vita ed è più che naturale anche per loro, che però non hanno la stessa prudenza o accortezza che potremmo avere noi. Penso andrebbero intanto educati i genitori, i quali devono esser consapevoli che non è un dramma, ma un’esperienza che è giusto che anche loro vivano”.

 

UNA NUOVA IMMAGINE CULTURALE – Per avvicinarsi alle famiglie, che spesso “sono le prime a rimuovere il problema”, è stato pensato il documentario ‘Sesso Amore & Disabilità’, realizzato dal regista Adriano Silanus e dalla psicologa Priscilla Berardi, i quali hanno percorso 9000 km per raccogliere 37 testimonianze sul tema. “Portando in giro il documentario mi sono accorta che nell’osservare le persone che ci hanno messo la faccia e hanno disabilità diversissime, si percepisce la naturalezza della loro condizione, che non sembra più così strana. In questo modo si costruisce un’immagine culturale che serve anche alla persona disabile” racconta Valeria Alpi del Centro Documentazione Handicap di Bologna, collaboratrice del documentario. Questo lavoro si inserisce all’interno di un filone di film che negli ultimi anni ha portato sul grande schermo le immagini di una sessualità diversa, eppure il tema non è certamente nuovo. Sono passati quarant’anni dall’uscita del libro ‘La speranza handicappata’ di Cesare Padovani, il primo ad occuparsi di handicap e sesso in Italia, ma la questione non è mai stata affrontata: cosa manca? E’ necessario  un dibattito responsabile che non trascuri la complessità nè umana nè sociale e poi, quando un giorno ci sarà (forse) una legge, sarà necessario che non si abbandoni il problema. Per uno Stato umano fatto di persone. (Sesso Amore & Disabilità: una storia nuova lunga decenni).

 

di Francesca Gatti, Andrea Francesca Franzini, Margherita Casini, Roberta Cristofori, Ludovica Cupelli
Vignetta di Andrea Pinker

1 Commento su Abili ad amare: diritto alla sessualità nell’Italia dei tabù

  1. Mario Robusti // 4 novembre 2014 a 22:50 // Rispondi

    Bravi, bell’articolo e taglio intelligente e non scontato. Continuate così

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