Food Wars, tra cibo e sesso
Un viaggio alla scoperta di Food Wars, un anime che ha come protagonista il cibo. L'ossessione mediatica per la cucina arriva anche dal Giappone.
Cibo e sesso sono sempre stati una coppia che va a braccetto, fin da tempi lontani: sono sinonimo di piacere e si completano a vicenda, come marito e moglie, e pane e porchetta. Visti da sempre come i peccati capitali più monelli, monaci e fedeli hanno sempre tenuto alla larga le mani, e la bocca, per la paura di peccare. Uomini delle caverne e pittori sporcaccioni si sono sempre divertiti a giocare tra figure falliche e nature morte, e oggi il Food Porn è nell’obiettivo di tutti i social e noi siamo spettatori perversi. Avete presente quando siete particolarmente affamati e vi scorre davanti una carrellata infinita di immagini succulente? Paninazzi bisunti strabordanti di colesterolo, carbonare stracolme di cremosità, brioche con più crema al pistacchio che sfoglia. Magari sponsorizzate da una bella signorina tutta “piccante” o da un maschietto che grattugia il formaggio con gli addominali. Se anche voi avete sbavato a guardare certe immagini zozze e ora state sogghignando maliziosamente, siete pronti al Foodgasm (vedremo dopo cosa significa) definitivo, siete pronti a Food Wars. Anche se a digiuno di anime.
Altro che Masterchef
Food Wars è un anime a tema culinario che tratta le vicende di giovani ragazzi alle prese coi fornelli, nella più temibile scuola di cucina di tutto il Giappone, la Tōtsuky Chef Academy. In questa scuola crudele solo il 10% degli studenti riesce a diplomarsi per la difficoltà delle sfide. Se credete che Masterchef sia il capo guerriero nel campo delle sfide culinarie dovreste cominciare a ricredervi. L’anime Food Wars è la sua trasposizione elevata alla massima potenza, solo come i buoni giapponesi sanno fare. Le prove di cucina assumono un carattere marziale pari ai cazzotti di Ken il guerriero, ma dove calci e pugni sono i protagonisti, qui lo sono il coltello e la padella. Gli aspiranti chef si duellano a colpi di piatti gustosi dando prova delle loro abilità culinarie su chi trita più velocemente la cipolla e su chi fa saltare con maggior precisione una omelette senza romperla. Tutto questo condito da una solida narrazione dove al centro si trova il protagonista della vicenda: Soma Yukihira, un ragazzo di appena 15 anni che sogna di diventare un grande chef. Anzi, lo chef migliore del mondo.
Cultura tra sesso e cibo
Le similitudini con la quotidianità sono tante: dall’esplosione degli ultimi anni del fenomeno Foodie (persone appassionate di cibo pur non essendo professioniste) molti sono i ragazzi come il giovane Soma che ambiscono a questa carriera. Così come tutta quell’altra schiera di persone che spadella tra l’ennesimo cooking show di turno o che scatta foto di gusto da postare sui social. Tutti vogliono essere eroi nel mare infinito di ricettari, pronti a sconfiggere e bacchettare il cameriere antagonista che si dimentica di portare il coltellino ottocentesco per il burro in qualche ristorante stellato.
Sottolineiamo il fatto che non si tratta solo di roba tutta Giapponese, ma di un linguaggio riassumibile in un’unica parola: cibo. Il cibo è cultura, identità e un linguaggio a tutti gli effetti. Non capiamo perché a Laos mangino gustosissimi (e qui vorrei vedere le vostre facce) topi arrosto grandi come gatti, e loro non capiscono noi che veneriamo una forma di Parmigiano Reggiano. Ma una volta a tavola, qualunque sia la cultura del commensale con cui condividiamo il pasto, ci uniamo rendendoci complici di un gesto. La comunicazione a tavola è quindi un atto spontaneo che assume un linguaggio universale, dove la parola converge nel piacere che proviamo e in quello che mangiamo e facciamo mangiare.
