Dalla mucca pazza all’ebola nella carne: dodici anni di Efsa
PORTE APERTE AI CITTADINI PER COMPRENDERE LA SICUREZZA ALIMENTARE
“Speriamo che questo evento all’interno di Efsa possa portare ad un miglioramento nei rapporti con le istituzioni e con i cittadini”. Si apre con queste parole, pronunciate dal direttore esecutivo Bernhard Url, la terza edizione dell’‘Open Doors’ dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. La rassegna dal titolo ‘Scienza a tavola’, inizia nel grande atrio della sede di viale Piacenza, subito dopo i ringraziamenti che lo stesso direttore esecutivo rivolge alle scuole e alle istituzioni che hanno collaborato per l’organizzazione dell’evento: Università degli Studi di Parma, Collegio Europeo e Scuola per l’Europa, oltre al patrocinio del Comune di Parma e di Expo 2015, partner della giornata insieme a Collegio Europeo, Scuola per l’Europa e Università.
I MOTIVI DELLA NASCITA – Efsa venne istituita in seguito ai casi dell’epidemia nota come ‘mucca pazza’, che colse molti Stati europei impreparati. A sancirne la creazione fu il regolamento 178/2002 che fissa procedure in materia di sicurezza alimentare. A tal proposito Efsa pubblica delle ‘guidance’, ovvero linee guida, sugli approcci metodologici da utilizzare per compiere studi scientifici. In pratica, una qualsiasi azienda che vuole ottenere l’approvazione di un suo studio da parte dell’ente europeo, è tenuta a rispettare questa determinata metodologia. Principale attività dell’Authority in ambito scientifico è infatti la pubblicazione di pareri frutto della sua attività di valutazione del rischio.
Oggi gli esperti dell’Efsa sono stati consultati anche sul noto virus ebola attraverso un mandato ricevuto dalla Commissione europea per comprendere come può avvenire la trasmissione del virus tra animali e dagli animali all’uomo. Su questo argomento si è ampiamente soffermato anche il direttore esecutivo Url che, nella conferenza riservata ai giornalisti, ha ricordato le importanti collaborazioni tra Efsa, Ecdc (Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie), Ema (Agenzia europea per i medicinali) e Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche), sottolineando che insieme formano un gruppo di “agenzie sorelle”.
Il tutto è partito da Stoccolma, dove ha sede l’Ecdc, la quale “ha avanzato una domanda all’Efsa sul rischio che l’ebola possa trasmettersi dagli alimenti”. Sempre Url ha precisato che questo “rischio attualmente è basso, ma non nullo, il che significa che merita attenzione. Teoricamente, importare in Europa la carne selvatica proveniente dalle zone tropicali dell’Africa sarebbe proibito, tuttavia vanno valutati i rischi”. Il pericolo sarebbe però limitato agli abitanti dell’Africa che cacciano e macellano carne di animali selvatici africani. Per quanto riguarda i rischi legati alla trasmissione del virus sugli umani dagli animali domestici è invece prevista la pubblicazione, da parte di Efsa, di uno studio scientifico tra gennaio e marzo. Sul sito web dell’agenzia è già però presente un parere scientifico riguardo all’analisi della carne selvatica africana.
COS’E’ E COME LAVORA L’EFSA – E’ questo il titolo di una delle conferenze allestite per l’occasione nelle varie sale situate al pian terreno. Ai presenti della sala A01, luogo di questo evento, viene spiegato che gli obiettivi di Efsa sono principalmente tre: offrire una garanzia sui prodotti alimentari e sui mangimi, assicurare un elevato livello di benessere delle piante e di conseguenza degli animali, e fornire informazioni adeguate circa il consumo di alimenti.
Il lavoro dell’Authority è quello di valutare i rischi lungo tutta la catena alimentare. Questi giudizi non vengono verificati in laboratorio, dato che Efsa non compie esperimenti, ma avviene mediante l’analisi da parte degli esperti di Efsa tutti i dati scientifici disponibili relativi all’argomento in oggetto della loro valutazione. Questi dati possono comprendere quelli forniti da Stati membri, da istituti di ricerca o aziende. Qualora ne fossero necessari ulteriori, il gruppo di lavoro può attingere alle reti di raccolta dati dell’Efsa o pubblicare sul sito web dell’Autorità un invito pubblico a presentare dati.
Essendo parte dell’Unione Europea, infatti, Efsa interagisce con gli organismi politici: Commissione, Consiglio, Parlamento e, appunto, Stati membri. Il primo committente dell’Authority è la Commissione, mentre al Consiglio e al Parlamento spetta la funzione legislativa riguardo le tematiche alimentati che gli Stati membri applicano. Non solo, dalla nascita fino ad oggi, Efsa ha stretto dei rapporti di collaborazione con altre organizzazioni a livello internazionale e Fao, Fda (US Food and Drug Administration) e l’ente per la sicurezza alimentare giapponese sono tra i principali.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare è costituita da 450 dipendenti, a cui vanno sommati altri 1500 esperti provenienti dagli Stati membri e non solo,organizzati in tre ambiti: scienza, comunicazione e amministrazione. Il primo si compone degli scienziati, gli addetti ai lavori che verificano e compiono accertamenti sui rischi di natura alimentare. L’ambito comunicativo invece si occupa delle relazioni interne ed esterne. Infine, l’amministrazione supervisiona il tutto anche dal punto di vista della gestione delle risorse economiche. L’Authoruty è infatti un’agenzia europea indipendente, finanziata dal bilancio dell’Ue e operante in modo autonomo dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri.
di Arianna Belloli, Silvia Feliziani, Luca Mautone, Eliana Tripaldi
Foto di Arianna Belloli
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