Salumi, formaggi e cambiamento climatico: la Food Valley sotto accusa

Le cause del cambiamento climatico sono più vicine a noi di quanto pensiamo, e spesso si nascondo proprio sulle nostre tavole. La domanda quindi sorge spontanea: quanto è sostenibile la Food Valley?

Credit: Maxpixel.net

Ghiacciai che si sciolgono, foreste immense che bruciano e intere città sommerse dalle acque; queste sono le immagini a cui si pensa quando si parla di cambiamento climatico.

E’ come se vivessimo lontani, in una bolla protetta da ogni conseguenza, ma soprattutto noncuranti di esserne la principale causa. Ci siamo mai chiesti che cosa si può fare davvero, oltre a chiudere l’acqua quando ci insaponiamo le mani e a utilizzare i bicchieri compostabili anziché di plastica?

Perché queste sono tutte azioni necessarie, ma non sufficienti. Oggi faremo un viaggio che ci porterà fino alla amatissima Food Valley, per scoprire che le eccellenze che definiamo “la fine del mondo”… rischiano di esserlo davvero.

Filiera alimentare e cambiamenti climatici: dovremmo tutti cambiare alimentazione?

Credit: Pixabay.com

E’ un report del WWF dal nome “Dalle pandemie alla perdita di biodiversità. Dove ci sta portando il consumo di carne” che, durante il luglio 2021, ha provato ad aprire gli occhi al mondo sulle conseguenze dell’alimentazione basata su prodotti di origine animale. Il report presenta numeri scioccanti che portano a dubitare di quelle che fino a qualche anno fa erano certezze alimentari incrollabili come la carne, il pesce ma anche latticini e uova.

Dagli anni ’60 ad oggi la quantità di carne prodotta non è semplicemente raddoppiata ma è aumentata di ben cinque volte, ed è proprio la Responsabile Sostenibilità di WWF Italia ad affermare che per rendere possibile la transizione ecologica della zootecnia dobbiamo porci l’obiettivo di una drastica riduzione del consumo globale di carne e derivati animali (soprattutto nei Paesi più ricchi) e di un sostanziale incremento nei consumi di alimenti vegetali come frutta, verdura, cereali e legumi”.

“Il peso della carne”: gli allevamenti in Emilia Romagna divorano il 44% delle risorse disponibili

Credits: Pixabay.com

Non bastano però foto e video di disastri lontani per farci capire quanto la questione ci tocchi da vicino, quindi è necessario considerare alcuni elementi tutti Made in Italy. Greenpeace Italia, in collaborazione con Ispra, ha pubblicato il report “Il peso della carne” che si focalizza su come gli allevamenti intensivi in Italia stiano devastando il territorio.

Secondo Greenpeace i settori agricolo e zootecnico stanno consumando una volta e mezza le risorse naturali messe a disposizione dai terreni agricoli italiani, un sistema quindi insostenibile in cui gli allevamenti sono responsabili del divoramento di circa il 39% delle risorse totali. Ma non è tutto, infatti è importante sottolineare che in questo calcolo non viene considerato l’impatto delle colture destinate al mangime né le risorse utilizzate per gestire gli allevamenti, rendendo questa percentuale una vera e propria sottostima.

Guardando le regioni italiane che consumano più risorse a causa degli allevamenti, troviamo un caso esemplare: la Lombardia. La regione infatti si trova al primo posto con ben il 140% di superficie agricola consumata, ovvero quasi una Lombardia e mezza. Lasciando da parte il primato lombardo e concentrandoci sulla nostra regione, anche l’Emilia Romagna si è aggiudicata un posto nella top 5 delle regioni con percentuali più alte con il suo 44%. Un dato che fa riflettere se si pensa che due protagonisti della gastronomia emiliana – il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma – da tempo stanno tentando di mostrare un volto decisamente “green”.

Che cosa significa essere sostenibili? Oltre alla Terra c’è di più!

Il concetto di sostenibilità è stato codificato nel 1987 e continua ad essere ancora oggi un punto di partenza imprescindibile per lo sviluppo di tutti i settori economici. Ma cosa significa essere sostenibili nel 2021? Si definisce sostenibile un modello di sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.

Eppure non si si tratta solo delle risorse che consumiamo, la sostenibilità è una questione ambientale tanto quanto etica; riguarda il rispetto che abbiamo del nostro Pianeta, degli ecosistemi e della biodiversità. Non si può parlare quindi di sostenibilità escludendo dal discorso il benessere animale, anche se questo aspetto viene spesso messo in secondo piano. Una recente indagine di Essere Animali ha documentato brutalità e violenza, anche sui cuccioli, proprio negli allevamenti destinati alla produzione di prodotti d’eccellenza come il prosciutto DOP di Parma e il San Daniele.

Le immagini mostrano un volto tutt’altro che rispettoso e sostenibile della Food Valley, suscitando domande e dubbi legittimi riguardo alla nostra alimentazione. Siamo partiti chiedendoci se questi prodotti fossero davvero la fine del mondo, e la risposta diviene ogni giorno più affermativa.

di Rosita Giuliano

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*