Mai come ora il cibo ha raggiunto così tanta notorietà a livello globale. Non è più un bisogno primario di mera sopravvivenza a cui si attribuisce solo un valore nutrizionale, ma è diventato un appagamento totale a livello emotivo e sensoriale, che ci aiuta a combattere lo stress e che ci dona piacere. E cos’altro è un atto naturale e fondamentale nella vita umana che ci dà piacere? La risposta è solamente una: il sesso, tra riproduzione ed edonismo.
Food Wars prende questi due elementi omogenei tra loro, e mixandoli assieme ad un pizzico di malizia e a una presa di comicità, ne cucina la ricetta perfetta che lo ha portato al successo. Ma Food Wars non è certo il primo Shonen (categoria con protagonisti in età adolescenziale sottoposti continuamente a sfide) d’azione a tema culinario, molti altri sono stati popolari in Giappone prima di lui, ma Soma e gli altri chef della saga sono riusciti a spopolare in tutto il mondo per un uso semiotico di ironia e sensualità, caratterizzata da una forte ibridazione che vede il cibo protagonista e viaggiatore attraverso le cucine del mondo. Merito della particolare caratterizzazione dei personaggi che trovano la loro personalità nella nazionalità di provenienza, grazie alle tecniche culinarie che sfoggiano e all’utilizzo di ingredienti gastronomici tipici. Esempio su tutti i fratelli Aldini, due italiani che armati di coltello a mezzaluna come arma segreta, tritano e sfornano pizze inneggiando l’orgoglio culinario italiano.
Cibo a luci rosse
Tutto viene fuso in un menù completo cui è impossibile resistere: il piacere comanda. Le reazioni eccessive ed esilaranti dei personaggi sono comuni in questo anime, la buffa creatività di ogni orgasmo culinario che caratterizza l’iconicità della serie: Foodgasm, un neologismo che indica una piacevole ed euforica sensazione di soddisfazione che si verifica durante il consumo di cibi esteticamente invitanti e appetitosi. Piacere spesso accompagnato da rumori vocali e una varietà di espressioni facciali che vanno a sottolineare la bontà del cibo che si sta gustando. In Food Wars viene estremizzato e chi assaggia si lascia trascinare da un piacere selvaggio e comincia a gemere senza riuscire a trattenersi: uomini stracolmi di muscoli si denunano in deliri di piacere per risotti alle mele, ragazze riservate e dalle curve prorompenti si trasformano in ninfomani affamate di bistecconi succulenti pronte a far godere le proprie papille gustative.
Questo eccessivo piacere è facilmente riconoscibile in un noto fenomeno di questi tempi: sto parlando del Food Porn, espressione che oggigiorno viene utilizzata largamente in ampia scala da chi scatta fotografie in primo piano di cibi particolarmente appetitosi, che come la pornografia invogliano e cercano di eccitare lo spettatore. Se ti interessa approfondire questa tematica ti consiglio la lettura del saggio Food Porn. L’ossessione del cibo in TV e nei social media di Luisa Stagi.
Il design e nuove figure professionali
I piatti che vengono presentati in Food Wars prestano particolare attenzione all’elemento osè per enfatizzare il lato sessuale che si cela dietro l’inquadratura del piatto. Gli ideatori e sviluppatori della saga, Noriko Dohi, Yuto Tsukuda e Shun Saeki, hanno preso in considerazione una vastissima quantità di piatti come opzione da presentare poi nell’anime, prendendo nota di piatti che hanno mangiato personalmente nel corso degli anni e archiviando tutto in una libreria. Questi piatti inoltre sono stati redatti e messi a punto da Food Stylist, figura professionale che si occupa del design, della cura e della composizione di un piatto o di un prodotto alimentare, ai fini di renderlo accattivante attraverso la sua estetica per veicolare uno specifico messaggio tramite la sua immagine. In collaborazione con vari chef hanno reso le ricette replicabili a tutti gli effetti, dalla realtà all’animazione. La chef e modella Yuki Morisaki, famosa in tutto il Giappone, ha anche scritto il libro di ricette ufficiali Tōtsuki Academy Challenge Plate: Shokugeki no Soma Official Recipe Book. In questo libro le ricette mantengono l’idea di fondo anche grazie alla reputazione e alla bellezza della sua “cheffa”, dando modo al fanbase della serie di immedesimarsi dietro ai fornelli per emulare gli orgasmi culinari. Quando si dice “cucinare con amore”.
Il design del cibo nella serie è curato nei minimi dettagli. Si pensa perfino al profumo da far percepire allo spettatore. È stato formato un team apposito per occuparsi di trasmettere realismo sensoriale. Gli ingredienti vengono osservati attentamente nel mondo reale e paragonati a quelli del manga. Ne viene progettata la versione animata, disegnata prima su acetato e poi arricchita da un tocco artistico per enfatizzarne le caratteristiche. Questo processo di realismo è complicato, ma necessario per rispettare le tradizioni e non ingannare un pubblico sempre più attento e parecchio severo sull’argomento. Noi italiani ne sappiamo qualcosa, guai se si ficca della panna nella carbonara. Infine, i piatti vengono definiti dal design cromatico e dagli effetti speciali, per renderli vivi e risaltare la freschezza degli ingredienti. Broccoli e carotine flaccide dai colori spenti non piacciono a nessuno. Qui il video dietro le quinte per la realizzazione dei piatti di Food Wars.
Non tutto è piacere
Oltre al lato culturale e sociologico, si pone anche quello fisiologico: il cibo e il sesso viaggiano su un rapporto binario. Stessa localizzazione cerebrale, stessa condivisione degli ormoni che li controllano e stessi circuiti neuroendocrini. Il sesso così come il cibo porta con sé l’appagamento sensoriale dato dal toccare, dall’osservare, dall’annusare e assaporare il soggetto o l’oggetto in questione e attraverso le descrizioni dei piatti in maniera così esplicita, si fa notare questo binomio. Freud è stato il primo a ipotizzare il dualismo tra cibo e sesso: la fame e il desiderio sessuale sono delle pulsioni che trainano il comportamento degli esseri umani per sopravvivere, le cosiddette “pulsioni di autoconservazione”. Due facce della stessa medaglia che possono nascondere un’ombra un po’ più amara: mi riferisco ai disturbi dell’alimentazione, in particolare all’anoressia e alla bulimia. L’anoressia è un disturbo della condotta alimentare di cui è peculiare la caratteristica di un’eccessiva ossessione e paura nell’ingrassare, che sfocia in una visione distorta della propria immagine corporea percepita sempre in sovrappeso. Questo porta a un pessimo rapporto con il cibo e il sesso, nonché a una bassa autostima di sé stessi, causata anche dalla modificazione ormonale data da un’attenzione eccessiva verso il controllo del cibo, che genera stress e porta a un disagio a livello sessuale. La bulimia, d’altro canto, applica condotte di eliminazione con il soggetto che ricorre regolarmente al vomito autoindotto e a un abuso di diuretici e lassativi. Gli attacchi di fame sono spesso sostituiti da attacchi di sesso, difatti i bulimici, si distinguono per la loro impulsività sessuale che vanno di pari passo con la loro fame disfunzionale.
Dunque, abbiamo osservato molteplici sfumature che accomunano la gola e la lussuria, ma non finisce certo qui: le combinazioni, così come gli ingredienti afrodisiaci che possono comporre un piatto, sono infinite, e solo la collaborazione tra sociologi, semiologi, psicologi, medici, nutrizionisti e cuochi potrà portarci verso nuovi orizzonti. Nel frattempo, mettetevi comodi e “godetevi” una puntata di Food Wars.
di Matteo Coloru
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